AshtonLèssi rapidamente il messaggio del mio informatore, lo rilessi innumerevoli volte prima di comprendere davvero la frase impressa sullo schermo.
Credo di aver scoperto dove si trova tuo padre, si è allontanato notevolmente Ashton. Se ti va di cercarlo, lo troverai a Detroit.
Si era spostato, si era trasferito e si era dimenticato di mia madre, nonché il suo primo amore.. come diceva lui.
Sospirai pesantemente prima di passarmi il braccio dietro la testa e mi ci appoggiai, guardai le guance rilassate e il viso spensierato di Charlene al mio fianco.
Le labbra socchiuse e le palpebre rilassate, la mia maglia esageratamente grande per lei si era lievemente accartocciata sotto il suo mento. Le sua ciglia lunghe erano piegate all'insù e il suo naso piccolo aveva una duna quasi imperteccipibile, finendo all'insù anch'esso.
Aveva del rossore sugli zigomi, e dedussi che fosse trucco non tolto. Mi accorsi di essermi calmato e di non aver pensato per qualche attimo a mio padre, quella ragazza era incredibile.
Mi misi a sedere sul mio lato e le diedi la schiena, controllai l'ora dal telefono sul comodino e sbuffai apertamente vedendo quanto fossimo in ritardo. Pensai di non andare a scuola e di restare ad indagare su mio padre e la sua nuova vita.
Mi alzai e afferrai la maglia bianca dalla poltrona affianco al mio armadio in legno chiaro, la indossai velocemente e camminai fino al lato della mia viola.
La scossi lievemente. «Mh?» mugugnò prima di voltarsi e darmi le spalle, annuì.
Cominciamo bene.
Posai la mano destra sulla sua spalla e la tirai verso di me, con il viso rivolto verso il soffitto. «Charlene..» asserii ad alta voce intento a svegliarla, ma niente di niente.
Risi silenziosamente e con delicatezza posai la mano sulla sua guancia sinistra, la accarezzai e provai nuovamente a scuoterla. «Ti stacco le braccia, Ash..» farfugliò aprendo l'occhio destro per poi aprire anche l'altro.
Scoppiai a ridere e la fissai. «Non ci riusciresti, violetta» la presi in giro alzandomi, rimasi a guardarla dall'alto.
I suoi occhi verso il soffitto per far combaciare gli sguardi erano sicuri e divertiti, mi faceva un certo effetto e ne era pienamente consapevole.
«Te lo faresti fare..» sussurrò artigliando gli angoli delle labbra verso l'alto in un sorriso per niente casto, si alzò sui gomiti per dare maggior importanza alla sua prossima frase.
«Ti faresti fare ogni cosa da me, Crane» sorrise maliarda prima di sgusciare via e scendere dall'altro lato, incurante del mio sguardo insistente su di lei.
La guardai muoversi verso lo specchio con solo la mia maglia addosso, la osservai sistemarsi i capelli in una cipolla disordinata con dei boccoli lasciati cadere, percepii il suo sorriso divertito e mi limitai a guardarla.
Solo guardarla.
Si girò lentamente e mi venne incontro, alzò il viso e inchiodò i suoi occhi marroni nei miei. «Dobbiamo vestirci per andare a scuola.» affermò posando le mani sui miei fianchi prima di abbracciarmi ridendo.
Cercò di tirarmi verso l'armadio senza successo, cosa che mi fece ridere senza filtri. «Sei pesante, non vale» bofonchiò dandomi le spalle da finta offesa.
«Non andrò a scuola oggi» sganciai la bomba di colpo, facendola voltare rapidamente, alzò un sopracciglio e fece un passo verso di me. «Dove vai allora?».
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Ignis facit bona
ChickLit«Ignis facit bona - il fuoco fa bene» * «Mi hai fottutamente ignorata!» gli urlai contro fissandolo nelle iridi ormai senza energie, vuote da ogni emozione. «E sai cosa?» domandai. «Sono stata fottutamente stupida a fidarmi di te, anche solo per un...