CharleneMi svegliai già con la luna storta, avevo dormito male e il mio fratellastro mi aveva svegliato urlandomi addosso. Non poteva andare peggio, lo avrei voluto prendere a sberle ma mi trattenni sorridendoli falsamente.
«Dolce buongiorno, Charlene» urlò nuovamente facendomi balzare sul letto, alzai gli occhi al cielo e con uno sbuffo mi alzai di scatto andandoli incontro «Tappati quella bocca Ivan, sono le sette di mattina» lo minacciai con lo sguardo e mi guardai allo specchio alle sue spalle, presi a sistemarmi la cipolla disordinata con la quale avevo dormito.
I miei capelli ricci erano difficili da trattare, perciò legarli per la notta era la scelta migliore.«Papà è già sveglio?» chiesi guardando Ivan negli occhi, annuì e mi salutò rapidamente prima di dileguarsi sbattendo la porta leggermente, lo avrei ammonito per quel gesto più tardi.
Quel giorno sarebbe stata la mia prima volta nella scuola nuova, ero cambiata molto dall'incidente.
Avevo capito che essere tenera e gentile non avrebbe risolto nulla, perciò mi ero fatta furba e avrei dato la mia fiducia a poche persone, se non a nessuno.Non avevo più visto Nive, aveva cercato di parlarmi e giustificarsi ma non la ascoltai. Avrebbe detto solo menzogne e io ne ero stanca.
Speravo davvero di fare nuove amicizie in quella scuola, era frequentata da tantissime persone e perciò andai sul sicuro. Almeno un amico me lo sarei trovata.
Inoltre Ivan andava in quella scuola e questo facilitava tutto, avrei potuto conoscere i suoi amici e amiche per poi farli diventare anche miei.
Da quel che avevo visto erano davvero carini, avrei potuto farci un pensiero.
Tolsi quelle cavolate dalla mia mente e andai spedita verso il mio armadio, presi un paio di Jeans leggermente larghi e ci abbinai un top verde semplice, presi una felpa da metterci sopra così che se avessi avuto freddo l'avrei indossata. Afferrai poi la cartella nera e dopo essermi messa le scarpe, scesi le scale con velocità inaudita.«Buongiorno, Charlene» mormorò la compagna di mio padre, si chiamava Melany e a me non stava per niente simpatica «Buongiorno anche a te» le sorrisi per cortesia e la superai con tranquillità, avrei dovuto farmi dare un passaggio da Ivan altrimenti sarei arrivata come minimo alla seconda ora.
Non era il massimo arrivare in ritardo il primo giorno di scuola, inoltre dovevo andare dal preside per farmi dire le lezioni e la classe.«Ti aspettavo» mormorò fiero Ivan mentre poggiava sulla portiera della sua Chevrolet nera, era ricco assieme a sua madre e capii subito perché mio padre aveva probabilmente scelto Melany.
«Meglio per te» scherzai mostrando un finto sorriso innocente, scosse la testa e salì in auto; lo seguii a ruota e mi misi comoda poggiando la cartella fra le mie gambe, messi la cintura e rivolsi uno sguardo al profilo di Ivan; alcune ciocche del suo ciuffo moro ricadevano sulla sua fronte mentre i suoi occhi marroni scuro scrutavano la strada con estrema attenzione, bellissimo ragazzo ma vivevamo assieme.
«Ti posso accompagnare io dal preside, se vuoi» propose girando la testa verso di me, mi sorrise ed io annuii prendendo una delle mie Airpods per poi inserirla nell'orecchio sinistro «Dovremmo avere la prima lezione assieme» affermai ricordandoli che studiavamo gli stessi corsi «Oh.. vero» mormorò ridendo di gusto mentre stava attento alla guida, mi persi nelle sue mani per vari secondi.
Era una delle cose che amavo nei ragazzi, il secondo posto era dei tatuaggi. Erano davvero attraenti, soprattutto sui ragazzi dal mio punto di vista, scossi il capo in un movimento quasi impercettibile e mi dilettai a guardare l'esterno.Arrivammo a scuola esattamente a un minuto dalla campanella, per fortuna non era considerato ritardo.
«L'ufficio è quello laggiù, ci vediamo in classe lenny» rise per lo stupito soprannome che mi aveva assegnato ed io lo fulminai con lo sguardo, una volta girata risi anche io.
Mi diressi verso una porta di legno scuro e sembrava addirittura pregiato, era davvero carino come ambiente; a terra poggiavano delle piastrelle bianco sporco mentre i muri erano grigio chiaro. Era un posto tranquillo e sembrava davvero angelico, se non fosse per le persone contenenti.
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Ignis facit bona
ChickLit«Ignis facit bona - il fuoco fa bene» * «Mi hai fottutamente ignorata!» gli urlai contro fissandolo nelle iridi ormai senza energie, vuote da ogni emozione. «E sai cosa?» domandai. «Sono stata fottutamente stupida a fidarmi di te, anche solo per un...