Capitolo 14

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-2 settimane

Mancano esattamente quindici giorni al mio matrimonio, Riccia e Sole sono le damigelle perfette per un matrimonio organizzato alla perfezione. Hanno immediatamente preso l'incarico a cuore e adesso la nostra cella è piena di pizzi, merletti, tulle, composizioni floreali. Questo clima, che risulta stressante anche per me, è impossibile da vivere per Zulema che passa l'intera giornata fuori dalla cella e ci rientra solo perché è costretta a dormirci. Effettivamente le mie due wedding planners sono due perfezioniste entusiaste e non perdono un minuto per riempirmi di domande su colori, accessori, materiali.. cose di cui non so assolutamente nulla e di cui nemmeno mi importa. Alla decima domanda sul tessuto del fazzoletto che dovrebbe indossare nel suo completo Fabio, sbotto "Ragazze sapete che vi amo ma non prendetela a male.. ho bisogno di un po' d'aria" non aspetto nemmeno che mi rispondano che fuggo in cortile. Finalmente da sola, all'aria aperta se così si può chiamare, riesco a respirare.

"Pensierosa oggi?" La voce di lui mi calma, si siede accanto a me e mi prende la mano nelle sue.

"Due settimane.." lo dico con un leggero sorriso.

"E saremo sposati!" il suo sorriso è più ampio del mio.

Solo adesso mi rendo conto che non l'ho mai interpellato per alcuna decisione "Non ti ho mai chiesto se per te va bene che ci sposiamo in carcere.."

"Voglio tutto quello che vuoi tu, voglio che tu sia felice" lo dice sinceramente ma io vorrei che esprimesse un parere.

"Ma avrai un'opinione.." lo incoraggio "Mio fratello non ci sarà.. la tua famiglia? Non mi conoscono nemmeno. Sei sicuro che ti vada bene?" Rimane ad osservarmi senza rispondermi, so che lasciarmi libera di fare ciò che voglio è il suo modo di rispettarmi ma così.. così mi sento sola.

Mi stringe forte la mano che tiene fra le sue "Io voglio te. Dopo tutto quello che abbiamo passato.. ci meritiamo il nostro lieto fine"

Annuisco, non troppo convinta. È splendido ma manca sempre qualcosa. "È vero. Grazie, sei dolce" mi stampa un bacio sulla fronte e si alza in piedi.

"Ti amo" mi sussurra e io gli rispondo con un sorriso ampio, se me va senza pretendere che gli risponda anche se lo amo, amo il modo in cui mi fa sentire sempre protetta e al sicuro, ma allora perché lo sento così sbagliato? Torno in cella, consapevole che appena mi vedranno saranno pronte per assalirmi con altre mille domande.

Svolto a destra e vedo in disparte Zulema e Hierro impegnati in una conversazione. Non mi interessa questo adesso, ho abbastanza problemi per conto mio. Li sorpasso e Zulema, inevitabilmente, mi vede turbata ma non per i motivi che pensa lei. Mi affianca lasciando quel mongolo lì come un pesce lesso, è la prima volta che ci parliamo da una settimana "Ciao Bionda, come te la passi?"

"Non c'è male.. e tu sei sempre molto impegnata, vedo" Glielo dico con una punta di fastidio involontaria, apparendo più gelosa di quello che vorrei.

"Non credo tu sia nella posizione di fare commenti dal momento che ti stai per sposare" è una doccia di acqua ghiacciata.

Mi blocco e la guardo "Zulema.. non giocare con me"

"Non lo faccio mai" ed è una grandissima cazzata, il nostro è un gioco continuo.

"Io tra meno di due settimane mi sposo" vorrei che dicesse qualcosa, qualsiasi cosa, che mi permettesse di fare una scelta lucida.

"Lo so. Tutte le riviste matrimoniali nella nostra cella credo siano un indizio evidente" me lo dice con sufficienza e irritazione.

C'era una voltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora