È finalmente arrivata l’estate, quella stagione con un caldo da svenire, dove l’unico riparo è stare in acqua gelida o farsi docce fredde anche più volte al giorno. Ma estate non vuol dire solo caldo, questa è la stagione del divertimento, della spensieratezza, della gioia e di molte altre emozioni positive. In un certo senso se fosse così per tutti, il mondo sarebbe un posto migliore. Ognuno che non pensa a nulla e pensa solo a divertirsi, che bella vita sarebbe!
Io, pian piano, sto cercando di ridurre le preoccupazioni e di pensare solo a stare bene. Perché me lo merito dopo anni di sofferenza, specialmente d’estate. Solo i miei amici più stretti sono a conoscenza di quello che ho passato, ho avuto il coraggio di espormi solo a loro cinque. Loro sono gli stessi che mi aiutano ogni giorno a non pensare a nulla e mi aiutano persino a mangiare, in quelle giornate dove proprio non riesco.
I miei amici sono gli stessi che mi hanno invitata ad andare in vacanza con loro, pur sapendo che non sono facile da gestire. Loro sono gli stessi che hanno accettato di gestirmi e di farmi divertire. Non li ringrazierò mai abbastanza per tutto quello che fanno e che hanno fatto. Invece chi non devo assolutamente ringraziare, anzi il contrario, sono in miei genitori, che di genitori non hanno nulla. Da sempre mi hanno fatta crescere in un ambiente poco sano: mio padre che fa la parte del padre padrone dove lui è il capo famiglia e mia madre che non fa altro che urlarmi contro e insultarmi per ogni minima cosa. Da sempre hanno litigato, da che io ne ho memoria, e anzi, in casa mia non finiva mai bene. Qualcosa finiva sempre per rompersi perché spaccato con forza a terra, che fosse un bicchiere in vetro o addirittura un piatto. Poi, dopo queste sfuriate, non si parlavano per giorni ed io, non potendo fare nulla a riguardo, passavo le mie giornate a piangermi addosso sfogandomi mangiando. Tutto quel cibo che ingerivo, poi veniva subito buttato via con del vomito autoindotto. È andata avanti così per mesi, finché non ho conosciuto i miei attuali amici, coloro che mi stanno salvando la vita. Ribadisco, non li ringrazierò mai abbastanza. I miei genitori in tutto questo non si sono accorti di nulla, nemmeno della mia perdita di peso rapida. Anzi, mia madre ha anche avuto il coraggio di farmi “i complimenti” perché ero dimagrita. Che merda.
La partenza è avvenuta più o meno due giorni fa. In questi due giorni abbiamo sistemato le nostre cose e abbiamo fatto conoscenza con quella che è la casa che ci ospiterà per un lungo mese.
<Tae, che ne dici se cuciniamo qualcosa di buono per gli altri?> chiedo al ragazzo interpellato dato che gli altri quattro sono in piscina. A convincerli è stato Hyuka, il più piccolo prima di me. Ha visto che qui vicino c’è una piscina e non ha resistito. Io non sono andata perché be’, non mi sarei trovata a mio agio nel mostrare il mio corpo, Tae invece è uno che preferisce di gran lunga starsene a casa. È uno che esce poco di casa, se non con noi.
Lui, una volta capito cos’avessi detto, accetta e iniziamo entrambi a cercare qualche ricetta gustosa da preparare. È ironica come cosa, una persona affetta da un disturbo alimentare a cui piace cucinare. La cucina è da sempre stata una delle mie passioni, questo lo capisco. Ma quando sono entrata nella malattia, ho iniziato a trascurare questa passione. Ma ora, ora che ho i miei amici e sto meglio posso finalmente tornare a fare ciò che mi piace.
Arrivano gli altri proprio quando Taehyun ha appena sfornato il pollo con patate, quella è stata la nostra scelta. Però non è stata l’unica, abbiamo anche preparato del tiramisù. Ci sediamo tutti a tavola, io vicino a Kai, il mio migliore amico, e Yeonjun, il più grande del gruppo. Appena arriva la mia porzione di pollo e patate, fatta con le stesse dosi degli altri in modo da non mettermi a disagio, Kai nota che non mi sento particolarmente bene. Così mi prende improvvisamente la mano e iniziamo a mangiare. È proprio lui ad intraprendere una conversazione con tutti in modo da distrarmi. È così carino con me, mi chiedo cosa ho fatto per meritarmi degli amici così speciali. Letteralmente io sono… così. Loro sono perfetti, sia di carattere che di aspetto.
Appena metto in bocca il quarto boccone, sento una sensazione di nausea avvolgermi completamente. Corro in bagno chiudendo la porta a chiave. Cazzo, nonostante la sensazione non riesco a vomitare, sono costretta ad usare il metodo delle dita. <Y/n, esci, non puoi vomitare, devi riuscire a trattenere il cibo nonostante la difficoltà. Se mi apri ti tengo la mano e parliamo, okay?> è Huening. Mi asciugo la bocca con la carta igienica e gli apro. Ho gli occhi rossi, e lui lo vede. Appena entra mi abbraccia senza lasciarmi andare finché non sono io a dirglielo. Mi tiene un po’ la mano guardandomi negli occhi e asciugando le lacrime che pian piano scorrono sulla mia guancia.
Appena sono di nuovo in me, torniamo nella stanza. Nessuno osa parlare ma soprattutto nessuno osa chiedere, sanno già la risposta. Soobin, appena finisce di mangiare e sparecchiare per tutti, accende la Play Station e annuncia una maratona a cui avrebbero dovuto partecipare tutti i presenti. Io mi ritrovo contro Beomgyu, il quale è davvero bravo in questi videogiochi.
Arriva la sera, la sera è sempre il momento peggiore. Arrivano certi pensieri che mi fanno venire voglia di fare come quella volta. Quella notte me la ricordo bene. Stavo dormendo, ma nessuno sapeva. Come programmato, la sveglia suona all’1 in punto di notte. Mi alzo, come avevo deciso, e vado in cucina. Le prendo e prendo anche l’acqua; poi mi nascondo in bagno. Le ingerisco una ad una, finché poi non riesco più a trattenerle e le vomito. Mi faceva male la pancia, me la ricordo bene quella sensazione. Ritorno a letto, senza che nessuno abbia sentito nulla.
Da quei ricordi poco felici, mi toglie Ningning che mi prende da parte e mi porta fuori. Parliamo, parliamo per ore, finché non si fa mezzanotte. Gli viene un’idea, lo vedo dalla sua espressione troppo sorridente. Ad un certo punto mi butta nella piscina sul retro, e poi si butta anche lui. È una piscina piccola, per quello la mattina sono andati in quella pubblica.
Mi preoccupo subito, non mi va di far vedere le mie forme. Lui, una volta arrivato nuovamente in superficie dopo il tuffo, mi prende da dietro e mi abbraccia. Devo essere sincera, non mi era mai capitato di aver bisogno del suo contatto come stasera. Dopo mesi di dubbi ho finalmente la mia risposta: sono innamorata di Kai Kamal Huening.
Inizia poi a farmi il solletico, forse per non farmi venire paranoie, ed io inizio a ridere senza sosta, fermandomi poi una volta capito che gli altri stanno dormendo.
Parliamo ancora, il tutto mentre nuotiamo e ci spostiamo tra quelle calde acque limpide. Ad un certo punto lo vedo davanti a me, sulle mie gambe -dato che il peso nell’acqua non si sente- e noto che si sta avvicinando sempre di più. <Y/n, non sai quanto tu mi piaccia> dice per poi baciarmi. Si stacca quasi subito ed inizia a ridere. Io lo guardo interrogandomi sul perché stia ridendo, e successivamente glielo chiedo. Dice che è per la mia reazione, perché mi sono irrigidita. Poi mi chiede:<Y/n, ma io ti piaccio?>. Non faccio tempo a fargli finire la frase che lo abbraccio, un abbraccio che ha tutte le risposte di cui ha bisogno. <Certo che mi piaci Hyuka!> lo bacio a mia volta.
E così, quella notte di giugno, ci siamo uniti per non dividerci mai più. Forse è questo che la vita vuole darmi, forse sta dicendo che il mio problema deve ancora risolversi, ma non lo risolverò da sola, perché ora ho Kai.
ANGOLO BOH
allora, ci sono un po' di cose da dire. partendo dal fatto che spero non sia una one shot troppo pesante, perché tratto di temi sensibili e a cui tengo particolarmente. spero non sia risultato come uno sfogo vero e proprio. ho voluto metterci queste parti si, un po' per sfogo, ma anche per fare qualcosa di diverso. comunque spero non risulti una one shot noiosa e ripetitiva. ALTRA COSA
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GRAZIE, non pensavo che avrei raggiunto le 1000 letture con queste one shot per me penose. in ogni caso GRAZIE! e nulla, addio<3