𝙎𝙚 𝙩𝙚 𝙡𝙖 𝙨𝙚𝙣𝙩𝙞, 𝙪𝙧𝙡𝙖

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Era una giornata davvero orribile. Non ero nemmeno andata a scuola per quanto stessi male, eppure non ne capivo il motivo.

Ero sdraiata sul divano di casa mia da sola, con papà a lavoro e Stefano a scuola avevo casa tutta libera per me. Come sempre alla fine, dato che papà lavora sempre e Stefano era spesso fuori a fare solo Dio sa cosa.

Qualcuno bussò alla porta di casa, ma non avevo nemmeno la forza di alzarmi per andare ad aprire.

Insistevano, così fui letteralmente obbligata ad andare ad aprire.

Perché c'era Luca alla mia porta? Questo non voleva lasciarmi stare.

"Che cosa vuoi?" chiesi sbuffando.

"Stefano mi ha detto che non stavi bene oggi, sono venuto per controllarti" rispose sorridendo.

"Non ho dieci anni, non ho bisogno che qualcuno mi controlli" ribattei scocciata.

"È vero, ma ero preoccupato per te. Per questo ho portato un po' di roba, se mi fai entrare fumiamo" disse tirando fuori una bustina con dell'erba dentro.

Quasi quasi, pensai. Ma no, era Luca.

"Vai a casa, non ho voglia" feci per chiudere la porta, ma lui la bloccò.

Ero al limite delle mie forze, e il fatto che lui mi stesse così addosso mi fece letteralmente sbroccare.

"Perché devi stressarmi la vita?!" urlai.

Lui rimase interdetto senza dire nulla, ma appena mi allontanai dalla porta, lui entrò.

"Non tenerti tutto dentro, urla Gaia" disse calmo.

"No, perché non parlerò dei miei problemi con te!" gridai ancora.

"Non farlo se non vuoi, ma urla se ti senti di farlo" continuò.

Mi sedetti nervosamente sul divano, mettendomi le mani nei lunghi capelli neri.

Non reggevo più questo peso che avevo addosso, con qualcuno dovevo pur parlare.

LUCA'S POV

La guardavo ammaliato mentre si accendeva una sigaretta, per me era la più bella di tutte.

Non capivo cosa avesse in più delle altre ragazze che avevo conosciuto e scopato, ma lei mi aveva letteralmente rapito.

Lo dicevo sempre a suo fratello, a me piaceva davvero lei. Lui non voleva che stessi con lei, perciò cercavo di starle alla larga.

Ma dopo due anni che la conosco solo come "La sorellina di Stefano", mi era venuta voglia di conoscerla davvero per ciò che era.

Lui non avrebbe mai approvato, ma a me non interessava più perché la volevo da morire.

Era nervosa, non si fermava un secondo. Camminava avanti e indietro nel salotto con quella cazzo di sigaretta tra le labbra, che avrei preso e buttato a terra per baciarla.

"Io non ce la faccio più!" urlò di punto in bianco.

"Che hai?" chiesi io, però più tranquillo.

"È tutto una merda!" continuò.

"Che cosa è una merda?" chiesi ancora.

"Tutto Luca, tutto! Sono a casa da sola tutti i giorni, tutto il giorno quando Stefano è dai suoi amici. Papà lavora dalla mattina alla sera e, se tutto va bene, lo vedo quando torna se non sono andata a dormire. Mia madre è andata via di casa con un altro uomo quando avevo più bisogno di lei, lasciandomi nella merda. Amo i miei amici, ma non sanno cosa sto passando perciò non riescono a capirmi a pieno. Ho solo bisogno di questo qualcuno che capisca come sto veramente!" urlò.

Mi veniva quasi da piangere nel sentirla parlare così. Cazzo, stava male e nessuno se ne stava accorgendo.

"Gaia..." sussurrai andandole vicino.

"Poi ci sei tu che dici di volermi ma fai il coglione con tutte!" concluse.

Sbuffai. Ero stanco che lei mi considerasse un coglione, uno che voleva tutte.

In realtà, da quando mi sono scopato Vanessa, non ho più considerato nessuna. Mi ero fissato su di lei, volevo solo lei.

Sapevo bene che scoparmi la sua migliore amica non sarebbe stata una buona scelta, ma a me non interessava. Lei non mi voleva, io volevo sfogarmi e lei era lì. Non potevo fare altrimenti.

"Perché non provi a conoscermi un minimo? Non sono come mi vedi tu" le chiesi.

"Perché non voglio stare male" rivelò.

Lei aveva paura che qualcuno la ferisse, ed io non volevo minimamente farlo. Mi dispiaceva così tanto che lei si sentisse così, ma se nemmeno provava a conoscere quel lato di me dolce e gentile, come potevo dimostrarle di esserlo?

"Io non voglio farti stare male, come devo dirtelo? Gaia, basta mi sono veramente stufato" sbuffai ancora.

"Se ti sei stufato perché sei ancora qui?" chiese alzando la voce.

"Perché mi piaci!" esclamai di getto, senza pensare.

Ed ecco la prima cazzata della giornata fatta. Non dovevo dirglielo così.

"Luca, tu ti sei scopato la mia migliore amica il primo giorno di scuola nei bagni. Cosa pretendi che faccia io?" stavolta era più calma, non urlava più.

"Nulla, ho fatto una cazzata. Me la sono scopata solo perché ne avevo voglia, e perché tu non mi volevi" le rivelai.

"E nemmeno adesso mi vuoi, e non sai quanto mi fa male questa cosa. Gaia, sono due cazzo di anni che mi piaci, ma sai come potrebbe reagire Stefano a questa cosa" spiegai, mentre lei mi ascoltava con attenzione.

"Io non riesco più a starti lontano, quando ti guardo è come se il tempo si fermasse. Quando mi respingi mi fai male, nemmeno sai quanto, ti giuro che-" mi interruppe, ma non nel modo che credevo.

Le sue labbra si poggiarono velocemente sulle mie, mentre le sue mani andavano dietro la mia testa.

Forse voleva questo bacio tanto quanto lo volevo io, e non potevo credere che stesse accadendo davvero.

Cazzo, erano due anni che volevo un bacio da lei.

"No, che cosa sto facendo..." sussurrò allontanandosi da me.

Non ebbi nemmeno il tempo di toccarla, lei non mi voleva già più...

"No ti prego, vieni qui, baciami ancora" mi lamentai io come un bambino.

Mi mancavano le sue labbra, eppure se n'era già pentita.

"Non possiamo, non posso permettere che tu entri nella mia vita. Luca, non voglio stare con te, ho solo pensato a baciarti e così ho fatto, solo questo" disse.

Potei giurare di sentire il mio cuore spezzarsi. Altro che spezzacuori, ce l'avevo io il cuore spezzato.

"Gaia..." sussurrai.

"Niente Luca, niente. Vai a casa e non cercarmi più, è meglio" concluse.

Onde evitare altri problemi, mi alzai ed uscii da casa sua, con le lacrime che minacciavano di uscire dai miei occhi.

GAIA'S POV

Che cazzo avevo appena combinato? Avevo davvero baciato Luca, Sono Il Più Figo Di Tutti, D'Orso?

Cazzo. Cazzo. Cazzo. Era un problema enorme. Non poteva funzionare tra me e lui, perché lui era lui.

Ma volevo talmente tanto quel cazzo di bacio che non ne potei fare a meno in quel momento. Mi piaceva come mi guardava, e quel bacio ne è stata la prova.

Non poteva entrare nella mia vita, mi avrebbe fatto male, ne ero certa.

Ricordi di queste sere, parlando di stare insieme Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora