Capitolo 10

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Ashton

Mi aveva sfidato senza rendersi conto dell'errore che aveva davvero commesso.
Pensava di vincere? era ingenua anche solo a sperarci. Io avrei vinto ad ogni costo, l'avrei provocata fino a farle implorare di lasciarla stare. E solo quando lo avrebbe fatto, allora, l'avrei ignorata vantandomi poi della mia vittoria assicurata.

La settimana era finita in fretta ed ogni momento passato assieme era una chance per provocare a vincere, ormai sembravamo una coppietta tossica che continuava a cercare reazioni nell'altro.
Ma in realtà eravamo in pieno gioco, un gioco che avrebbe vinto il sottoscritto.

Mi rivolgeva occhiate provocanti ogni volta che ne aveva la possibilità e il fatto che mi eccitassi per così poco mi faceva perdere il controllo, mi arrabbiavo per quello e anche perché non aveva ancora ceduto a me, al mio aspetto e al mio carattere.
Eravamo più simili di quello che pensavo, lei resisteva e io anche. Era una guerra aperta e chiunque si fosse intromesso nel campo, avrebbe ricevuto solo delusione da ognuno dei due.

Mi dispiaceva per Tayler perché sapevo i suoi sentimenti verso la riccia insopportabile, ma la sfida veniva prima di ogni cosa. Ero egoista a pensare prima ad una vittoria per orgoglio che alla cotta di un mio amico che conoscevo da molto tempo, ma la situazione era quella e lui lo avrebbe capito. Avevo intenzione di parlargliene apertamente e senza peli sulla lingua, volevo dirgli perché ero sempre vicino a lei e perché stavo cercando incessantemente le sue attenzioni. Il mio obbiettivo era il suo cedimento, e sarebbe successo presto. Ero determinato e avrei vinto.

Sentii il cellulare squillare insistentemente e senza perdere tempo risposi trattandosi della ragazza in questione.
«Ashton..» mormorò evidentemente in soggezione, non avevo mai sentito la sua voce così turbata; era una ragazza decisa e quasi sempre solare.
«sei già andato dal prossimo uomo?» domandò con inquietudine ed io sospirai, Jason aveva fatto il suo nome ma non avevo ancora fatto tempo a prendermi anche la sua vita.

«no, perché?» chiesi e senza perdere tempo guardai l'orologio al polso sinistro, erano le sei e il buio stava sostituendo il cielo chiaro del giorno «sono fuori dal cinema, c'è un uomo che mi sta apparentemente seguendo» affermò con tono basso e la sentii deglutire con insistenza «credo sia lui oppure uno mandato da lui» aggiunse «cosa vogliono da me!» esclamò esasperata, essere seguita in uno di questi quartieri non era una novità ma era pur sempre terrificante per le ragazze.
Senza rifletterci più di tanto afferrai le chiavi della macchina e mi precipitai alla porta della casa di mio padre, la chiusi sbattendola e andai verso la mia Corvette nera. La sbloccai col tasto sulle chiavi e tornai alla chiamata con interesse.

«dove ti trovi?» le chiesi con pacatezza per non farla agitare di più di quello che già era «sto girando attorno.. non so dove sono» mormorò e sentii la voce incrinarsi «ero occupata a guardare quell'uomo» si giustificò subito dopo ed io annuii non sapendo come procedere.

«cos'hai intorno?» domandai nuovamente nella speranza di riconoscere i dintorni del cinema, ci andavo spesso.
«vedo un locale in cui probabilmente ci sono delle stripper, vedendo il cartello fuori» ammise preoccupata «c'è un parco abbandonato e un'officina di moto» concluse ed io riconobbi subito il posto, era dove avevo comprato la mia moto il primo giorno d'estate dell'anno scorso.

«perfetto, cerca di stare in quel punto» affermai e misi in moto l'auto.
«arrivo» con fretta uscii dal mio quartiere e andai diretto verso quel territorio familiare «d'accordo, a dopo» disse «fai in fretta, Ashton» aggiunse con voce assente prima di chiudere la chiamata.

Non sapevo perché mi stesse importando così tanto di lei, ma vedere una ragazza così forte come lei turbata e inquietata in quel modo mi aveva messo in agitazione. Avrebbe potuto difendersi da sola, siccome ero sicuro che sapesse esattamente come atterrare un uomo, ma il pensiero che potesse essere uno dei tanti ad essere dietro all'omicidio di mia madre mi aveva fatto incazzare.
In qualche modo avevano scoperto che lei aveva attirato l'uomo precedente a loro per poi lasciarlo nelle mie grinfie, probabilmente era questo ad averla fatta desistere dall'uccidere l'uomo in questione.

Ignis facit bonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora