𝙇𝙖𝙨𝙘𝙞𝙖𝙢𝙞 𝙨𝙩𝙖𝙧𝙚

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Indossai il mio vestito preferito, un tubino rosso con una scollatura non troppo evidente ed i miei tacchi alti neri fino alle ginocchia. Presi la mia pochette nera ed uscii di casa, salendo nella macchina di mio fratello.

Per una sera, forse per la prima sera in tutta la mia vita da adolescente, mi sentivo bella e a mio agio con me stessa.

"Sei pazzesca" sospirò.

"Anche tu sei davvero un figo!" esclamai sorridendo.

Aveva una camicia bianca e un paio di jeans azzurri addosso. Stefano aveva un bel fisico, era palestrato, perciò quando indossava le camice risaltava ancora di più.

Lo dicevo sempre che mio fratello era un gran figo.

Arrivammo in pochissimo tempo di fronte al locale. I nostri amici era già tutti lì ad aspettarci, compreso quel montato di Luca.

Mi guardava da testa a piedi, non aveva intenzione di staccare gli occhi da me, ed io cominciavo ad innervosirmi.

"Che cazzo di figa sei!" esclamò la mia migliore amica, dandomi un caloroso abbraccio.

La ringraziai sorridendo, per poi salutare gli altri miei amici.

Entrammo nel locale, e cominciammo subito a bere e ballare come dei pazzi. Mi stavo divertendo da morire, volevo stare fuori tutta la notte.

Dopo tre drink ero dignitosamente brilla, ma ragionavo tranquillamente senza fare fatica. Reggevo bene, ma quando volevo esagerare non guardavo in faccia nessuno.

Avvertii mio fratello che stavo uscendo a fumare una sigaretta, e mi poggiai al muretto di fronte alla discoteca.

Sentii qualcuno gridare, ma non capivo neanche da dove provenissero i rumori.

"Sei uno stronzo!" gridò il ragazzo.

Era Luca, riconoscevo la sua voce lontano un miglio.

Mi avvicinai ad un auto parcheggiata fuori dal locale, cioè quella di Luca.

Lo trovai sopra ad un biondino, intento a prenderlo a schiaffi e pugni in faccia. Era lui, era il biondino della classe di Stefano.

"Luca ma che cazzo fai?!" gridai spaventata, facendolo girare.

"Vai via da qui!" mi impose lui, ma non gli diedi retta.

Lo presi per un braccio e lo trascinai dietro al locale, dove non passava mai nessuno se non per comprare erba e fumo o per scopare.

"Che cazzo fai?!" chiese.

"Stai zitto e mettiti qui, coglione!" gli gridai contro, sbattendolo al muro.

Mi prese per i fianchi facendomi attaccare al suo corpo. Cercai di allontanarmi ma, appena lui sentì delle voci, mi trascinò via di nuovo.

Finimmo dietro ad un camion che portava chissà che cosa. Lui si attaccò alla mia schiena e, quando il mio sedere sfiorò la sua intimità, lo sentii gemere.

"Muto!" sussurrai.

Qualcuno correva, qualcun altro urlava, ma non capivamo chi fosse e da dove provenissero i rumori.

"Allontanati Ga, ti giuro che mi stai facendo eccitare da morire" parlò sincero, beccandosi una mia occhiataccia.

Qualcuno passò accanto al camion, perciò mi avvicinai ancora di più a lui, che prese immediatamente i miei fianchi tra le mani stringendoli.

"Mollami, altrimenti ti taglio le mani!" continuai, ma lui non voleva lasciarmi andare.

"Mi stai veramente sul cazzo" sospirai.

La visuale era libera, non c'era nessuno in giro. Mi spostai da lui, spingendolo.

"Che cazzo hai in testa?!" gridai.

"Zitta e vieni con me" sussurrò tirandomi per il braccio.

Non so nemmeno io come, ma finii nella sua auto, diretti non si sa dove.

"Mi spieghi cosa cazzo stai facendo?" chiesi esausta.

"Avverti tuo fratello che sei con me, ti porto a casa" disse lui, molto tranquillamente.

"Perché mi porti via? Volevo rimanere a ballare!" sbuffai come una bambina capricciosa.

"Piccola, non ti va di stare con me?" ammiccò.

"Assolutamente no, quindi riportami al locale e anche in fretta" sorrisi ironicamente, ma in realtà volevo ucciderlo.

"Non possiamo, è pericolo adesso" tornò serio.

"Non me ne frega niente Luca, cazzo!" urlai esasperata.

"Oh, smettila cazzo! Non fare la bambina e stammi a sentire. Quel testa di cazzo lo conosco anche fin troppo bene, ed è in giri peggiori dei miei. Non sappiamo chi cazzo potrebbe chiamare, e se ti facessero del male io..." sospirò, ma non continuò la frase.

"Tu cosa?" chiesi leggermente poi tranquilla di prima.

"Tuo fratello probabilmente mi ammazzerebbe ed io non me lo perdonerei mai" concluse, lasciandomi a bocca aperta.

"Dio, sei contenta adesso?! Sei riuscita a farmelo dire, cazzo!" tirò un colpo al volante, poi si fermò accanto ad un marciapiede.

"Luca, che stai dicendo?" chiesi ancora, ero davvero confusa.

"Lasciami stare Gaia, ti prego veramente di lasciarmi stare" sbuffò.

Guardai fuori dal suo finestrino, ma poco dopo incrociai il suo sguardo. Mi accesi una sigaretta e non lo guardai più da quel momento.

Lui, però, voleva guardarmi, e me lo fece capire prendendo il mio viso tra le mani avvicinandolo di scatto al suo.

"Che stai facendo?" sussurrai.

"Non parlare Ga, ti prego cazzo. Non dire nulla, non rovinare il momento" sentii il suo respiro sulle mie labbra.

Non volevo che si prendesse gioco di me, eppure sentivo che volevo qualcosa da lui. Volevo baciarlo?

Mi scansai velocemente da lui, lasciandolo imbambolato.

"Ti prego, guardami" sussurrò.

"Mi spieghi cosa vuoi da me?!" esclamai stufa, e lui prese di nuovo il mio viso tra le mani.

"Levati, non voglio starti così vicina" sussurrai, come se avessi paura che qualcuno mi sentisse.

C'era solo lui, e mi aveva sentivo forte e chiaro.

"Non trattarmi così, non ti ho fatto nulla" cercò di passare per vittima, ma non glielo permisi.

"No? Dici di no? Allora il modo in cui tratti tutte le ragazze, che mi dici? Finiscila Luca, sei veramente un coglione" risi di gusto, vedendolo pendere dalle mie labbra.

In quel preciso istante, mi sentivo potente come non mai.

"Se fossi un coglione non credi che ti avrei portata a casa mia stasera?" chiese.

"Non te l'avrei permesso" precisai.

"Ma non ti sei staccata subito da me prima, hai lasciato che giocassi con te" si avvicinò di nuovo.

"Portami a casa e stai zitto, grazie" sorrisi per prenderlo in giro, e lui fece come detto.

Quando arrivammo sotto casa mia, uscii di corsa dalla sua auto e rientrai in casa, ripensando a ciò che era appena successo.

Stavo davvero per baciare Luca, Montato Del Cazzo, D'Orso?

Ricordi di queste sere, parlando di stare insieme Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora