𝙈𝙖𝙢𝙢𝙖 𝙝𝙖 𝙘𝙝𝙞𝙖𝙢𝙖𝙩𝙤

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Mi alzai dal letto con l'umore a terra. Non sapevo bene il motivo, ma non avevo voglia di andare a scuola quella mattina.

Però dovevo, avevo un compito importante che valeva il 50% del voto di fine anno. Non potevo saltarlo, non me lo avrebbero nemmeno fatto recuperare.

Andai in cucina per fare colazione, e trovai mio padre e mio fratello che parlavano a bassa voce.

"Buongiorno" sussurrai stropicciandomi gli occhi.

Mi sedetti accanto a Stefano, che mi guardava senza dire una parola.

"Che c'è?" chiesi confusa.

"Mamma ha chiamato" disse.

Non dissi una parola, guardavo un punto indefinito di fronte a me senza nemmeno riuscire a respirare. Non potevo credere che l'aveva fatto davvero.

Era sparita, era da settembre che non avevamo notizie di lei ed io stavo anche cominciando ad abituarmi a questo. Poi aveva deciso di riapparire, rovinando qualsiasi cosa bella che stavo costruendo in quel periodo.

"Amore, andrà tutto bene. Io ti giuro che non la farò avvicinare mai più a questa casa, tanto meno a tuo fratello o a te" mio padre si avvicinò a me, prendendomi per mano.

Continuai a non rispondere, non avevo idea di che cosa dire. Perché doveva essere così difficile? Era come se non avessi più il controllo del mio corpo e della mia mente.

"Dai, prendi un caffè e vai a prepararti. È già tardi" mi incitò mio padre.

Feci come disse continuando ad essere molto silenziosa, poi andai a prepararmi e uscii in fretta di casa con Stefano. Anche il tragitto fino a scuola fu molto silenzioso, non volevo parlare di niente.

Entrai in classe e mi sedetti velocemente al mio posto, senza nemmeno salutare i miei amici e Luca.

"Amò, che è successo?" chiese Luca accarezzandomi la schiena.

"Ne parliamo dopo" sussurrai già stanca.

Non rispose, ma si limito a poggiare il braccio allo schienale della mia sedia cercando di tranquillizzarmi.

Ancora nessuno sapeva che stavamo insieme, ma gliene avrei parlato. Non volevo che rimanessimo segreti, volevo che tutti sapessero che stavamo insieme.

Avevo quel dannato compito alla prima ora, perciò una volta che il professore consegnò i fogli mi misi subito a scrivere.

***

Uscii dalla classe pronta a dirigermi alle scale antincendio per fumarmi una sigaretta. Sentivo che Luca mi stava chiamando, ma era meglio se in quel momento rimanessi da sola.

"Gaia!" continuò a chiamarmi.

Mi sedetti sulle scale e mi accesi la sigaretta, mentre lui veniva vicino a me.

"Amò ma che hai? Mi stai ignorando?" chiese dispiaciuto.

"No Lu, non ti voglio ignorare. È che è stata una mattinata difficile, scusami" intrecciai la mia mano alla sua, per poi sorridergli debolmente.

"Ti va di raccontarmi?" chiese ancora.

"Mamma ha chiamato papà oggi" sbuffai il fumo.

Lui sospirò e mi strinse forte a sé, cercando di tranquillizzarmi. Mi lasciò un paio di baci sulla tempia, ed io mi rilassai sotto il suo tocco delicato.

"Stai da me oggi? Facciamo qualcosa per non pensare a tua madre" mi chiese sussurrando.

Annuii silenziosamente, mentre lui continuava ad accarezzarmi e baciarmi. Mi tranquillizzava sempre, voleva farmi stare bene.

"Ascolta, dato che la scorsa volta mi hai dato buca e non sei voluta uscire con me, oggi pomeriggio ti porto da una parte" sussurrò al mio orecchio.

"Dove?" chiesi.

"Non te lo dico, ma è un posto dove mi sento sempre me stesso" sospirò.

Mi avvicinai lentamente alle sue labbra, ma poi fu lui a prendere in mano la situazione. Lo baciavo piano, cosa che gli diede alla testa.

"Amò, quanto mi sei piaciuta ieri mattina..." sussurrò Luca al mio orecchio.

"Dai Luca" sussurrai ridendo.

"Te lo giuro, vorrei farlo ancora e ancora" insistette.

"Smettila, potrebbe arrivare qualcuno" dissi io.

Le scale erano deserte quel giorno, non sapevo perché ma meglio per me e Luca.

"Ma che ti importa" sbuffò baciandomi il collo.

"Amò, ho voglia di te" mi morse il lobo dell'orecchio.

Sospirai sorridendo, non mi ci faceva capire nulla quando faceva così. Era sempre riuscito a farmi cedere alle tentazioni, dandogli ciò che voleva. Ma la parte sessuale del rapporto era ancora difficile da sbloccare per me.

"Luca, dai" ridacchiai.

"Va bene, la smetto, ma oggi sei tutta mia" ghignò.

"Vediamo eh" ridacchiai prendendolo in giro.

"Non fare la stronza con me, finisci male" rispose a tono lui.

Lo guardai stupita, sempre per prenderlo in giro, e poi mi avvicinai al suo orecchio sussurrando: "Sì? Male come?".

Mi allontanai da lui, ma mi riprese velocemente dal polso facendomi finire a due centimetri dal suo viso.

"Finisce che ti piego Gaia, e non sarò delicato" concluse.

Lo guardavo fisso negli occhi senza dire una parola, ma poi sorrise come uno scemo facendomi sospirare. Gli stampai un altro bacio, poi un altro e un altro ancora.

"Dai andiamo, Stefano mi sta cercando" dissi mettendo il cellulare della tasca della felpa.

Ci alzammo dalle scale, ma mi fermò.

"Stai bene?" chiese.

"Se ci sei tu, sì" risposi.

Mi lasciò un altro bacio sulle labbra, e poi mi misi a guardare i suoi meravigliosi occhi marroni.

Era la conferma che stavo avendo la vita che avevo sempre desiderato. Un fidanzato, la mia famiglia, i miei amici, buoni voti a scuola...

Non sarebbe potuta andare male, no?

Ricordi di queste sere, parlando di stare insieme Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora