𝙎𝙪𝙖 𝙣𝙤𝙣𝙣𝙖

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Entrai in classe molto stanca, la sera prima non avevo dormito nemmeno un po'.

Avevo troppi pensieri per la testa e non ero riuscita a chiudere occhio. Poi, come se non bastasse, avevo anche discusso con papà.

La scuola era cominciata da poco, ma i voti stavano già calando. Non avevo la testa per studiare, non avevo la testa nemmeno per stare con i miei amici.

Quando venivano a casa io rimanevo in camera mia, mi venivano a cercare ma non ne volevo proprio sapere. Niente stava andando come doveva andare, ed io stavo veramente tanto male.

Mi sedetti al mio posto, e accanto a me non c'era nessuno. Luca non era ancora arrivato, il che era abbastanza strano dato che lui arrivava sempre prima di me.

"Florenzi, è tutto okay?" chiese la professoressa di storia entrando in aula.

Lei era la professoressa migliore che abbia mai conosciuto, era sempre disponibile e mi chiedeva sempre come stavo.

Spesso lo faceva in privato, ma con le occhiaie che mi ritrovavo oggi, forse, non aveva potuto evitarlo.

"Sì prof, tutto bene" le sorrisi dolcemente.

Ricambiò il sorriso e tornò alla sua lezione, ma poco dopo la porta dell'aula si spalancò.

Luca entrò col fiatone, mentre la professoressa annotava sul registro la sua presenza.

"D'Orso, e questo ritardo?" gli chiese.

"Ho avuto problemi con la macchina" rispose lui, per poi dirigersi direttamente al banco.

Aveva lo sguardo assente, come se volesse piangere da un momento all'altro, ma non lo faceva. Forse stava passando ciò che stavo passando io.

Lo guardai, muoveva freneticamente la gamba destra mentre si mordicchiava le pellicine delle unghie.

"Luca, tutto bene?" azzardai a chiedere.

Si girò di scatto e incrociò il mio sguardo. Non parlava, non diceva nulla, c'era un silenzio quasi assordante anche se la professoressa stava parlando.

Vidi una lacrima rigargli violentemente il viso, e quasi mi si spezzò il cuore nel vederlo così.

Cosa mi stava succedendo?

"Luca..." sussurrai.

"Possiamo uscire un secondo?" chiese.

Annuii, chiedendo poi alla professoressa di andare in bagno. Lei acconsentì, e poco dopo uscì Luca.

Andammo nelle scale antincendio, ormai quel posto era come un confessionale.

"Che è successo?" chiesi ancora.

"Stamattina mi ha chiamato mio padre dall'ospedale, nonna era ricoverata già da un po' lì. È morta stanotte" rispose.

Lo guardai negli occhi senza parlare, e definitivamente mi si spezzò il cuore. Gli accarezzai la schiena in modo delicato, e lui scoppiò a piangere.

"Non puoi capire Ga, per me lei era tutto. Era la donna più importante della mia vita, più importante di mia madre cazzo! Ste malattie di merda" disse in preda al suo pianto.

"Queste cose succedono Luca, la gente se ne va per i motivi più odiosi. Mi dispiace tanto" sussurrai.

Vederlo così, mi fece cambiare prospettiva. Non avevo mai visto Luca piangere. Era vulnerabile, e mi dispiaceva veramente tanto.

"Lo so Ga, però perché proprio lei?" si lamentò.

"Purtroppo succede Luca, non possiamo evitarlo. Ha smesso di soffrire, pensala così, magari ti tranquillizzi un pochino" gli misi una mano sul volto, dolce.

Lui mi guardò negli occhi, avvicinandosi ancora di più. La mente si scollegò dal cervello, per l'ennesima volta, facendomi andare a fuoco le guance e a tremila il cuore.

"Che fai?" chiesi sussurrando.

"Non posso starti lontano" rispose.

"Devi farlo, non voglio soffrire" dissi senza pensare.

"Io non voglio farti soffrire, tu mi pia-" la suoneria del mio telefono lo interruppe.

Era mio fratello. Mi stava cercando da 10 minuti, avevo circa 20 suoi messaggi su Whatsapp.

-

Stefano

Ga dove sei
Gaia
Dove cazzo sei
C'è Vanessa che sta male
Gaia
Rispondi
Dove cazzo sei
Ma sei fuori?
Manca anche Luca
Sei con lui?
Gaia torna dentro
Vanessa chiede di te
Gaia cazzo rispondi
Non sappiamo cosa dobbiamo fare noi, è svenuta e ora fa fatica a riprendersi
Gaia ma dove cazzo sei finita?
Vanessa chiede ancora di te
Dice che solo la calmi quando le succedono queste cose
Vedi di tornare, Lorenzo ti sta cercando ovunque ma non ti trova
Gaia mannaggia la puttana
Dove cazzo sei

-

"Luca devo rientrare, Vanessa sta male" mi alzai di scatto, e lui con me.

"Che è successo?" mi chiese mentre rientravamo di fretta nell'edificio.

"È svenuta, le succede spesso. Ha la pressione bassa, e soffre anche di attacchi di panico. Mi stava cercando, so come tranquillizzarla" risposi, ed entrai in classe.

La vidi sdraiata a terra accanto al banco, ed io mi avvicinai di fretta a lei.

"Vane, siediti e respira, non ti preoccupare" la presi per le braccia e lei poggiai la schiena al muro.

Fece come le dissi, ed io mi abbassati di fronte a lei.

"Dove cazzo eri finita?" chiese mio fratello.

"Non impicciarti, è tutto okay" sbuffai.

Pian piano lei si riprese, e ci tranquillizzammo tutti. La professoressa smise di fare lezione, concentrando la sua attenzione solo su Vanessa e sul chiamare sua madre.

"No, non serve, mi succede spesso e già lo sa" rispose lei.

Non andava molto d'accordo con la madre, ma conosceva bene le problematiche della figlia.

Sentii mio fratello prendermi per il braccio e trascinarmi fuori dall'aula.

"Che c'è Ste?" sbuffai ancora.

Capivo che mio fratello era geloso, ma a volte esagerava.

"Eri con Luca?" chiese ancora.

"Sì, sua nonna è morta e sta male, aveva bisogno di qualcuno con cui parlare" spiegai, e lui si tranquillizzò.

"Stai attenta Ga, non voglio che tu soffra" sussurrò prendendomi per mano.

"Nemmeno io, per questo sono sicura che non accadrà mai nulla tra noi. Era semplicemente triste, e piangeva, voleva qualcuno con cui sfogarsi" gli sorrisi dolcemente.

Mi abbracciò molto forte, voleva davvero che io non stessi male per lui. Eppure non aveva nulla di cui preoccuparsi, tanto non sarebbe mai successo niente tra me e lui.

spazio autrice.
scusate l'assenza di questi giorni, ma eccomi tornata❤️

Ricordi di queste sere, parlando di stare insieme Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora