𝙉𝙤𝙣 𝙨𝙤𝙣𝙤 𝙨𝙞𝙘𝙪𝙧𝙖

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"Luca, per favore. Non mi piace quando sei così geloso, poi non ce n'è bisogno. Mi piaci tu, nessun altro" sussurrai.

Lo vidi sorridere leggermente, mentre faceva un altro tiro dalla sigaretta.

"Sei bellissima, poi sta cazzo di gonna mi manda fuori di testa" sospirò.

Ridacchiai, e lui poggiò il busto sul sedile dell'auto mentre continuava a guardarmi.

"Domani vieni da una parte con me? Voglio farti vedere cosa mi piace fare" prese delicatamente la mia mano, intrecciandola alla sua.

"Dipende dove" dissi.

"Se accettassi di venire lo vedresti" si avvicinò di nuovo.

"Ma non stai fermo un attimo tu?!" esclamai ridendo.

"Se mi stai accanto non mi riesco a fermare" sospirò sorridendo, mentre si avvicinava ancora.

Buttammo entrambi la sigaretta fuori dal finestrino, e poi tornammo a guardarci. Lo guardavo incantata, mi piaceva così tanto.

"Bimba, non mi guardare così perché me lo fai venire duro" ghignò.

"Finiscila!" esclamai imbarazzata.

"Dai, l'altro giorno volevi fare sesso e adesso fai la timida? Sbloccati bambola, so che non lo sei infondo" sussurrò provocante, mentre la sua mano saliva sulla mia coscia.

"Che vuoi fare?" chiesi.

"Tu cosa vuoi fare?" ribattei.

"Meglio che tu non lo sappia" ridacchiò, ma la sua mano non smetteva di salire.

Mi strinse forte l'interno coscia, facendomi sospirare pesantemente e buttare la testa indietro per quanto possibile.

"Gaia, se non ti va fermami, davvero" sussurrò, mentre continuava a stringere la mia coscia.

Volevo, davvero. Ma non avrei voluto farlo per la prima volta in macchina, non mi sembrava così importante come farlo in un letto, con l'atmosfera giusta e nel momento giusto.

Forse sarebbe anche stato il momento giusto, ma non il luogo.

"Basta" ansimai.

Tolse immediatamente la mano da me, avvicinandosi per darmi un bacio.

"Mi vuoi?" chiese.

Annuii, per poi baciarlo. Gli presi il viso tra le mani, portandolo sempre più vicino a me.

Lui mi strinse i fianchi sorridendo sulle mie labbra, poi passai le mie mani nei suoi capelli corti.

"Dio santo, ferma perché ti porto dentro casa" ridacchiò.

"Ma davvero mio fratello ti ha detto di riportarmi a casa?" chiesi, sapevo che mentiva.

"No, sono stato io a chiederglielo" sorrise timido.

La mia mente cominciò a vagare da altre parti, mi succedeva spesso. Capivo che le cose andavano bene con qualcuno, anche se capitava raramente con i ragazzi, perciò cominciavo a pensare di dovermi staccare per non affezionarmi.

Sono strana, ho un carattere particolare e me ne rendo conto benissimo da sola. Non è facile starmi dietro, ma solo chi mi conosce per davvero lo può fare, come mio fratello, mio padre o i miei migliori amici.

Guardavo Luca che smanettava col telefono.

"C'hai parlato col tuo capo ieri alla fine?" gli chiesi dopo qualche secondo di silenzio.

Cercavo di zittire le voci nella mia testa. Quelle voci di merda che mi dicevano di allontanarlo, che sarei stata male.

"No, non ci sono andato. Non potevo, non volevo più che altro. Si è incazzato all'inizio, poi gli ho detto che sarei andato domani e si è calmato" mi spiegò spegnendo il telefono.

Girai la testa dal lato opposto, mentre guardavo il balcone di casa mia dal basso.

"Gaia" mi richiamò.

"Sto facendo di tutto per smettere, ti giuro. Non so che altro fare per far sì che tu ti riesca a fidare di me" mi prese la mano.

Lo guardai negli occhi, e capii solo dopo che non avrei dovuto farlo. Non potevamo andare d'accordo, non mi fidavo di lui.

Era questo che avevo capito, che non eravamo compatibili. Riponevo pochissima fiducia nei suoi confronti, per il semplice motivo che non era ancora uscito da quel giro di merda.

Non volevo che finisse, ma a pensarci bene non era nemmeno mai iniziata.

"Vado, Stefano è arrivato" mentii.

Volevo uscire da quella macchina, mi stava venendo la tachicardia.

Perché dovevo sempre fare così? Nemmeno io riuscivo a capirmi.

"Mi scrivi dopo?" chiese.

"Ho sonno Lu, vado subito a dormire" evitai il suo sguardo.

"Ga, tutto bene?" chiese ancora, preoccupato.

"Sì, tranquillo. Sono solo stanca, buonanotte" sussurrai.

Si avvicinò di colpo e riuscì a strapparmi un bacio. L'ultimo bacio.

Sorrisi debolmente, per poi entrare di corsa in casa mia e buttarmi a letto ancora vestita e truccata.

Ero sola, Stefano non era tornato e non sapevo quando l'avrebbe fatto. Papà, ovviamente, era a lavoro, e sarebbe tornato la mattina dopo.

Rimasi sola, nel mio letto, con mille pensieri per la testa. Non volevo ferirlo, ma non volevo essere ferita nemmeno io.

Il mio telefono virbò di colpo, era Luca.

-

Luca

Gaia
Stai bene?
Cos'è successo?
Eri strana

-

Visualizzai senza rispondere, non sapevo che cosa dirgli onestamente.

Non avevo il coraggio di parlargli.

-

Luca

Gaia ti prego
Mi parli?
Che cos'è successo?
Ho sbagliato qualcosa?

No Luca
Stai tranquillo
Non hai sbagliato nulla
Sono io che sono sbagliata

Ma che stai dicendo?
Non è vero

Sì, è vero
Perché non penso che fra noi possa funzionare

Che stai dicendo Ga
Mi stai facendo male

Non voglio, te lo giuro
Ma nemmeno io voglio stare male
Perciò o me, o te

Non fare così
Scegli me bambina
Non ti farò stare male
Adesso che tuo fratello è tranquillo con me vogliamo sputtanare tutto?

Non sono sicura Luca
Veramente

Gaia, ti prego cazzo
Mi fai male

Non voglio farti male Luca
Non fare così, ti prego

Come vuoi che faccia?
La mia quasi ragazza ha ripensamenti su di me, non posso stare bene di certo

Scusami Luca, ma non me la sento tanto

Vabbè Ga
Fai come vuoi
Ma sappi che mi stai ferendo

visualizzato

-

Non volevo che andasse così, ma forse è la scelta migliore per non stare male.

spazio autrice.
PLOT TWIST🙀
un po' scontato, ma aspettate il prossimo capitolo😊

Ricordi di queste sere, parlando di stare insieme Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora