TAEGYU

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Kang Taehyun x Choi Beomgyu

Sono al luna park insieme a Beomgyu, un mio grandissimo amico. O per meglio dire, più d’un amico. Mi sono dichiarato a lui qualche mese fa, inizialmente lui non ricambiava, ma poi, con il passare del tempo, ha iniziato a nutrire dei sentimenti nei miei confronti. E così, adesso ci stiamo frequentando, senza correre, ovviamente. Facciamo le cose con calma e lasciamo che sia il tempo a farci avvicinare sempre di più. Questo è uno degli appuntamenti che fissiamo per stare un po’ soli, senza gli altri nostri amici. 

<Allora, dove andiamo prima?> chiede Beomgyu sospirando per il lungo viaggio per arrivare alla nostra meta. Io gli prendo la mano -e nel mentre arrossiamo entrambi- e gli indico il galeone. Ho sempre amato quell’attrazione, specialmente quando si sta nelle gabbie. Da lì si sentono davvero le farfalle nello stomaco, quasi come se si fosse innamorati. 

Facciamo vedere i bracciali al controllore -che indicano che non dobbiamo pagare lì, ma che abbiamo già pagato- e aspettiamo il nostro turno. <Tae, veloce o ci ruberanno il posto nelle gabbie!> corre Beomgyu. Sembra uno di quei ragazzini impazziti per il luna park. Non che io non lo sia, ma lui sembra piuttosto infantile, non in senso dispregiativo, anzi, è così carino! Corro con lui per raggiungerlo, e finalmente mi trovo nella gabbia pronto che la giostra parta. 

<Per un pelo! Se non avessimo corso avremmo perso il posto!> lo vedo sorridermi alle mie parole. Lui sorride, ed io con lui. Lui piange, ed io con lui. Lui è felice, ed io lo sono con lui. <O forse dovresti dire che grazie a me siamo arrivati in tempo> si vanta scherzosamente. Io rido, come posso evitarlo?! 

La giostra parte all’improvviso, tant’è che, dato che non mi sono attaccato alle sbarre della gabbia, rischio di cadere. Quando la struttura inizia a prendere velocità, tutti saltiamo per “fluttuare” diciamo. È così divertente, ma lo è ancora di più in compagnia di Beomgyu. Vedere lui che finge di cadere e fa facce alquanto buffe mi rallegra parecchio devo dire. Sto così bene in sua compagnia, mi sembra che il tempo non ci sia quando sono con lui, mi fa dimenticare di tutto, tranne che di lui. È lui il mio pensiero fisso, lui e nessun altro. 

La giostra finisce ed lì che mi sento un po’ intontito da tutti quei salti. Beom indica le montagne russe, segno che ci vuole andare, e così ci avviamo verso la giostra. Il tempo di arrivarci e sono come nuovo, specialmente dopo aver parlato con il mio compagno d’avventura. Facciamo vedere nuovamente il bracciale e ci sediamo sui sedili, che stavolta sono subito liberi. 

Aspettiamo che l’attrazione si riempia, così da poter partire. Nel frattempo io e Beomgyu parliamo molto, delle nostre paure soprattutto. Io gli confesso che ho sempre avuto paura delle altezze. Lui mi rassicura dicendo che qua è del tutto sicuro. Per giunta si offre anche di tenermi la mano tutto il tempo! È così dolce! Io accetto molto volentieri, e così la giostra parte. Alle prime curve urlo a squarciagola, penso che anche quelli in fondo mi abbiano sentito. Poi arriva lei, la discesa, QUELLA discesa, lì non ce l’ho fatta e ho urlato con tutto me stesso. Tant’è che Beomgyu ha riso a crepapelle per tutto il resto del viaggio. 

Quando scendiamo, mi gira la testa mentre lui continua a ridere. Ha una risata così genuina, è magnifica da ascoltare. Poi, dato che non mi sento molto bene, ci sediamo sulle panchine lì presenti, il tutto continuando a parlare. Non c’è stato un attimo di silenzio, quel silenzio imbarazzante di quando non si sa cosa dire, ecco, quello non c’è stato. Abbiamo sempre trovato un argomento, anche uno qualsiasi, ma non siamo mai stati zitti. Ed è una cosa estremamente bella, significa che davvero ci sentiamo in armonia l’uno con l’altro. Ed è una cosa che mi rende più che felice! 

Andiamo, poco più tardi, a prendere qualcosa da mangiare, o per meglio dire, da stuzzicare, dato che è ancora presto per la cena. Optiamo per dei pretzel, lì li fanno davvero buoni. Appena sono pronti, li paghiamo e ci andiamo nuovamente a sedere su una delle panchine. 

<Tae, sei sporco qua, sul lato della bocca, lascia che ti pulisca> dice appena finisco di mangiare. Ed è lì che arriva la parte migliore della serata, perché non si limita a ripulirmi con le dita, anzi, mi lascia un casto bacio sulle labbra. Un gesto che non mi sarei mai aspettato, ma è stato d’impatto. 

Prima che possa rialzarsi, lo prendo per la mano facendolo risedere e poi lo bacio anche io. Stavolta il contatto è più approfondito. <Tae…mi piaci, non è che potremmo provarci? Seriamente intendo> mi chiede guardando solo il pavimento. Io gli prendo la mano annuendo felice. Ecco, è questo il lieto fine che ho sempre desiderato.

ANGOLO BOH

ALLORA era da un po' che non scrivevo one shot, perciò ho detto PERCHÉ NON RICOMINCIARE? e nulla, spero non sia così tanto una merda
addio:)

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