Capitolo 24

550 33 45
                                    



Charlene

Mi aveva obbligata ad andare a casa sua e restarci per l'intera notte, era estremamente certo del fatto che non fossi più al sicuro da nessuna parte ma aveva aggiunto che con lui lo sarei stata sempre.

Ero nella sua cucina intenta nel bermi un bel bicchiere d'acqua fresca per svegliarmi dall'episodio di quella sera. Sentii i suoi passi dietro di me raggiungermi e mi girai appoggiando il sedere sul marmo freddo che contornava il lavandino.

Mi sorrise prendendo posto davanti a me. «Stai bene?» domandò preoccupandosi per la sesta volta nell'arco della serata, mi spuntò un sorriso dolce sulle labbra che feci sparire subito mordendomi la guancia.

Annuii. «Sto bene Ashton, credimi.» ridacchiai apertamente prima di sorseggiare l'acqua dal calice pulito, ero solita prendere dei bicchieri eleganti per berci delle cose semplici come l'acqua.

«Un calice?» domandò ridendo di gusto prendendomi in giro. Gli feci la linguaccia prima di strizzare l'occhio destro con ironia.

«Crane, non si prendono in giro le persone.» dissi «è maleducazione!» esclamai indignata mentre lui rideva più forte.

Quando andavamo d'accordo mi piaceva stare con lui, in realtà mi piaceva anche litigarci.

Fece dei passi in avanti posizionando i palmi delle mani sul marmo dietro di me, chiudendomi ogni via di fuga che avevo.

Si avvicinò con lentezza al mio viso e fece sfiorare le nostre labbra. «Ti avevo già detto di non chiamarmi col mio cognome Charlene, non ricordi?» sussurrò soffiandomi sul labbro inferiore per poi lasciarmi dei baci sulla mascella.

Poggiai le mani sulle sue spalle e le accarezzai. «Mi piace provocarti» ammisi morendomi il labbro inferiore prima di sorridere maliziosa.

«Lo vedo.» mormorò. «Anche a me» aggiunse guardandomi negli occhi.

Il desiderio ci bruciava all'interno, me lo passava attraverso il contatto fisico  e mi ustionava dentro. La tensione fra di noi era pericolosa. E io nonostante ne fossi consapevole, continuavo a farla crescere.

Tornò serio causandomi una confusione totale. «Questo..» si bloccò.

Si schiarì la gola e si passò la mano destra attorno al collo come se avesse caldo, o come se la mia presenza gli provocasse in qualche modo un senso di soffocamento.

«Questa cosa fra di noi, Charlene, è sempre più forte.» affermò.

Rimasi stupida dalla conversazione, voleva davvero parlare di.. noi?.
C'era un noi?

«Spiegati meglio.. non comprendo»

«Non sto facendo tutto per gioco, è quello che voglio farmi e farti credere, ma non è così e lo sai.» riformulò esponendo la sua versione del nostro rapporto.

Sospirò voltandosi verso la finestra della cucina alla nostra destra, ammirando le gocce d'acqua scivolare indisturbate sul vetro.

Deglutii. «Intendi dire che fai sul serio?» domandai.

Non avevo seriamente idea di quello che stesse parlando, ero confusa quanto lui. Non avrei mai ammesso di provare sentimenti per lui, ma soprattutto, ne provavo?

«Non provi nulla per me, giusto?»

Il senso di angoscia, il terrore di poter ferire anche lui, nonostante fosse quasi una missione impossibile, tornò a fare capolino nella mia mente. Ero un pericolo costante e stare con me significava rischiare tutto assieme a me.

Ignis facit bonaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora