Capitolo 23

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Charlene

Ricontrollai l'orario sul mio cellulare e cercai di tranquillizzarmi.

00:00

Mezzanotte precisa. L'orario in cui avevo detto a Diego di vederci, quella sorta di uscita l'avevo programmata appena arrivata a casa. Non ne avevo parlato con Ashton a causa della sua assicurata disapprovazione.

Mi ero fatta accompagnare da Ivan fino a casa di Liam, era da molto che non lo vedevo e mi aveva aggiornata di una presunta gara il giorno dopo, a cui sarei stata presente con molta probabilità.

Gli avevo chiesto l'auto viola, avevo bisogno di un mezzo su cui spostarmi da sola e farmelo prestare da lui era la prima idea venuta in mente, ovviamente accettò subito.

Riguardai le rifiniture di quella fantastica Porsche violetta, il cruscotto spento e le piccole lucine rosse all'interno, estrassi le chiavi con lentezza e sospirai cercando di rimanere positiva. Dovevo sapere se potevo stare tranquilla con lui oppure no, dovevo semplicemente sapere.

Il locale che avevo deciso era uno dei soliti, un pub a dir poco fantastico. Musica, gente simpatica e non, il barista che avevo conosciuto l'estate precedente e i led che saettavano da una parte all'altra.

Dovevo rilassarmi altrimenti in caso fosse stato al corrente sarebbe saltato tutto, ogni mio piano sarebbe andato in frantumi per colpa mia. Vidi un ragazzo alto e moro entrare nel locale con fare sospettoso, si guardava attorno svariate volte e aspettava qualcuno.

Aspettava me.

Era Diego, e sicuramente non era un atteggiamento che le persone normali usavano di solito, era come.. ansioso.

Scesi dall'auto appena lui superò l'ingresso chiudendosi la porta alle spalle, bloccai l'auto e con riguardo feci passi verso l'entrata. Mi guardai dietro, di fianco e pure sopra, non c'era nulla di strano ma il mio sesto senso parlava chiaro, stai attenta.

Lo squillare del telefono mi fece sbuffare infastidita, perciò mi fermai davanti alla porta e lo afferrai accettando la chiamata.

«Charlene, dove cazzo sei?» la voce visibilmente irritata di Ashton mi arrivò alle orecchie.

Guardai il cielo e sospirai pesantemente. «Sono in giro..» restai vaga pur facendolo insospettire, dovevo rimanere lucida e non fargli scoprire nulla.

«In giro?» domandò divertito.
«Fin lì ci arrivo da solo, te lo ripeto Charlene. Dove sei?».

Irritato e infastidito, ecco com'era in quel momento. Sentivo che sospettava qualcosa, ma ignorai quella sensazione.

«Uhm..» mugolai cercando un'idea, mi guardai attorno e vedendo l'auto con cui ero venuta, sorrisi.
«Sono con Liam, mi doveva dire delle cose riguardo.. alla gara di domani sera» affermai e mi complimentai con me stessa per la storiella che avevo inventato su due piedi.

Sentii uno sbuffo da parte sua prima di chiudere la chiamata, sospirai e riposi il telefono nelle tasche del mio jeans nero di pelle. Mi sistemai la camicietta bianca con dettagli in pizzo prima di spalancare la porta in legno scuro, trovandomi davanti le uniche persone a cui avevo pensato per tutta la serata.

Deglutii e gli vidi girarsi tutti e quattro verso di me, come non aspettarselo. Il famoso ragazzo biondo sempre al suo servizio, quel poveretto di Aron che avevo rinchiuso nella mia stessa stanzina, l'uomo che mi aveva rapita e il suo caro figlio Diego.

Merda, ero proprio in trappola.

Mossi lo sguardo verso di lui, Diego abbassò il viso sapendo quello che aveva appena combinato, lui sapeva.
E in quel momento, finalmente, anche io sapevo.

Ignis facit bonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora