Non mi sarei mai immaginata tutto ciò

Attenzioni

Sono entrati subito i medici, ci hanno fatto sedere fuori in sala d'attesa e non abbiamo più saputo niente per 1 ora e mezza circa:

F. Non l'ho mai vista così
N. Fede, Fede vedrai che ce la farà
F. E se sono io tutto quello che le ha creato questo casino
J. Federico, che cosa stai dicendo ?  - tempo che Jo mi fa quella domanda e esce il medico e io mi fiondo verso di lui-
F. Come sta ?
D. È stabile, ma deve stare qua un paio di giorni
F. Che è successo ?
D. Probabilmente troppe emozioni, o qualcosa o che avevamo sottovalutato prima. Voi sapete se soffre di qualche malattia polmonare o cardiaca ?
J. No perche ?
D. Perchè ha il tracciato del cuore che è un pochino anomalo, in questi giorni faremo i test e poi la manderemo a casa. Qualcuno deve asssolutamente stare con lei, non puo stare da sola
F. Certo, starò io con lei
D. Se volete entrare da lei, è sveglia

Tutti andiamo verso camera sua e la vediamo lì, fissare un punto fisso che corrispondeva alla poltrona:

G. Pensavo ve ne foste andati
GIO. Non ti lasciamo sola principessa
G. Dovreste, dovete tornare dalle vostre famiglie, io non sono niente e in confronto a loro, sapete come sono fatta e probabilmente tra 2 giorni sarò già inpiedi pronta a fare tutto
F. A dir la verità amore tu devi riposare per 1 settimana minimo
G. Io devo patire per Londra.... Devo muovermi, mettermi impiedi e iniziare a fare progressi, anche perché non è che sia successo chissà cosa - cerca di scendere dal letto per mettersi impiedi -
F. EILLA; NO
G. Come NO ?
F. Amore, il medico ha detto riposo
G. Io devo per forza muovermi, devo andare a Londra
J. A quello ci pensiamo dopo, tu ora rimettiti com'eri a letto e cerca di riposare - Jo tira su le coperte e le accarezza il viso-
F. Domani dovranno farti degli esami, se quelli vanno bene torniamo a casa
G. Com'è messa casa mia?
N. Domani mattina vengono a sistemarla, io e Giorgione andiamo lì e vediamo che fanno, ci sarà anche tua zia che è preoccupatissima. Lei ha addirittura chiamato con tuo zio una ditta per inserire gli allarmi ahah
G. Oh mamma haha
F. Tu ora vedi di riposare, io mi metto qua sulla sedia e sto con te
J. Noi andiamo
G. Non potete stare qua ?- Io la guardo negli occhi come per chiederle se solo io non bastassi, ma dovevo capirla, non si fidava, aveva bisogno di tempo -
N. Dove ci mettiamo ?
G. Se per Fede non è un problema tu qui con me - gli indica un posto nel suo letto - per voi possiamo far arrivare delle poltrone, no ?
J. Adesso chiedo
G. Grazie ragazzi...

Nico si siede accanto a lei, io lo guardo male e se ne rende conto, accarezza la testa e la spalla della mia fidanzata e lei si addormenta, dovevo essere io in quel posto, non lui. Mi stavo innervosendo ma appena si addromenta ci mettiamo a parlare e tutti mi fanno capire che non potevo pretendere troppo dopo tutto quello che che era successso. Dovevo darle del tempo, che piano piano sarebbe andata meglio, però vederla tra le braccia di un' altro ragazzo, anche se in questo caso era il mio migliore amico ( sposato), mi faceva impazzire.
Di punto i bianco nel bel mezzo della notte, mentre tutti dormivamo entra un'infermiera, sbattendo involontariamente e  violentemente la porta, si scusa per aver svegliato tutti e gira completamente il corpo di Gaia verso se, le mette una mano sulla fronte, prende il braccio con la flebo e le inserisce qualcosa. Subito le chiediamo se va tutto bene e lei ci dice che dagli esami arrivati adesso e dai monitor che stanno controllando tutto, doveva iniettarle il nome di non ricordo cosa per regolare il livello di determinate cose. Ci troviamo in un ospedale, diciamo che noi di medicina non ce ne intendiamo e quindi siamo obbligati a fidarci.

Il mattino dopo ci alziamo tutti, facciamo colazione e portiamo una birosh a Gaia, che non ha fame quindi sceglie solo di bere del succo, il medico entra, ci racconta il quadro generale della situazione, ci prescrive tutte le medicine e ci da la possibilità di tornare a casa. Nico la sera prima le aveva portato una tuta da mettere per  quando doveva uscire, quindi mente noi usciamo dalla stanza per lasciarla vestire, il medico mi ferma: