CharleneLa mattina della partenza era stata abbastanza turbolenta, come il viaggio. Ivan non mi aveva lasciato scampo neanche un secondo, mi aveva detto di voler sapere esattamente tutta la storia, dal primo dettaglio all'ultimo. Non opposi resistenza, come invece mi ero imposta di fare, e gli raccontai tutto. Omettendo la storia di Ashton, come da vecchi compromessi.
Il viaggio procedette tranquillo se non fosse stato per le numerose turbolenze che ci avevano assalito, facendomi andare in panico totale per una buona percentuale di volte.
L'idea che potesse precipitare non era molto allettante per le mie paranoie, Ivan ripeteva che erano cose da sempre e soprattutto che saremo arrivati a New York sani e salvi.E così era stato, una volta atterrati ci eravamo fiondati tutti all'interno del bar dell'aeroporto. Angelina aveva preso una ciambella alla cioccolata, alla quale avevo detto un categorico no, mentre i ragazzi avevano optato per una colazione salata al contrario della bionda. Avevano preso con tanto desiderio delle uova e del bacon, odiavo quelle tipologie di cibo alla mattina.
E come quasi sempre ero l'unica ad essere rimasta piuttosto sobria e con una decisione sana. La mia tazza di latte freddo e la barretta proteica spruzzavano aria genuina da tutti i pori, ciononostante erano perfetti assieme.
Dopo il saluto affettuoso di Thomas, che arrivò da me con un cappuccino in mano, toccò all'occhiata di Adrian. Il capo della squadra di football, o almeno così ricordavo.
Non seppi ben identificare quello sguardo ma non ci diedi dato molto peso.Ero concentrata sul moro pieno di tatuaggi affianco a me, stava mangiando con grande tranquillità mentre rivolgeva qualche occhiata al tavolo della squadra, precisamente a Thomas, che qualche volta, procedeva nel girarsi verso la mia direzione per sorridermi.
Ridacchiai di nascosto a quella sua irritazione e ascoltai lo scambio repentino di battute di Adam ed Ethan. Per quei due litigare era facile come bere un bicchier d'acqua, come fare pace poi dopo. Battibeccavamo per qualsiasi cosa, ma sotto si celava un rapporto di amicizia forte e fedele.
Tayler era propenso a scrivere in modo eccessivo a sua madre, che a quanto avevo capito, era preoccupata per il volo e per le condizioni meteorologiche. Fuori c'era una tempesta e proprio per quello il volo non era stato dei migliori.
Ivan, invece, era l'unico fra i cinque a mangiare in maniera del tutto spensierata, o forse era assorto nelle sue riflessioni tanto da sembrare completamente privo di preoccupazioni. Di tanto in tanto mi rivolgeva uno sguardo dolce per poi passare alla bionda al mio fianco, lasciandole un occhiolino divertito.
Una volta finito di fare colazione, il preside fece nuovamente l'appello e una volta constatato che tutti fossero vivi e sotto il suo controllo, precedette a farci tornare a casa con ordine.
L'auto di Ivan era ancora parcheggiata al proprio posto, senza graffi o nuovi problemi.La raggiunsi senza troppi giri di parole assieme ad Angelina, che dopo avermi salutato e parlato con Ivan, tornò indietro per raggiungere suo cugino. Non avevamo salutato nessuno oltre a lei, anche perché ci trovammo esattamente dopo mezz'ora di strada a casa mia e di Ivan.
Come da programma i quattro ragazzi si sarebbe fermati a cena da noi, e dopo l'assenso di Melany e quello faticato di mio padre, avevamo deciso che fosse un'ottima idea.
Appena messo piede in casa, Melany mi salutò in maniera calorosa e soprattutto materna, mentre per Ivan la presenza di suo padre dimesso dall'ospedale fu un'enorme sorpresa. Molto apprezzata, ne avevamo parlato io e Melany attuando un buon piano per far sì che non poté aspettarselo, partendo dall'auto nascosta e dal non farmi scappare nulla.Sarebbe andato via quella sera, prima di cena. Sarebbe rimasto un po' di tempo per parlare con mio padre di un lavoro, di una cena di lavoro. Farneticavano di come fosse importante e di quanto ci fosse in ballo, avevo sentito fosse un evento elegante e di come fosse rinominato da svariati imprenditori di notevole successo.
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Ignis facit bona
ChickLit«Ignis facit bona - il fuoco fa bene» * «Mi hai fottutamente ignorata!» gli urlai contro fissandolo nelle iridi ormai senza energie, vuote da ogni emozione. «E sai cosa?» domandai. «Sono stata fottutamente stupida a fidarmi di te, anche solo per un...