𝙁𝙞𝙙𝙖𝙩𝙞 𝙙𝙞 𝙢𝙚

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Me lo ritrovai in camera, senza sapere cosa dire o fare.

"Vado in camera mia" sussurrò mio fratello, lasciandoci soli.

Si sedette sul mio letto, mentre poggiava le rose sulla scrivania di fronte. Mi guardava fumare ma ancora non parlava, e mi chiede che cosa volesse da me allora.

"Volevo parlartene" sussurrò, finalmente.

"E quando?" chiesi ironicamente, come se non sapessi che non l'avrebbe mai fatto.

"Non lo so Ga, l'avrei fatto però. Io non voglio che tu stia ancora lontana da me. Io..." sussurrò ancora.

Non riuscivo a non pensare a ciò che mi ha tenuto nascosto per meni da quando lo conosco.

"Tu cosa?" chiesi insistentemente.

"Nulla Gaia, lascia perdere" si passò nervosamente le mani nei capelli.

Lo guardai negli occhi senza dire nulla. In quel momento, in un momento di confusione, il silenzio era la scelta migliore.

"Non dici nulla?" chiese lui.

"Sei tu che non parli, io non so cosa dirti" sbuffai.

"Ovviamente..." si alzò dal letto.

"Luca ma cosa vuoi che ti dica? Mi hai mentito su una cosa abbastanza grande, ennesima dimostrazione che non posso fidarmi di te" spiegai.

"Ga, mi sono stancato. Mi piaci, a me basta questo per stare con te" sospirò.

Non riuscivo ad evitare ciò che provavo io per lui, ma detto onestamente, avevo paura anche di stargli accanto dopo aver scoperto quello che faceva per guadagnare.

Mi piaceva da morire, ma non potevamo stare insieme. Eppure faceva di tutto per farmi rimanere con lui, ed io ci stavo.

"Luca, l'attrazione non basta. Mi devo poter fidare di te, ma se continui a mentirmi non lo farò mai" gli spiegai.

"Lo so Gaia, ma a me tu piaci da morire e non posso lasciare il giro. Ho provato a spiegargli la situazione, inventando mille scuse per evitare di nominarti, ma niente da fare. Io voglio veramente lasciare quella merda per te, perché ti voglio nella mia vita" disse prendendomi le mani.

"Non so che fare..." sospirai.

"Potresti iniziare con un bacio" ghignò.

Ridacchiai guardandolo, e non riuscii a resistere a quelle labbra perfette. Fanculo, gli piacevo e non me ne lamentavo, un bacio non avrebbe rovinato la vita a nessuno.

Mi catapultai su di lui, baciandolo con passione. Era il terzo bacio che ci davamo, uno più bello dell'altro.

Mise le mani sui miei fianchi e ci alzammo insieme, poi lui mi prese in braccio tenendomi stretta.

"Sei bellissima" ansimò allontanandosi un po' dalle mie labbra.

Le sue erano rosse e gonfie, e penso anche le mie. Mi piaceva l'effetto che avevo su di lui, ma non potevo cedere ancora.

"Ho immaginato mille volte questo momento" sussurrò.

"E non potrei stare meglio di così" concluse, posando le labbra sul mio collo.

Ansimavo a bassa voce, un po' perché c'erano Stefano e papà in casa, ma anche perché era come se mi vergognassi di fargli sentire che aveva potere su di me.

"Bimba, fai piano però. Primo, perché non mi contengo, poi c'è tuo padre nell'altra stanza" sussurrò provocante.

Mi fece toccare terra, così lo spinsi sul letto. Non era l'unico che poteva provocare, perciò mi misi a cavalcioni su di lui.

Ricordi di queste sere, parlando di stare insieme Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora