Capitolo quattordici (1 di 4)

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Alle quattro in punto Zara entrò negli appartamenti della principessa aiutata da una domestica e una donna alta, all'incirca quarant'anni, alta e molto formosa, le andò incontro sulla soglia insieme a Nuria

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Alle quattro in punto Zara entrò negli appartamenti della principessa aiutata da una domestica e una donna alta, all'incirca quarant'anni, alta e molto formosa, le andò incontro sulla soglia insieme a Nuria.

«Tu devi essere la famosa Sherazade!» la precedette con calore la sconosciuta.

«Molto piacere di conoscerla, signorina Famhy» rispose lei lieta.

«Oh, chiamami Azzah e dammi del tu» disse la donna.

Nuria sorrise e prese Zara sottobraccio.

«Andiamo vi faccio strada».

Tutte e tre percorsero un corridoio che conduceva a un ambiente spazioso e pieno di finestre, dove c'era un salottino dai toni neutri e circondato da piante di cacao.

«Nuria mi ha parlato dei tuoi gioielli» disse Zara, rivolgendosi a Azzah. «Sono davvero molto belli» e si sfiorò gli orecchini che indossava.

«Ti ringrazio» rispose la donna e le mostrò le sue creazioni.

A quella vista Zara rimase senza fiato.

«Sono magnifici» fece toccando uno dei pezzi.

«Ammetto che mi sono lasciata ispirare da Sherazade» ribatté Azzah, indirizzandole un occhiolino.

«Ecco perché ho pensato di farvi conoscere» intervenne Nuria. «Ho in mente un'idea fantastica per tutte noi...».

Zara la guardò con aria stupefatta.

«Ossia?» mormorò ansiosa.

Alle sue parole Azzah scoppiò a ridere.

«Ho l'impressione che non mi abituerò mai alle sue bizzarrie!».

«Prendimi pure in giro, ma dopo che vi avrò esposto cosa ho in mente, sono certa che ti catapulterai da questa stanza di corsa per andare a creare». La principessa si alzò in piedi con grazia, andando verso la fila di finestre e infine puntò lo sguardo all'orizzonte, rimanendo in silenzio per un attimo.

Dopo si volse e riprese la parola.

«Azzah, hai creato un'attività di sole donne che oggi vanta una certa importanza nel nostro mercato locale del gioiello» continuò. «E Zara, invece, non solo è una scrittrice, ma la Sherazade dei social che sta tenendo mezzo mondo con il fiato sospeso...». Fece una pausa a effetto, per poi tornare seduta nel divanetto di camoscio. «La mia idea è di creare una linea di gioielli basati su Sherazade e le Mille e una Notte per aiutare le donne e...».

«... e il loro diritto a un'istruzione, non è così?» concluse Zara per lei.

Gli occhi di Azzah s'illuminarono.

«Sarebbe un onore» disse. «Ho già in mente qualcosa».

«Immaginavo che avreste capito al volo!» esclamò la principessa raggiante. «Il fatto è che qualcuno dovrà proporre questa idea a mio fratello; purtroppo in questi casi ho le mani legate» e guardò sottecchi Zara con finta aria innocente.

Sotto quello sguardo lei si irrigidì.

«Perché mi stai fissando così?».

«Perché?» controbatté Nuria. «In che modo lo starei facendo?».

Zara aggrottò la fronte.

«Come se avessi in mente qualcosa di spiacevole per me» chiarì diretta.

La principessa scoppiò a ridere, portandosi una mano al petto.

«Oh sei proprio sospettosa!» esclamò divertita. «Pensavo soltanto che potessi parlarne tu a mio fratello in modo da velocizzare la questione».

«E cosa ti fa credere che cambierebbe qualcosa?».

Nuria dischiuse le labbra e si corrucciò un po', spostando lo sguardo in direzione del soffitto.

«Be'...» iniziò, quando fu interrotta dal sopraggiungere frettoloso di due guardie nella stanza.

A quel punto la principessa si alzò in piedi e l'espressione di prima si tramutò in una tesa e vigile. Con un cenno svelto del capo diede loro il permesso di parlare.

«Mi perdoni per la brusca interruzione, sua Altezza» mormorò uno degli uomini, facendo un breve inchino. «Deve seguirci negli appartamenti di sua Maestà». Poi si girò e si rivolse a Zara. «Anche lei, signorina».

Avvertendo un brutto presentimento, Zara rizzò la schiena.

«Cosa è successo?» chiese con un filo di voce.

Tuttavia la sua domanda rimase senza risposta perché le guardie si volsero, incamminandosi all'esterno degli appartamenti della principessa, per poi fermarsi sulla soglia che s'affacciava sul corridoio.

Zara percepì le viscere dello stomaco tendersi e attorcigliarsi per la tensione.

«Mi spiace, Azzah» sentì dire a Nuria alle sue spalle.

«Tranquilla, cara, riesco a comprendere perfettamente» la rassicurò la jewel designer.

Infine si salutarono.

In seguito Zara tallonò le guardie e si rese conto del nervosismo che permeava l'aria, l'urgenza di raggiungere la loro destinazione. 

Alba di Perla [COMPLETA]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora