YEONBIN

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Choi Yeonjun x Choi Soobin

La notte. Quella sensazione di vuoto incolmabile che sento soprattutto la notte mi logora. Mi sento un tale schifo; dopo essermi sfogato inizio a scalciare per cercare di cacciare quei pensieri che mi mangiano vivo. Ma non riesco, perché te ne sei andato? Perché mi hai improvvisamente lasciato solo? Ma soprattutto, perché io non riesco a dimenticarti? Dovrei stare bene secondo la gente, sono io ad aver voluto la rottura con te. Ma io ti avevo anche proposto di rimanere amici e tu hai accettato, allora perché adesso non ci sei più? Non capisco, perché mi hai illuso? 

È notte, per questo il mio cervello sta divagando così tanto in vari ambiti, parte da un punto e arriva a tutti gli altri punti possibili. Metto le cuffie e ascolto la musica, ma non musica qualunque, ascolto proprio la playlist che gli ho dedicato. Parte poi, dopo Wishlist, Lonely Boy, una canzone che ho aggiunto alla playlist dopo la nostra rottura. È così che rivivo il momento, quel momento. Era sera, una sera d’estate sostanzialmente. Dopo averci pensato a lungo, molto a lungo, avevo fatto la mia decisione. Nonostante amassi alla follia Yeonjun, avevo capito che mi faceva stare più male che bene. I suoi atteggiamenti mi iniziavano a dare fastidio, il modo in cui non mi calcolava minimamente mi faceva male. O anche il fatto che non mi desse la buonanotte quando io gliela davo tutti i giorni, era straziante. Era come se non gli fosse mai importato di me, o meglio, all’inizio sapeva rendermi la persona più felice al mondo, ma con il tempo ho iniziato a pensare che si fosse stufato di me, che volesse quasi cambiare aria. Così ha iniziato ad uscire di più con i suoi amici, senza calcolarmi minimamente. Anche quando gli scrivevo cose del tipo “come sta andando l’uscita?” lui sapeva solo visualizzare. Perché mi ha sempre detto che odia non visualizzare subito i messaggi, infatti risponde sempre subito lui. Diciamo che è stata tutta una serie di fattori a farmi riflettere e a farmi capire che dovevamo rompere. 

Come stavo dicendo, quella sera ho preso l’autobus e sono andato fino a casa di Yeonjun, che si trova in un’altra città. Non sono stato così felice della mia scelta, ma sapevo e so tutt’ora che con il tempo il dolore passa, basta solo essere pazienti. E certo, io non sono proprio la persona più paziente di questa Terra, ma in momenti come questi, so aspettare il dovuto tempo. E questo accade solo per il fatto che, dopo anni di sofferenza, ho voglia di star bene, ho voglia di godermi la vita senza troppe paranoie e soprattutto ho voglia di vivere, non di sopravvivere come ho sempre fatto. Perché, anche se sottile, la differenza tra queste due parole esiste. Certo, varia da persona a persona, infatti per me vivere vuol dire essere liberi, spensierati, prendere le cose come vengono… Sopravvivere invece vuol dire stare al mondo senza volerlo, come se si fosse dei morti che camminano. 

Finalmente arrivo davanti alla dimora di Yeonjun, suono il campanello e lui mi accoglie. Sembra strano, stanco e per nulla sorpreso di vedermi, o meglio, nel modo in cui dovrebbe essere sorpreso. <Ciao> lo saluto cercando di sembrare il più neutrale possibile. <Ciao? È per caso successo qualcosa Soobin?> mi chiede improvvisamente preoccupato. <Avrei bisogno di parlarti, ma non potevo per messaggio, non sarebbe stato giusto.>. Lui mi incita a parlare mentre prepara del caffè dalla moka. Appena è pronto ci sediamo sulle sedie in legno del tavolo e inizio a parlare, inizialmente balbettando non essendomi preparato un discorso:<Yeonjun, ti ricordi quando ci siamo conosciuti? È stato più o meno cinque anni fa. Io andavo a scuola e tu pure, ci siamo fermati perché ha iniziato a piovere all’improvviso. Così tu mi hai offerto un posto sotto il tuo ombrello ed io, esitante, ho poi accettato. Da lì abbiamo iniziato a parlare e più avanti ad uscire. Tutto questo è stato bello, dico davvero, ma penso che non possa più andare avanti. Ti sento distante, fin troppo per continuare così. Non so cosa ti passa per la testa, e anche se te lo chiedo non me lo dici. Io non so più come fare, non mi dici nulla, quando sei con i tuoi amici io non esisto.> inizio ad elencare tutto, finché arrivo a quel punto:<Yeonjun, io ti amo, ti amo troppo per lasciarti andare, ma alla fine so che è la cosa migliore per entrambi. Non dico che sia finita per sempre, magari abbiamo solo bisogno di tempo per riflettere entrambi. Io ho bisogno di capire se preferisco il tuo bene o il mio, tu hai bisogno di capire se hai bisogno di me nella tua vita. Per questo non ti dico di dirlo ora, pensaci su.> finisco.

Lui mi guarda sbalordito mentre beve il suo caffè amaro. Poi, dopo minuti di silenzio, sento dei singhiozzi. Mi avvicino e lo abbraccio, come posso essere apatico davanti a quella scena? È pur sempre la persona che amo. <Soobin scusami, ho fatto una cazzata e ora ne sto pagando le conseguenze. Ma ciononostante penso che tu abbia ragione, prendiamoci del tempo, e poi, se il destino lo vorrà, ci farà tornare l’uno dall’altro.>. 

Ha avuto ragione quella volta, peccato che poi non si sia più fatto sentire. Nonostante i miei messaggi non mi ha minimamente parlato, né per messaggio, né dal vivo. Non ho rimorsi di quel che ho fatto, specialmente di quel che c’è stato con Yeonjun. Sono solo deluso dal suo comportamento quasi infantile, nonostante sia più grande di me. 

E così, pensandoci e ripensandoci, finisco di nuovo in lacrime, come ogni giorno da tre mesi a questa parte. Perché non mi esci dalla testa, eh Yeonjun? Perché hai mentito, perché hai detto che il destino ci avrebbe fatti ritornare quando sei tu a volermi allontanare? 

Mi ricordo che quella sera ha anche tentato di baciarmi prima che io andassi definitivamente via da quella casa, ma l’ho scansato, non era quello di cui avevo bisogno. Un bacio da parte sua mi avrebbe solo confuso di più. E mi avrebbe confuso anche ora, con tutti questi pensieri che, come navi sull’oceano, mi navigano per la testa.

ANGOLO BOH

ciao bella gente!! (chi si caga ste one shot ma vabbè)
spero che sia decente, mi era venuta quest'idea da un po' ma non ho mai iniziato a scriverla concretamente.
e nulla, addioo

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