Capitolo tredici (4 di 4)

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A quel punto Harun trattenne il respiro.

Poi si volse e batté gli occhi sentendosi come stordito.

Udì vagamente le risa sguaiate di Ghaleb e gli improperi offensivi e l'irrompere fulmineo delle guardie all'interno della stanza.

Harun si accasciò sulla sedia vuota, la fronte gli si imperlò di sudori freddi e gli mancò l'aria.

Si precipitò fuori dalla stanza degli interrogatori.

«Devo recarmi in un luogo fuori città» ordinò ai presenti. «Subito».

Le due guardie ferme al centro della sala annuirono mentre Harun raggiungeva Dunab fermo sulla soglia.

I demoni che aveva da tempo domato, soppresso, annullato, stridevano dentro di lui. Scoprire che il fratello avesse ordito un assassinio insieme all'ex sposa era stato come morire. Si era sempre chiesto cosa lo avesse spinto a una tale azione, oltre la corona e il trono, purché lui diventasse il bersaglio di tutto quell'astio, quell'invidia e quell'odio.

E lui, dal canto proprio, aveva agito nel medesimo modo, nascondendo la testa sotto la sabbia come facevano gli struzzi.

Nell'istante in cui lo scorse, Dunab capì che ci fosse qualcosa sotto e lo chiamò: lui scosse il capo, come a dirgli che non voleva parlargliene e osservò il volto dell'amico scurirsi.

Quando uscirono dalla struttura, insieme agli altri uomini, aveva indossato ancora la sua maschera da re altezzoso e dal cuore duro.

Era quasi mezzogiorno.

Frattanto che il sole picchiava forte sopra le loro teste, Harun sfrecciava nel deserto a bordo della jeep che utilizzava per gli spostamenti in città, guidata da Dunab, mentre erano seguiti dalle altre guardie a cavallo.

Una volta giunti ai piedi delle grandi montagne, arrivarono nelle prossimità di un alto albero secolare, i cui rami nodosi e il ricco fogliame offrivano una pace senza precedenti e tentò di dissipare in parte l'angoscia che lo attanagliava.

Dentro di sé covava il sentore che qualcosa di orrendo fosse accaduto, ma sperò con tutto se stesso che le cose fossero diverse...

Nei dintorni Harun non notò nulla di sospetto, ma nel frattempo che si avvicinarono all'ingresso di una grotta, la stessa in cui lui e il fratello giocavano da bambini, sentì lo stomaco come stringersi.

Poi un odore, molto caratteristico, raccapricciante e inconfondibile gli stuzzicò l'olfatto e gli colpì forte le narici. Lui comprese cosa fosse così come Dunab e il resto dei presenti.

In silenzio si scambiarono uno sguardo, non uno di più, perché non c'era più tempo di gesti e parole.

Harun si fece da parte e lasciò passare la polizia insieme alle guardie del corpo.

A pochi passi dall'ingresso della grotta videro delle scarpe sbucare tra la sabbia: erano di un uomo che giaceva a terra, immobile. Qualcuno degli agenti aprì una torcia. Il cono di luce mostrò che le mani gli erano state tagliate di netto e, semicoperte dalla sabbia, si trovavano a pochi centimetri dal corpo.

Fu allora che i due poliziotti volsero il cadavere e vi puntarono la luce della torcia.

A quella vista Harun, Dunab e gli ufficiali s'irrigidirono.

In fretta corsero via, gridando agli altri di allontanarsi...

Il mondo dietro di loro esplose in un boato terrificante.

Nell'impatto Harun cadde sulla sabbia, la testa che gli doleva e un fischio acuto nelle orecchie.

Con grandissima difficoltà cercò di muovere braccia e gambe e gli parve incredibile fosse ancora vivo. Infine si mise in ginocchio e tentò di respirare normalmente. Quindi, si volse e scorse Dunab che con il volto e gli abiti sporchi, aveva la sua medesima espressione sul volto, stava guardando lo scenario di morte e di distruzione vicino al punto dell'esplosione.

Harun tremò, cadendo a terra in ginocchio.

Intanto le parole sussurrate da Ghaleb, nel corso dell'interrogatorio, quelle che un tempo gli aveva rivolto il fratello maggiore con rabbia e disprezzo, gli riecheggiarono in testa come una condanna: "Un esercito di pecore condotte da un leone sconfiggerà un esercito di leoni condotto da una pecora".

Tuttavia l'ultimo pensiero che sfiorò la sua mente, prima di perdere i sensi, fu rivolto a una giovane ragazza dagli occhi malinconici e i capelli biondo fragola. 

* * 

Alba di Perla [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora