𝙄𝙣 𝙨𝙩𝙪𝙙𝙞𝙤

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Luca

Bimba sono qui fuori
Scendi?

Sì arrivo

-

Presi la mia borsa e salutai di fretta Stefano, poi entrai nella macchina di Luca.

"Amò, quanto sei bella" sorrise avvicinandosi.

Gli lasciai un bacio sulle labbra, e lui partì verso la meta sconosciuta. Non mi aveva voluto dire dove mi stava portando, ed io ero molto curiosa.

"Vuoi?" chiese mostrandomi la canna che aveva fra le dita.

La presi e feci un paio di tiri sotto il suo sguardo indagatore.

"Mi fai eccitare anche quando fumi" sospirò.

"La smetti di dirlo sempre?" ridacchiai imbarazzata.

"Sono sincero, quando mi fai eccitare te lo dirò sempre. Dovresti farlo anche tu" posò una mano sulla mia coscia scoperta.

"Ci penserò" risi e gli ripassai la canna.

Dopo pochi minuti eravamo davanti ad un palazzone che sembrava disabitato, ma lo vidi tirare fuori le chiavi dalla tasca.

"Non mi starai portando a conoscere i tuoi, vero?" chiesi preoccupata.

"Ma no Ga" ridacchiò, ma potei sentire nel suo tono un leggero velo di tristezza.

"Non perché non voglia, ma adesso mi sembra un po' presto. Di questo magari ne parleremo" sorrisi prendendolo per mano.

Lui me la strinse talmente forte che quasi mi faceva male. Avevo capito com'era: quando faceva così è perché era agitato, e non sapeva come comportarsi in certe situazioni.

Salimmo le scale fino all'ultimo piano, e quando aprì la porta rimasi senza parole.

Era uno studio di registrazione, con computer e una sala con un microfono.

"E questo?" chiesi spaesata.

"È il mio studio, vorrei spaccare nel mondo del rap e ogni tanto vengo e registro qualcosa con Ava" mi raccontò.

"Davvero?" chiesi sconvolta.

Ero una persona che supportava tanto quel mondo, e spronava le persone a dare sempre il meglio. Non credevo che fosse tipo da queste cose Luca, eppure.

"Mi fai sentire qualcosa?" gli chiesi, e lui annuì sorridendo.

Dopo avermi spiegato come si faceva partire la base sul computer, entrò nella sala di registrazione e si posizionò davanti al microfono, per poi farmi cenno di mettere in play.

Grazie a chi c'è stat
Chi nun m'ha lasciat
A chi m'ha dat na man, ma frat
Je ve ne so grat
I frat n miezz a chest strad
Mo venn tutt senza busta paga
Sonn'n a camis Prad
Ma s' fann e mis chius a rind a cas
Nuje, non c'amm arres mai nei moment buje
E amm rimast allerta sul, sulamente nuje, nuje
Sulamente nuje
Simm divers, no, nun simm comm a vuje
Nuje, non c'amm arres mai nei moment buje
E amm rimast all'erta sul, sulamente nuje, nuje
Sulamente nuje
Simm divers, no, nun simm comm a vuje

Sembra che sia Peppe, il suo amico che ha sempre il cappellino in testa.

Siamo cresciuti, vedi chi trovi nei vicoli cupi, sopravvissuti
Siamo da soli schiviamo dirupi, nelle buste cuki
Sotto le palle sei grammi di Bluecheese, faccia coperta, cappucci
Facciamo presto che ci sono i lupi, ma non mi basta
Sono il ragazzo che trovavi in piazza, sempre sta faccia
Ed ogni giorno una nuova ragazza, chi mi rimpiazza?
Un altro più forte lo devi trovare, cane di razza
Ancora di merda ne devi mangiare qua sotto
Non mi credi, se ci vedi, cambia marciapiede se stai a piedi
Siamo bad baby, flow da papponi, meglio non vieni
Prendi schiaffoni, siamo bastardi
Non rallento manco se stai avanti, siete poppanti
Fuori da poco ma già grandi, gli sbagli e tutto il resto non si cancella
Mai sceso a un compromesso dentro sta merda
Scappare da sto posto che non da nulla
Ne sono uscito vivo da questa giungla

Uscì dalla sala venendo verso di me, che ero rimasta letteralmente a bocca aperta.

"Beh?" chiese sorridendo.

"Amò, spacchi!" gli saltai addosso abbracciandolo.

Quando ci staccammo, mi guardò fisso negli occhi e sorrise.

Era stato veramente fantastico, mi era piaciuto tantissimo quello che aveva appena cantato. Aveva un futuro, e l'avevo capito subito.

Era fortissimo, voleva tutto e voleva prenderselo. Sapevo bene che prima o poi l'avrebbe fatto.

"Non mi hai mai chiamato con un nomignolo" si grattò la nuca imbarazzato.

"È ora che cominci a capire che ho un ragazzo" sorrisi.

Si sedette sul divanetto dello studio, invitandomi a raggiungerlo. Mi misi sopra di lui, che nel mentre stava girando una canna.

"Ti è piaciuto veramente?" chiese.

"È ovvio Luca, sennò non te l'avrei detto" gli accarezzai il viso.

Si accese la canna e mi guardò negli occhi, portando le mani sul mio sedere e stringendolo.

"Luca..." sospirai.

"Dimmi bambina" ghignò perverso.

Gli sorrisi timida, e a quanto pare lo fece eccitare ancora di più. Mi prese per i fianchi portandomi ancora più vicina al suo bacino.

"Amò, ti giuro che se fossi consensiente ti avrei già scopata" sussurrò provocante al mio orecchio.

Sospirai pesantemente, mentre lui sorrideva perverso. Mi faceva impazzire, volevo sentirmi sua, ma non era pienamente sicura di me stessa.

"Luca lo sai che vorrei farlo, ma non sono ancora tanto sicura di me stessa, non me la sento. Quella sera che stavamo per farlo non so cosa mi sia preso, ma ero talmente tanto eccitata che non mi sono contenuta" gli spiegai, e lo vidi ascoltarmi attentamente.

"Se tu non sei pronta non è importante, per me non conta solo il sesso con te. Mi fai stare bene, e per me è strano perché nessuna ragazza c'è mai riuscita. Tu sei unica, hai qualcosa in più delle altre che mi fa impazzire. Forse è amore, ma non ne sono sicuro. Non mi sono mai innamorato, non capisco cosa sia" spiegò.

Innamorato? Cazzo. È una parola grossa, nemmeno il conosco bene il reale significato della parola "Amore".

"Tu hai tempo, stai tranquilla, quando sarai pronta lo faremo amò" concluse.

Lo abbracciai forte prendendo, poi, la canna dalle sue dita e fare qualche tiro.

Era una bella giornata, e stare insieme a lui, in un luogo che per lui era importante, mentre fumavamo e parlavamo, era la cosa più bella che potesse mai capitarmi.

Ricordi di queste sere, parlando di stare insieme Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora