Avete presente un momento dove ti sembra di avere mille aspettative e improvvisamente la realtà ti bussa alla porta. Quella grandissima figlia di puttana, non c'è niente che picchi più duro di lei. È allora che capisci che tutti i tuoi ragionamenti, i tuoi pensieri, quello che hai pensato di aver vissuto, quello che hai pensato di aver provato.. non sono altro che un gigantesco castello di carte posato su una lastra di ghiaccio. Il quel momento, in quel preciso istante, il mio castello è crollato facendo un rumore così assordante che mi ci volle un paio di secondi per realizzare. Realizzare cosa? Mi chiederete. Realizzare che tutte quelle immagini astratte che aveva dipinto la mia mente gelosa fin dal momento in cui Saray mi aveva detto di loro due non erano neanche lontanamente dolorose quanto quelle che stavo guardando in quel dannato corridoio.
Vorrei poter dire di aver affrontato la cosa con superiorità e menefreghismo.
Vorrei poter dire di aver vinto quello scontro grazie alla mia indifferenza.
Ma no. Niente di tutto ciò.
Perché per quanto riuscii a fingere bene, quella scena mi scavò dentro una voragine.Tornando indietro..
Zulema non so come ma si accorge che non sono più soli, si volta nella mia direzione e mi vede. In piedi, immobile, tesa come una corda di violino. Sgrana gli occhi e spinge via quel mongolo che le stava, fino ad istante prima, sudando addosso.
Mi riprendo e indosso la maschera più forte che posso, me la cucio sul viso per sopravvivere. Scoppio a ridere. Nel mio sguardo al momento non c'è tristezza ma solo schifo. C'è delusione, ribrezzo, rabbia ma non sofferenza. "Non ci posso credere" scuoto la testa e li sorpasso "Continuate pure, non volevo interrompervi" loro sono scioccati dalla mia reazione glaciale. Fingo, è chiaro, sono abbastanza testarda da non voler dare loro alcuna soddisfazione, soprattutto a lei perché di lui non me ne frega un cazzo.
Vado in bagno, sbattendo la porta alle mie spalle. Serro la mascella. Ci vuole tantissima forza di volontà per non reagire come vorrei. Soffoco tutto dentro di me. Vado dal lavandino e mi sciacquo il viso come per scacciare tutto quanto ma inutilmente. Metto in discussione tutto quanto: il nostro rapporto, le nostre parole e tutto quello che abbiamo vissuto in questo ultimo periodo. Mi pongo un milione di domande e inizio seriamente a pensare di essermi immaginata tutto quanto. Ma più ci penso e poi mi viene da piangere, per questo fermo tutti i pensieri concentrandomi su un'unica cosa: Devo tornare in cella e non posso mostrarmi debole. Non devo cedere. Sono più forte di così. Poi, una volta sulla brandina, potrò massacrarmi quanto voglio e piangere tutte le lacrime che ho in corpo. Ma adesso no.
Il diverbio Testa-Cuore è acceso più che mai: Il mio frantumato cuore non riesce a ricomporre i pezzi.
Mentre la testa.. La mia testa sta urlando qualcosa del tipo: te l'avevo detto, cogliona!Ma quello che davvero riesce a calmarmi è il pensiero che in realtà io e lei non siamo niente e che d'altronde non è successo niente di cui non sapessi già.
Mi consola? No.
Mento a me stessa? Assolutamente sì.
Funziona? Quanto basta per tornare in cella con un sorriso di una che non è sorpresa stampato sulla faccia.Sono patetica. Rido, rido istericamente mentre guardo il mio riflesso. Che non ha niente di umano: sono apatica e disinteressata quando dentro sto piangendo fiumi di lacrime.
Sono qui che cerco di mettere ordine nella mia testa quando la porta si apre e compare davanti a me Zulema. Non sa bene da che parte cominciare a parlare perciò inizio io "Non dire niente" lo dico in un sibilo velenoso, è un avvertimento chiaro di starmi alla larga.
Non mi fermo neanche, la supero ignorandola totalmente. Esco dal bagno, Hierro non c'è più, mentre sento Lei corrermi dietro "Che cazzo ci facevi in quel corridoio?" Ah. È questo il problema quindi? Non che si stava scopando Hierro, cosa di cui ero perfettamente a conoscenza ma che stavo in tutti i modi cercando di dimenticare.. ma che io non dovevo beccarla.
![](https://img.wattpad.com/cover/303923195-288-k634044.jpg)
STAI LEGGENDO
C'era una volta
FanficMacarena racconta a sua figlia Sofia la favola delle due guerriere che si odiavano.. ..la piccola non sa che questa non è altro che la storia di sua madre. CIAO AMICI.. SONO TORNATA! Spero che questa storia costruita principalmente sugli avvenime...