HUENING KAI

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Huening Kai x reader

Era sabato, ora di pranzo. Come ogni sabato, tu e la tua famiglia siete andati al ristorante di fiducia, come lo chiamava tuo padre. Era un ristorante a qualche chilometro da casa vostra, uno relativamente vicino. Era da anni che andavate lì ogni singolo sabato, e se non accadeva, ci andavate un altro giorno prima della volta successiva. A te piaceva molto quel posto, era piccolo ma accogliente, aveva il pavimento in marmo, le pareti dipinte di oro e lampadari maestosi che non stonavano per nulla con il resto del posto. Be’, detto così non sembrerebbe tanto piccolo, eppure lo era. 

Siete partiti alle 12:00 in punto, la puntualità a casa tua era genetica. Scendeste dalla macchina, siete entrati e avete salutato il capo che tanto conoscevate. Erano le 12:28 quando hai guardato l’orario prima di ordinare il solito polpo con patate. Nel frattempo che aspettavate che arrivasse il cibo, avete parlato di come stesse andando la scuola. Frequentavi il quarto anno di liceo. Inoltre avete parlato anche di come andasse il tuo rapporto con i compagni dato che eri una persona molto chiusa e il primo anno non avevi addirittura parlato con nessuno. Poi arrivò il secondo anno, dove iniziasti a conoscere la gente della scuola. Nella classe a fianco, incontrasti la tua attuale migliore amica, si chiamava Aisha. 

Il cibo arrivò piuttosto in fretta, come al solito d’altronde. Mentre mangiavi, sentivi che qualcuno ti stesse osservando, e non erano i tuoi genitori. Dicesti ai tuoi che dovevi andare in bagno, ti avviasti in quella direzione, ma al posto di andare al bagno, andasti vicino al bancone, dove solitamente c’era Kai, uno che lavorava là e che avevi imparato a conoscere. <Kai, sento che qualcuno mi sta fissando, non è che potresti controllare? Ti ringrazio!> gli confessasti mentre lui, pian piano, diventava sempre più rosso. All’inizio non capisti il motivo del suo cambio di colore, pensavi si sentisse poco bene. Infatti avevi anche proposto di chiamare qualcuno, ma lui ti fermò prima di dirti:<E-ero io che ti fissavo. Y/n sei così bella oggi, non che di solito tu non lo sia. Forse dovrei, ecco, stare un po’ zitto> disse in preda al panico del momento per poi continuare a strofinare il panno bagnato sulla superficie del bancone. 

<Tu cosa?!> sbottasti non capendone il motivo. <Fa’ piano! I…mi dispiace. Solo che…y/n tu mi piaci, la prima volta che sei entrata qui ti ho notata. Sei bellissima, io…non sono alla tua altezza, lo so.> ti disse impacciato. <Kai, senti, io non avevo mai pensato a te in questo modo, ma non mi dispiacerebbe. Non dire mai più che non sei alla mia altezza, forse anche tu mi piaci, ma non so ancora cosa provo. Dammi tempo e ti giuro che ti darò una risposta.> non sapevi cosa rispondere, alla fine optasti per dirgli la verità. Anche tu l’avevi subito notato. Fin da subito ti era parso un bel ragazzo fisicamente. Poi imparasti a conoscerlo e capisti che era un bel ragazzo dai bei valori. 

Passò molto tempo da quel pranzo, ora tu sei al parco davanti scuola che aspetti il tuo ragazzo Kai. Siete così felici insieme, non l’avresti mai detto, che un cameriere di un ristorante potesse diventare il tuo ragazzo. Ma eri comunque felice così, eri felice con lui, con Kai. E se lui rendeva felice te, tu rendevi felice lui. Eravate complementari. 

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