𝙁𝙖𝙩𝙩𝙞 𝙥𝙤𝙧𝙩𝙖𝙧𝙚 𝙖 𝙘𝙖𝙨𝙖

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Uscii di casa per raggiungere Vanessa e Lorenzo in piazza, ma trovai solo lei intenta a chiamare qualcuno.

Non era lontanissima da casa mia, ma comunque dieci minuti buoni ce li mettevi a piedi. A me piaceva tanto camminare, mi schiariva le idee.

"Lorenzo sta arrivando, cinque minuti ed è qui" mi avvertì appena mi sedetti accanto a lei.

Annuii silenziosamente, ma quel silenzio lei lo conosceva bene.

"Che è successo?" mi chiese.

"Quel montato di Luca, Sono Il Più Bello Del Mondo, D'Orso era a casa mia oggi pomeriggio. Organizzava un evento con Stefano, mi hanno chiesto di andarci" le raccontai.

"Ci vogliamo andare?" chiese sorridendo.

"Non lo so Vane, non mi va tanto" sospirai assonnata, avevo dormito in questi giorni.

"Dai Ga, ci sono tutti mica siamo sole con quell'idiota. Anche se è l'idiota più sexy che abbia mai visto" sorrise con gli occhi da sognatrice.

"Vanessa!" esclamai per rimproverarla

"Senti Ga, veramente. Quel ragazzo è il Dio del sesso, non hai idea di come cazzo scopa bene. Non ti dico di perdere la verginità con lui, ma un pensierino ce lo farei se fossi in te" ammiccò la mia amica.

"Ma smettila, questa ci arriva vergine fino al matrimonio!" gridò Lorenzo da dietro di noi.

Io e Vanessa sobbalzammo, ritrovandocelo, poi, d'avant al viso con un sorrisetto sul volto.

"Mi hai fatto prendere un colpo!" esclamai io con una mano sul petto.

"Il colpo vorresti prenderlo tu dal fighetto con la tuta della Nike" sorrise perverso Lorenzo.

"Ma neanche per sogno" gli risi in faccia.

"Non ho detto di chi stavo parlando, tu mi hai appena confermato che pensi a lui" ridacchiò furbo, facendomi innervosire.

"Finitela entrambi, volevo solo andare a bere qualcosa in santa pace dopo un pomeriggio estenuante con la sua presenza in casa" sbuffai.

I miei amici mi presero per mano e mi portarono nel pub davanti alla piazzetta. Ordinarono un Quattro Bianchi per me, per loro due Mojito.

"Volete farmi ubriacare?" chiesi ridendo.

"Sì!" esclamarono in coro.

Continuammo a bere, bevemmo talmente tanto che non sapevo neanche a quanti drink ero arrivata.

Non ragionavo, ero troppo ubriaca. Ero ubriaca come Vanessa e Lorenzo, ma loro ragionavano un minimo.

Io no, per niente. Perciò entrai nel bagno e mi accasciai al gabinetto per vomitare, ma qualcuno mi prese i capelli e mi tenne la fronte.

"Butta fuori tutto" disse quella voce, ma non riuscivo a capire chi fosse.

Dopo aver detto ciò, cominciai a vomitare tutto quello che avevo bevuto. Cercai di alzarmi, ma non avevo le forze per farlo.

Poggiai la schiena alle parenti del bagno, guardando le Nike bianche di questo ragazzo che mi aveva appena aiutata.

Era Luca. Cosa ci faceva qui? Come sapeva che mi ero chiusa in bagno a vomitare? Mi aveva seguita per caso?

"Stai meglio?" chiese dolcemente.

Luca D'Orso era diventato improvvisamente dolce? Anche se ero molto ubriaca, non mi sembrava minimamente vero.

Biascicai un "sì", per poi provare a rialzarmi, ma cadendo miseramente a terra mentre lui se la rideva.

Si avvicinò a me prendendomi per mano, ma io mi allontanai di scatto tornando a terra.

Non volevo nemmeno che mi sfiorasse.

"Ma che cazzo vuoi?" lo ammonii guardando in basso.

"Ti sto solo aiutando Ga, smettila" sbuffò.

Lo guardai negli occhi, e lui mi prese di nuovo per mano facendomi alzare.
Mi porto al lavandino per farmi sciacquare la faccia, e poi mi diede una gomma da masticare.

"Ti porto a casa, vieni, ho la macchina qui fuori" mi invitò a seguirlo, ma mi tirai nuovamente indietro.

Lo guardai ridendo, e lui sembrava molto confuso dalla mia reazione.

"Credi che salirò nella tua auto come tutte le ragazze che ti scopi?" dissi tagliente, mentre cercavo di sedermi nel piccolo spazio tra due lavandini.

"Non mi scopo nessuna in macchina, non ci faccio salire nessuna ragazza" insistette.

"Non verrò con te" gli puntai il dito contro, e lui si avvicinò a me.

Mise le mani sulle mie cosce scoperte dal vestito che stavo indossando, facendomi accaldare.

"Levati da qui" lo fulminai con lo sguardo.

"Fatti portare a casa bambina, solo questo" ghignò perverso, ed io mi innervosii ancora di più.

Sbuffai ed accettai il passaggio, non potevo tornare a casa da sola in quelle condizioni.

Non ero molto in grado di intendere e di volere in quel momento, perciò penso che se non si fosse fermato lui, sarei anche andata oltre.

Fossi stata sobria lo avrei preso a schiaffi, ma non ne avevo nemmeno la forza.

Poco dopo mi ritrovai nella sua auto, con Vanessa e Lorenzo. Dopo aver lasciato loro nelle rispettive case, proseguì la strada per la mia.

"Stai meglio?" chiese ancora.

Non risposi, posai semplicemente la testa sul finestrino guardando Salerno in velocità. Guidava velocemente quasi come mio fratello, e mi stavo rilassando molto.

Poco dopo arrivammo a casa mia, e lui si fermò sotto al palazzo spegnendo l'auto.

"Dai, ti aiuto a salire" sussurrò, ma lo fermai.

"Cosa vuoi da me, Luca?" chiesi decisa.

Lui sorrise senza rispondere, cosa che a me diede particolarmente fastidio.

"Ti ho notata dal primo momento, ma sei la sorellina di Stefano e lavoriamo insieme, non potevo manco avvicinarmi" rivelò.

"Perché lo stai facendo adesso?" continuai a chiedere.

Sbuffò accendendosi una sigaretta, per poi avvicinarsi al mio viso e sussurrare: "Perché mi sono stancato di fingere".

Lo guardai incantata quasi, ma non mi stavo dimenticando di come trattava le sue prede. Ed io, sicuramente, non sarei stata una di loro.

Uscii dalla sua auto con lui che mi teneva per un fianco. Avrei voluto picchiarlo.

Mio fratello non era a casa quella sera, era da Roberto con gli altri ragazzi.

"Vieni, ti metto a letto" sussurrò.

"No, vai via" biascicai.

"Gaia, sto solo cercando di aiutarti" insistette.

"Ho detto vai via, faccio io" continuai.

Lui mi guardò da testa a piedi, per poi uscire incazzato da casa mia senza dire un'altra parola.

Avrei dovuto lasciarlo entrare in camera mia e rischiare di fare qualcosa con lui? No, mai. Non sarebbe mai accaduto.

Ricordi di queste sere, parlando di stare insieme Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora