𝙋𝙖𝙢𝙚𝙡𝙖

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Casa vuota, nessuno intorno, mille cose da risolvere e troppi pensieri per la testa.

Era così che mi sentivo, e volevo solamente starmene in pace e da solo, anche se Ava e gli altri non me lo permettevano.

Mi volevano bene, ed io ne volevo a loro, ma non volevo che la gente mi stesse intorno e mi compatisse, guardandomi con sguardo compassionevole.

Mi accesi una canna e cominciai a fumarla, poi un'altra, un'altra e un'altra ancora. Non riuscivo a fermarmi, e arrivai al punto tale da chiamare Paolo.

Dovevo distrarmi.

-

Al telefono...

Luca dimmi

La tua amica, Pamela, è ancora disponibile?

Ah, quindi hai lasciato quella ragazzina eh?

È disponibile o no?

Sì, è tutta tua
Ora te la porto a casa

-

Attaccai la chiamata, cercando di riprendermi da tutto quello che avevo fumato. Mi serviva uno sfogo, e scopare era l'unica cosa che mi riusciva bene.

In pochi minuti Pamela arrivò a casa mia, e mi fece sedere sul divano salendomi sopra.

Non sapevo quanti anni avesse, ma sicuramente era grande e vaccinata.

Mi tolse la maglietta, e solo in quel momento mi accorsi che non ero per niente eccitato. Cercai di pensare a qualcosa che mi eccitasse davvero, a qualcosa che mi faceva venire voglia.

E l'unica persona a cui pensavo, era Gaia.

Lei, con quei capelli mori e mossi, gli occhioni verdi, quel corpo da felina che mi faceva impazzire ogni volta.

Quando Pamela mi tolse i boxer, buttai la testa indietro e pensai a quando lo faceva Gaia, a quanto era delicata ma al contempo eccitante nei movimenti che faceva.

Sentii le labbra della rossa di fronte a me poggiarsi sul mio membro ormai duro grazie ai miei pensieri, e iniziai a gemere sommessamente.

Lo prese tutto in bocca, facendo su e giù con la testa. Le misi una mano sui capelli, aiutandola nei movimenti, ripensando ai capelli di Gaia che le finivano sempre davanti ogni volta che lo facevamo.

Non la trattavo come Gaia, ma immaginavo che al posto della rossa ci fosse lei.

La presi dal sedere di fretta e la feci stendere sul divano, posizionandomi sopra di lei e iniziando a spogliarla.

Non era per niente come Gaia, lei aveva il seno piccolo ma il sedere grande e tondo, i fianchi non troppo stretti, ma nemmeno troppo grandi e le cosce in carne, perfette per le mie mani. Pamela era completamente il contrario di lei.

Per me Gaia era perfetta, e la amavo così com'era.

Mi infilai di corsa un preservativo ed entrai dentro di lei, iniziando a spingere molto velocemente. La sentii gemere come una pazza, e lei tappai la bocca.

Non la guardai nemmeno in faccia, non volevo guardarla. Pensavo solo che, quella che stavo scopando come fossi un dannato, fosse Gaia.

La mia Gaia. La mia ragazza. Era mia, dovevo riprendermela.

Venni poco dopo, ed uscii da lei senza curarmi del fatto che lei fosse rimasta insoddisfatta. L'unica che dovevo far venire era Gaia, solo lei.

"Ce l'hai fatta eh" ridacchiò con quella voce da gallina.

"Non crederti importante, sai quanto è facile far venire un uomo?" domandai sbuffando, con menefreghismo.

Lei mi guardò male e si rivestì, per poi andarsene via da casa mia.

Ma come cazzo mi stavo riducendo? Nemmeno io lo sapevo, ma sapevo che dovevo riprendermi da questa situazione.

GAIA'S POV

Ero a casa con Stefano e gli altri, che cercavano di tirarmi su il morale. Ero troppo fatta per capire ciò che succedeva intorno a me, avevo fumato troppo.

C'era anche Vanessa, era stata dimessa qualche giorno prima e finalmente stava bene, e noi ne eravamo felici.

"Gaia, dai" sbuffò la mia amica, vedendomi guardare il vuoto.

"Non ti posso vedere così" continuò.

"M'ha lasciato, che devo fa?" ribattei io.

"Riprenderti, non è vita questa. Non puoi fumare tutto il giorno e stare chiusa dentro casa, e poi so che se ti ha lasciato aveva un valido motivo Gaia, è troppo innamorato" sbottò lei.

Sapevo che aveva ragione, ma non sapevo come potevo riprendermi. Ormai, per me, era tutto inutile.

"C'ha un'altra Vane, ecco il motivo!" esclamai.

"Non è possibile che abbia un'altra, lui vuole solo te e lo sai. Avrà qualcuno dei suoi soliti problemi che non riesce a risolvere" continuò la mia amica.

"No Vane, so per certo che ha un'altra. Era strano già da un po', non può esserci un altro motivo" insistetti.

La mia amica sbuffò, per più andare in balcone e guardare il quartiere illuminato dalla luce del tramonto.

Forse nemmeno io credevo al fatto che Luca avesse un'altra, ma era la via più semplice per smettere di stare male in fretta.

La mia mente era troppo contorta, e non volevo più stare ai suoi giochetti di merda che mi stavano solamente facendo stare male. Era andata così, e purtroppo nessuno dei due poteva evitarlo.

Mi chiusi per un po' in camera, piena di pensieri e di coseda risolvere, che probabilmente avrebbero portato ad altri guai.

La vibrazione del mio telefono mi risvegliò, e guardai la foto che un numero sconosciuto mi aveva inviato.

-

Numero Sconosciuto

Sicura di amare ancora il tuo Luca?

-

Il messaggio non poteva essere più chiaro di così, così come la foto che ritraeva Luca e un'altra ragazza dai capelli rossi.

Lo sapevo, non dovevo dubitare di ciò che mi aveva detto. Era solo uno stronzo, e dovevo fargliela pagare in qualche modo.

Tornai dai miei amici, cercando si sfoggiare il mio sorriso migliore.

"Stasera andiamo in discoteca?" proposi, ricevendo un verso di approvazione da tutti.

Sapevo che fare chiodo schiaccia chiodo non avrebbe portato a nulla di buono, ma non me ne importava nulla. Dovevo sapere che lui stava soffrendo tanto quanto me, e da quella foto non sembrava per niente che lui stesse male.

La stessa sera andammo al B-Side, e lì c'era anche Luca con noi. Non lo calcolai per tutta la sera, poi andai in pista con Vanessa ed Iniziai a scatenarmi, fino a quando non arrivò un ragazzo dietro di me.

Davanti agli occhi di Luca lo baciai, mentre Vanessa se ne andò lasciandoci soli.

Doveva provare ciò che stavo provando io, doveva sentire che stava sbagliando e che mi stava facendo del male, ma non gli avrei dato la soddisfazione di dirglielo.

Tornai a ballare col ragazzo, mentre con la coda dell'occhio guardavo Luca che mi stava letteralmente mangiando con lo sguardo.

Sentii come bruciare sotto i suoi occhi, e la cosa non mi dispiacque troppo.

Ricordi di queste sere, parlando di stare insieme Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora