CharleneLa scorsa sera era stata fantastica, l'adrenalina mi aveva fatto diventare pazza da legare. Avevo seriamente partecipato ad una gara illegale, mi ero fatta desiderare dalla folla ed ero diventata la ragazza viola.
Mi adoravano e alcuni erano addirittura scesi dagli spalti per darmi il loro numero, cose da matti. Non avrei mai pensato di poter arrivare seconda, neanche prima o terza.
Avevo fatto vincere Ashton perché non volevo arrivare nella sua posizione, non volevo tutta l'attenzione addosso. Avevo comunque ottenuto molti occhi su di me a causa della mia brutta idea di andare come anonima, alla fine era stata una bella esperienza e Bob mi aveva chiesto il numero per avvisarmi delle prossime gare. Aveva detto che mi aveva seguita tutta la gara e che gli piaceva come guidavo, avevo solo diciannove anni ma grazie alle mie vecchie conoscenze sapevo usare con padronanza le auto.Dopo la conversazione con Ivan ero andata a salutare Bob per poi successivamente andare a casa, mi aveva prestato l'auto viola con cui ero diventata "conosciuta" in quella gara e avevo guidato fino a casa con tranquillità. Avrei dovuto subirmi le domande di mio padre appena sarebbe arrivato a casa e dopo aver notato un auto così costosa nel garage di casa sua.
Decisi di scendere pronta a rispondere a quelle di Melany che aveva sicuramente adocchiato un auto del genere a casa sua. Non era nera oppure grigia, era di un viola scuro ben visibile.Scesi le scale con addosso ancora il pigiama composto da dei pantaloncini aderenti neri e un top rosa con delle capre sopra, era infantile ma era davvero carino.
«buongiorno Melany!» esclamai entusiasta mentre facevo il mio ingresso in cucina, si girò sobbalzando e mi lanciò uno sguardo curioso «la macchina viola, costosa, e che amo alla follia è tua?» domandò avvicinandosi a me con cautela, ridacchiai e rimasi a riflettere. Avrei potuto dire che era mia? avrei dovuto riportargliela perciò non l'avrei tenuta.«mi è stata prestata da un amico, gliela riporterò oggi» affermai con un sorriso in volto «è fantastica lo so» aggiunsi subito dopo facendo ridere la donna bionda, la seguii a ruota e mi sedetti con lei sugli sgabelli della penisola.
«mangi qualcosa?» chiese con cortesia e gentilezza mentre io mi limitai a scuotere la testa «solo un bicchierino di latte, freddo» specificai e lei annuì andandomi a prendere una tazza piccola e il latte dal frigo, le sorrisi dolcemente e feci cadere il liquido bianco nella tazzina beige di Melany.
L'afferrai e senza fretta ne bevvi un sorso sostanzioso, mi guardò e assottigliò gli occhi rivolgendo la sua attenzione alle scale. Sospirai per niente pronta ad affrontare Ivan, dopo la scorsa notte non volevo parlargli. Non sapevo cosa dovevo dire o se dovevo dire qualcosa.«buongiorno tesoro» lo salutò lei con un sorriso tenero in volto, lo sentii ricambiare sussurrando debolmente e si sedette affianco a me. Percepivo il suo sguardo su di me ma non ricambiai, non sapevo come comportarmi e soprattutto cosa dirgli. Quel che pensavo glielo avevo detto la scorsa sera, non avevo nient'altro da aggiungere.
«buongiorno lenny..» mormorò con voce bassa e si appoggiò alla mia spalla col mento, sospirai e spostai lo sguardo nei suoi occhi «buongiorno Ivan» risposi sorridendo dolcemente e tornai con lo sguardo verso il mio latte freddo, lo portai alle labbra e bevvi il liquido rimanente all'intento della tazzina.Si staccò da me e io potei alzarmi con tranquillità, misi a posto lo sgabello e andai verso il lavandino. Ci posai dentro la tazzina e con un sorriso di circostanza superai entrambi dirigendomi verso le scale, amavo Ivan di un'amore fraterno ma ora come ora non sapevo cosa fare. Mi sarebbe piaciuto tornare come prima senza dire nulla, accantonare l'accaduto in una stanzina dimenticata e parlare come niente.
Aprii la porta della stanza e mi ci fiondai all'interno, la chiusi dietro di me e andai verso i miei vestiti già preparati sul letto. Mi spogliai velocemente del mio pigiama e indossai i jeans a zampa, presi la maglietta corta con le maniche lunghe viola giusto per stare in tema con la sera precedente.
Ci abbinai degli orecchini del medesimo colore assieme alla collana del set, rappresentavo il colore viola per eccellenza. Sembravo un evidenziatore, l'unica pecca era che il viola che indossavo era scuro e non acceso. Preferivo i colori tendenti al nero, ma dipendeva tanto dai giorni. Oggi mi sentivo gioiosa perciò indossavo cose colorate.
STAI LEGGENDO
Ignis facit bona
ChickLit«Ignis facit bona - il fuoco fa bene» * «Mi hai fottutamente ignorata!» gli urlai contro fissandolo nelle iridi ormai senza energie, vuote da ogni emozione. «E sai cosa?» domandai. «Sono stata fottutamente stupida a fidarmi di te, anche solo per un...