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Mi sveglio nel cuore della notte. Il mio stomaco non ne vuole sentire di stare tranquillo, la voglia di mangiare è troppo forte.

Apro la valigia prendendo un pacco di biscotti, iniziandoli a mangiare uno ad uno con voracità.
Dopo essermi saziata mi alzo da terra e guardo il letto.

Il sonno ormai è bello che andato. Nella mente mi passa l' idea di scendere giù e non so bere un po' e ballare , cose da persone ... Normali.

Prendo un vestito che ricordo aver messo tra i panni nella valigia: nero con le bretelle a nodo, elegante ma non troppo.
Mette in risalto le mie curve e il mio fisico mal nutrito.

Lo scollo è leggero e i lati sono molto appariscenti ma c'è il giusto a coprire cose che vanno coperte.

Esco dalla stanza e mi dirigo verso le ascensore. Metto la chiave magnetica della mia camera nella borsetta che mi porto dietro.

Con la ascensore arrivo fino al piano terra dove la festa sembra appena iniziata.
C'è il triplo della gente di prima.
Chi ballava, chi beveva , chi faceva cose ...

Non si capiva nulla.

Mi avvicino al piccolo bar di prima dove vengo servita dal barista che avevo conosciuto un paio di ore fa. Mi saluta dicendomi di essere felice di rivedermi.
Mi faccio portare un campari dicendogli poi la parola che Giran mi ha detto di usare, infatti lui mi ha solamente sorriso senza chiedere soldi.

Lo bevo lentamente assaporando il sapore forte e intenso.
Dopo un po' lo finisco ma la voglia di continuare c'è.
Non bevo da quasi 12 mesi ... Un anno senza bere, che penserà mia nonno se lo sapesse.

Se ne vanno quattro o cinque campari e non solo loro, la mia testa inizia a girare e senza neanche essermene accorta mi ritrovo in pista a ballare, se si può dire ballare.

Alcool rendeva goffi i miei movimenti e le persone che mi urtavano contro non mi aiutavano.

La musica mi assorda le orecchie e la mia testa mi stava dando segnali di abbandono .

È IL MOMENTO DI ANDARE VIA.

Cammino verso un luogo meno affollato. C'è un area fatta di divanetti che richiamava la mia attenzione. Appena il mio corpo tocca un divanetto ci approfonda dentro. Devo tornare in camera, non posso stare qui. Cerco di alzarmi ma la cosa mi esce difficile al che perdo l equilibrio mettendo storto un tacco .

Stranamente non sento il suolo ma sento una forza esercitata sul mio braccio.

Mi giro e difronte al mio volto mi ritrovo un paio di ali rosso fuoco.
Vedo solo quelle. La figura che sta in mezzo è sfogata , l unica cosa che riesco a capire sono i capelli biondi e la camicia bianca il resto nada, tutto sfumato.

?" Tutto bene"

" S-si"

? " Non sembra, non dovresti rimanere da sola qui, specialmente nelle tue condizioni"

" N- no"

? "Hai una camera suppongo?"

" S-si"

?" andiamo ti aiuto"

" Si"

?" Dov'è "

" C23"

?" Va bene uccellino , andiamo..."
.
Sento le sue mani che mi stringono la vita.

#" HEY PENNUTO, NON FARLA URLARE TROPPO HAHAHAHAH"

Sento qualcuno che grida e dopo di lui altri ed altri. Il ragazzo affianco a me che mi teneva stretta a lui rideva appresso a loro e stringeva sempre di più la presa che aveva su di me... Ho un brutto presentimento.

Darkness RisesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora