Capitolo 11

589 30 8
                                    



Charlene

Ero seduta con le gambe incrociate sul mio letto, stavo riflettendo da ormai mezz'ora. Le pareti colorate su cui avevo puntato gli occhi per pensare stavano diventando sempre più nere, cominciavo a vedere sfocato e decisi di prendere una pausa.
All'improvviso sentii il mio telefono prendere vita affianco a me, girai la testa nella sua direzione e lo afferrai con sicurezza. Sbuffai vedendo di chi si trattasse.

«cosa c'è?» chiesi senza tenerezza e sentii uno sbuffo arcigno dall'altra parte «non rispondermi così, portami rispetto» affermò con cattiveria e io rimasi zitta ormai stanca dei suoi modi nei miei confronti «parla e falla finita» aggiunsi con disinteresse, sentii del silenzio e un piccolo rumore di metallo «il padre di Ivan è in ospedale» disse tutto d'un fiato e per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva.

Deglutii e mi guardai attorno.
«perché me lo dici a me?»
«Melany non mi risponde al telefono, gradirei che le riferissi tutto» affermò con tranquillità e mi si mozzò il fiato, avrei dovuto dirle che il suo ex marito stava all'ospedale senza sapere la sua situazione o se stesse rischiando la vita?

«è in pericolo?» chiesi non volendolo davvero sapere «è in sala operatoria, ci vediamo tra qualche ora a casa» mormorò «a dopo Charlene, parlagliene ora per favore» detto questo chiuse la chiamata e mi ritrovai in panico totale.
Non sapevo come dirglielo, era in pericolo di vita e sapevo quanto Ivan gli volesse bene. Non ci pensai ancora e mi alzai dal letto in uno scatto fulmineo, uscii dalla mia camera incurante di chiuderla dietro al mio cammino e scesi rapidamente le scale.

Trovai Ivan seduto sul divanetto con affianco la donna bionda a cui ormai volevo tanto bene, mi ero affezionata a lei e non seppi neanche darmi una valida motivazione di quell'atto non da me. Dopo la morte di mia madre pensavo di non sentire mai più l'affetto materno che provavo con lei, invece con Melany lo avevo percepito nuovamente.
Mi palesai davanti alla loro vista e sospirai cercando di non impanicarmi ulteriormente.

La donna mi guardò con sguardo preoccupato e Ivan distolse gli occhi dal telefono che aveva in mano.
«Adrian è in ospedale» affermai di colpo buttando fuori quello che dovevo riferire senza mezzi termini, vidi Melany strabuzzare gli occhi e potei sentire lo sguardo spezzato di Ivan su di me.

«mio padre mi ha detto che è in sala operatoria, non so cosa sia successo ma mi ha detto di riferirtelo siccome non rispondevi al telefono.»

Rimasi in silenzio aspettando un commento da parte loro, ma l'unica cosa che ricevetti era lo sguardo di Ivan su di me. Era preoccupato e potevo sentire il dolore della notizia appena detta da me nel suo corpo, lo capivo più di chiunque altro. Avevo provato lo stesso alla morte di mia madre, volevo abbandonare tutto compresa la mia vita.
Si alzò di scatto e mi passò davanti andando verso le scale, che salì con rapidità.

Rimasi come pietrificata e sentii Melany sospirare per trattenere le lacrime.
«va da lui, Charlene» affermò con voce rotta ed io non persi tempo, salii le scale con velocità inaudita e mi parai davanti alla sua porta.
Bussai.
Sentivo dei respiri profondi e nient'altro, senza pensarci e perdere altro tempo spalancai la porta. Entrai e mi diressi verso Ivan.

Era seduto sul letto con una mano sulla tempia sinistra, mentre l'altra sulla fronte. Alzò lo sguardo verso di me e mi venne incontro, allacciò le braccia attorno al mio corpo esile e mi strinse a se con delicatezza.
Gli accarezzai la schiena con tenerezza e cercai di non mettere brutte sensazioni addosso.
«morirà non è così?..» si allontanò da me e mi guardò con sguardo rotto, stava soffrendo e forse avrei dovuto dare la notizia con più riguardo.
Sapevo bene cosa stesse provando, il dolore e la consapevolezza che potesse non rivederlo più, ma dovevo farlo sperare nella positività della situazione.

Ignis facit bonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora