IvanDopo la notizia di Liam, decisi di fiondarmi nella camera di Charlene sicuro che probabilmente si stesse preparando per andarci. Glielo volevo impedire.
La sua porta in legno scuro mi si presentò davanti e non ci pensai neanche prima di cominciare e bussare, ripetutamente e con insistenza.
«Arrivo!» sbottò con voce infastidita, sentii i suoi passi sempre più vicino finché il legno venne sostituito dalla sua sagoma.
I suoi occhi taglienti si addolcirono alla mia vista, le sorrisi ed entrai senza permesso nella sua stanza. Le lenzuola grigie del letto erano ancora in disordine dalla mattina stessa e il suo armadio ancora aperto.
«Vai da qualche parte, Lenny?» domandai collegando ogni cosa, l'armadio aperto, i suoi vestiti, i capelli sistemati e il leggero trucco.
Si sistemò la gonna sui fianchi e mi rivolse uno sguardo. «Esco con Ashton, devo aiutarlo con una ragazza..» bofonchiò.
La situazione fra lei e Ashton era spesso fraintendibile, soprattutto per me, ma sentire quella cosa mi fece sorridere. Speravo non stesse mentendo e che davvero lo aiutasse a trovarsi una ragazza, che non fosse lei.
Annuì. «D'accordo, stai attenta.».
Mi lanciò uno sguardo interrogativo e io feci segno ai vestiti da lei indossati, il nostro paesino non era per niente sicuro e soprattutto per una ragazza vestita in modo attraente, era pericoloso.
I capelli ricci e scuri le ricadevano oltre le spalle, creando dei boccoli perfetti e lucenti. Il leggero trucco che era solita fare comprendeva il mascara e un rossetto random, ogni volta diverso. Il top viola scuro con le bretelle fini circondate dal pizzo era ben visibile e prendeva la vista a causa del colore acceso seppur scuro, mentre la gonna nera e stretta completava il suo vestiario frizzantino assieme alle scarpe da ginnastica bianche, marcate Nike.
Mi sorrise. «Sono sempre attenta, tranquillo..» mormorò distrattamente prendendo una borsa nera di piccole dimensioni con un catena in argento attaccata ad entrambi gli angoli, «tornerò tardi, non aspettarmi sveglio. A domani.» mi lasciò un bacio sulla guancia prima di catapultarsi fuori dalla stanzetta ancora in disordine, lasciandomi lì da solo.
Annuii e sbuffando mi avviai anche io alla porta, chiudendola dietro di me. La vidi scendere le scale con tranquillità mentre smanettava sul suo telefono, sussurrò qualcosa a me incomprensibile e salutò mia madre prima di lasciare la casa. Qualcosa non mi convinceva, ma non seppi cosa.
Il suono fastidioso del mio cellulare mi fece sbuffare nuovamente, lo acchiappai dai jeans neri e me lo portai all'orecchio.
«Si?» fiatai. «Tra poco sono da te, Ivan.» la voce melodiosa di Angelina mi arrivò dritta al cervello, mandandomi in crisi.
La sua compagnia era sempre piacevole e a me lei interessava, sul serio. Ma non ero un ragazzo portato per quelle scemenze, in una relazione mi sentivo incatenato e privato della mia libertà. Sentivo come se fossi obbligato a stare in una stanza buia e chiusa a chiave, da solo senza via d'uscita. Le catene ai polsi, imprigionato alla parete e limitato a parlare di quanto sarei stato un bravo e dolce compagno.
Angelina non mi aveva mai fatto sentire in quel modo, aspettava me e le ero grato per quello. Il pensiero di dover prendere una decisione mi stava dando alla testa, avevo bisogno di lei ma allo stesso tempo avevo paura di fare qualcosa e infrangere la sua dolcezza e fiducia. Potevo solo rischiare, sperando di vincere.
Mi richiamò. «Ivan?».
Deglutii. «Ci sono, ci sono. Tra quando sei qui?..» il suono di un clacson mi arrivò alle orecchie e mi velocizzai nel scendere le scale.
«Sono già qui.» attaccò ridendo e scossi la testa divertito.
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Ignis facit bona
ChickLit«Ignis facit bona - il fuoco fa bene» * «Mi hai fottutamente ignorata!» gli urlai contro fissandolo nelle iridi ormai senza energie, vuote da ogni emozione. «E sai cosa?» domandai. «Sono stata fottutamente stupida a fidarmi di te, anche solo per un...