𝙉𝙖𝙩𝙖𝙡𝙚

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Erano passate due settimane da quel giorno allo studio, e tra me e Luca andava da Dio.

Ormai l'avevamo detto ai nostri amici, e uscivamo sempre tutti insieme. I suoi genitori sapeva che stavamo insieme, ed erano impazienti di conoscermi. Mio padre, invece, conosceva già Luca, ma ancora non gli avevo parlato di noi due.

Eravamo a casa mia, nel mio letto, a fumare e parlare del più e del meno. Passavamo spesso le nostre giornate così, appena finivamo di studiare.

Aveva anche cominciato a prendere buoni voti da quando stava con me, perché lo aiutavo nello studio e a fare i compiti.

"Comunque grazie, di tutto amò" disse dopo qualche minuto di silenzio.

"Guarda che non mi devi ringraziare, sei il mio ragazzo e lo faccio volentieri" gli accarezzo il petto nudo, mentre lui mi abbraccia forte.

Le sue mani scesero sul mio sedere, stringendolo forte. Ormai mi ero abituata, lo faceva sempre e a me piaceva tantissimo.

"Dammi un bacio" sussurrò.

Lo provocai allontanandomi, e lui sbuffò sorridendo.

"Dai amò, un bacio" insistette.

"Te lo devi meritare" ghignai.

"E come potrei fare?" si avvicinò ancora di più.

"Per esempio, se mi ripetessi tutto quanto l'argomento di storia per la verifica di domani. In quel momento, forse, ti bacerò" ridacchiai.

Sbuffò buttando il busto sul materasso, ma poi prese il libro e cominciò a sfogliare le pagine per poi darlo a me.

Ripetette tutto l'argomento alla perfezione, ed io fui fiera di lui e di me stessa per averlo fatto studiare bene.

"Dai amò, però mo dammi un bacio" sporse il labbro inferiore in avanti, ed io lo presi tra i denti.

"Amò!" esclamò ridendo, mentre continuavo a mordergli il labbro.

Quando mi allontanai, cominciò a ridere come un bambino e la sua risata mi entrò letteralmente nelle orecchie. Era così bello sentirlo ridere per me.

"Dai, te lo sei meritato" mi avvicinai di scatto a lui e gli diedi un bacio a stampo.

Rimase ad occhi chiusi, aspettandosi un altro mio bacio, magari più passionale.

"Beh?" ridacchiò.

"Beh cosa? Ti ho baciato" lo presi in giro.

"Non fare la stronza, voglio un bacio vero" mi afferrò le cosce, portandomi sotto di lui.

"Dai Luca" ridacchiai.

"Dammi un bacio vero, come sai fare tu" mi accarezzò la pancia.

Gli presi il viso e lo baciai con una passione inaudita. Non gli resistevo più, lo volevo. Ovviamente, come sempre, non riuscivamo ad avere un attimo di pace per noi due, ed il suo cellulare squillò.

"Pronto ma?" rispose.

"Non lo so, perché?" continuò.

"Erika?".

Erika? Chi era Erika? Non me ne aveva mai parlato.

"Allora sì, sicuramente le ha lei. Sentila, dovrebbe stare da Michela".

"Ciao ma, pure io" mandò un bacio al telefono e chiuse la chiamata.

"Chi è Erika?" chiesi curiosa.

"Gelosa amò?" ribatté lui sfidandomi.

Generalmente lo ero, ma se aveva nominato una ragazza senza problemi davanti a me non credevo che dovessi essere gelosa.

Ricordi di queste sere, parlando di stare insieme Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora