Capitolo 12

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-3 settimane al matrimonio

Tra le innumerevoli attività formative di reinserimento che può avere un carcere, Cruz del Norte ha l'accudimento di inquietanti e sudice galline. Amo gli animali, le galline un po' meno ecco. Entrate nel gigantesco pollaio, ognuna di noi ha il suo pennuto chiuso in una gabbietta con il nostro nome sopra. Mi mancano da morire quei stupidi carillon che ci obbligavano a costruire a mano a Cruz del Sur. Siamo qui che ci prendiamo cura degli animali mentre Altagracia, la guardia che ci diede il benvenuto all'inizio, va avanti e indietro dandoci una serie di appellativi poco gentili che non sto a ripetere. Non perde occasione di sottolineare la sua posizione di comando e non la sopporto per questo, i secondini di questo carcere sono tutti degli stronzi imbecilli.. sarà qualcosa nell'aria. E no. Non lo dico per Hierro. Lo dico perché è vero ed è una constatazione estesa all'intera squadra.

Fortunatamente l'ora ricreativa termina presto, siamo in fila per uscire quando una delle cinesi mi dà un colpo forte volutamente toccando il punto giusto sul fianco ancora in via di guarigione. Riesco a mordermi la lingua e soffocare un gemito di dolore ma nel farlo perdo l'equilibrio all'indietro. Per un attimo mi metto già in conto che sto per cadere per terra ma due braccia mi prendono al volo e un profumo, quel profumo, mi colpisce in pieno, sento un sussurro impercettibile "Tirati su prima che ti guardino come un bocconcino prelibato" giro la testa e incontro due occhi smeraldo preoccupati. Non riesco a reagire che il suo sguardo cambia totalmente e diventa gelido "Ci stai attenta, cazzo?? Stavi per cadermi addosso!! Guarda dove vai!" Mi ringhia Zulema rimettendomi in piedi. Mi guardo intorno, tutte mi stanno fissando. Le cinesi escono dal pollaio trionfanti. "Che cazzo guardate? Non c'è niente da vedere" ringhia Zulema contro il nostro pubblico che si dilegua in un secondo.
Non mi hanno fatto male, era solo un avvertimento. Non hanno ancora finito con me. Alzo la testa e incontro nuovamente quello sguardo preoccupato "Stai bene?"

"Sei bipolare per caso?" Le chiedo scocciata.

"Oh ti prego.. lo sai perfettamente perché ho dovuto reagire così" mi risponde altrettanto tesa.

Annuisco "Mostrati debole e ti mangeranno" nonostante tutto continua a coprirmi le spalle.. questo suo lato protettivo è dolce e allo stesso tempo amaro perché non mi aiuta ad allontanarmi da lei, direi che fa l'esatto opposto "Sto bene. Grazie" è un ringraziamento generale che serve un po' per tutto e lei lo sa "Non hanno finito con me"

"Già.. probabilmente no" ha un'espressione pensierosa "Ma sapremo come affrontarle" mi regala uno dei suoi sorrisi da maledetta stronza che tanto le donano.

È incredibile, basta una cazzata come questa per avvicinarmi nuovamente a lei. Questa consapevolezza mi spaventa e di conseguenza mi chiudo a riccio "Sapremo? No.. Non noi. Io. Questo è un problema mio" mi guarda un po' accigliata, non capisce da dove venga questo mio atteggiamento rabbioso.

Non fa in tempo a rispondermi che Altagracia ci raggiunge "Ferreiro.. Zahir.. vi stavo cercando"

"Quale onore" ironizza subito lo scorpione. Io invece, dalla faccia di sta stronza in uniforme, non prevedo proprio nulla di buono.

Subito la affiancano due secondini dalla statura massiccia "Voi sapete perchè vi facciamo tenere le galline?" Ci chiede e noi scrolliamo le spalle. Zulema mi affianca, siamo sullo stesso piano. Una accanto all'altra. Altagracia apre la pompa antincendio e subito un gigantesco getto d'acqua ci colpisce in pieno provocando un forte dolore sulla superficie del corpo che tocca "Le galline sono uno strumento formativo e riabilitativo che comporta l'assimilazione del concetto di prendersi cura del prossimo e di rispettarlo" si ferma, ormai siamo completamente fradice "O almeno questa è la versione ufficiale"

C'era una voltaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora