73 • fine estate

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nel dubbio io lo scrivo: scene da bollino rosso in arrivo

L'estate stava per finire, agosto era quasi al termine. Era stata una bella estate, un po' vuota, ma piacevole. 
Quel weekend mi sarei recata a casa di Derek: i suoi genitori insieme ai suoi due fratellini, partivano, tre giorni, per la Germania.
Mio padre mi accompagnò a casa Macmillan, non vedevo il mio ragazzo da tre settimane e ne sentivo la mancanza. Ad accogliermi fu Selene, la sorellina più piccola di Derek: aveva 5 anni, era una bimba bellissima; i capelli mori, lunghi e ricci, mettevano in risalto i grandi occhi verde smeraldo.
"ciao Selene" la salutai dolcemente, la piccola mi si avvinghiò alle gambe: la sollevai, prendendola in braccio. Mi voltai verso mio padre, salutandolo. Ricambiò il gesto, smaterializzandosi poi.
"come stai piccola?" le domandai, mentre attraversavo la porta d'ingresso
"bene, voi?"
"che ti dico ogni volta Selene?"
"che non devi dargli del lei" Derek precipitò giù dalla scale. Io e Selene sorridemmo, posai la piccola a terra, avvicinandomi a quest'ultimo e lasciandogli un dolce bacio.
"mamma, Derek e Cice si sono dati un bacino" Selene corse in cucina saltellando e gridando; dalla stanza accanto sentimmo la donna ridere. Io e il ricciolo ci guardammo, scoppiando in una fragorosa risata; mi abbracciò stringendomi forte
"mi sei mancata"
"anche tu" sorrisi

Era ora di pranzo; la mamma di Derek, Ginevra, aveva preparato cotolette e patatine fritte, d'altronde si sa: i bambini mangiano poco. Mi alzai, per prendere l'acqua ritrovandomi Achille tra le gambe, stava giocando con delle macchinine.
"ciao Achille" lo salutai sorridendo
Il bimbo mi fece la linguaccia e sgattaiolò via. Achille aveva sei anni, un anno in più rispetto a Selene; anche lui aveva gli occhi verde smeraldo ma i capelli erano castani e riccioli, come quelli di Derek.
"è una peste" Derek rise
"un malandrino degno di nota" esclamò Ginevra esasperata, con un dolce sorriso sulle labbra 
Mi scappò un ghigno.

Presi l'acqua e la posai al centro del tavolo, poi andai in salotto a chiamare i bambini
"Selene, Achille, c'è pronto" enfatizzai, la piccola mi corse subito incontro, Achille, invece, mi osservò senza muoversi minimamente.
"i bambini che non mangiano resteranno piccoli per sempre" sbuffai prendendo per mano Selene e tornato in cucina. In meno di due muniti, Achille si trovava seduto sulla sua seggiola, dondolandosi sulle gambe posteriori
"stai fermo Achille o non ti dò la carne" Ginevra lo rimproverò
il bimbo si sedette composto, attendendo il cibo.

Una volta finito il pasto, sparecchiammo tutti insieme. Poi, Ginevra salì al piano di sopra con i bambini, per cambiarli e sistemarli prima della partenza. Io e Derek uscimmo in giardino a fare una passeggiata, sotto il sole caldo di fine estate. Ci sedemmo su una panchina di legno bianca, all'ombra di un albero.
Posai la mia coscia sinistra sulla sua destra, appoggiai le testa sulla sua spalla e intrecciai le nostre dita.
"sei pronta per ricominciare?"
"a me basta stare lontano da casa mia, poi sono disposta a tutto"
il ricciolo mi diede un bacio sulla nuca
"quest'anno hai i GUFO"
"non ricordarmelo grazie"
"so che, come sempre, darai il massimo di te stessa e riuscirai a superarli senza difficoltà"
"non parliamo troppo presto, so già che con pozioni e storia della magia farò fatica" sbuffai
"ma ci sarà il tuo fantastico fidanzato ad aiutarti"
risi
"mi sei mancata da morire lo sai?"
"anche tu" spostai il mio sguardo più in alto, trovando due occhi verdi intenti a fissarmi dolcemente.
Mi avvicinai poco, le punte dei nostri nasi erano a contatto. Le mani di Derek raggiunsero i miei fianchi, con veemenza mi tirò a se, trattenni il fiato, azzerò completamente la distanza tra di noi, approfondendo sempre di più il bacio.

Fummò interrotti dalla voce di Ginevra, ci stava chiamando. Derek mi sorrise, poi si alzò di scatto, cominciando a camminare con passo veloce
"aspettami, non ti sto dietro" affannai
"dai, vuol dire che stanno per partire" sorrise lui
Raggiungemmo la casa, ed effettivamente era così: i genitori e i due bimbi erano tutti ben sistemati e carichi di valige, pronti per lascare casa.
"mi raccomando fate i bravi voi due" il padre di Derek, tornato da poco dal lavoro, disse serio
"vi scriveremo delle lettere per tenervi informati, rispondeteci immediatamente e non fateci preoccupare - Ginevra ci sollecitò scoccando ad entrambi un bacio sulla guancia - noi andiamo" chiuse la porta alle sue spalle, sentimmo un *CRAK*, si erano smaterializzati.

un favoloso disastro | marauders eraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora