14. L'aeroporto

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Questa mattina, in preda ad un moto di eccessiva euforia ed entusiasmo, ho proposto a Rowoon di accompagnarmi per venire a salutare i miei genitori in aeroporto

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Questa mattina, in preda ad un moto di eccessiva euforia ed entusiasmo, ho proposto a Rowoon di accompagnarmi per venire a salutare i miei genitori in aeroporto. Sembra incredibile che proprio io abbia preso l'iniziativa, dato che, ad ogni richiesta di conoscerlo meglio da parte loro, mi sono sempre fatta trovare pronta con qualche scusa il più credibile possibile.

Ancora più insolita credo si possa definire la risposta del mio ragazzo, che non ha esitato un secondo per dirmi di sì. Lo ha fatto alzando le spalle e regalandomi un sorriso dolce come il miele. Lo ha fatto nonostante abbia un turno di lavoro piuttosto pesante che inizia subito dopo pranzo. Infatti, quando Rowoon non è in laboratorio con il suo team di ricerca o non affianca il docente di chimica durante le sessioni d'esame, trova il tempo anche per lavorare come archivista per la biblioteca universitaria.
Tralasciando il dubbio che sorge spontaneo riguardo ad un suo possibile dono dell'ubiquità, Rowoon dice che a lui non pesa affatto questo secondo lavoro, poiché si sente a casa ovunque si trovino libri.

Onestamente non posso dargli torto e non potrei desiderare di meglio dall'uomo che amo.

Più conosco Rowoon e più lo trovo affine a me. Anche nelle diversità o nei gusti opposti, sebbene siano rari, ci troviamo ad andare d'accordo e anzi, ad arricchirci a vicenda.

Un'altra cosa che ho appena scoperto con mio sommo divertimento è che lui possiede una piccola Smart, un modello alquanto âgé, come direbbero qui in Francia, ma che conserva una grinta ed un carattere ancora intatti, dopo tanti anni di onorato servizio. La cosa che mi ha fatto più sorridere però è che lui, alto 1 e 90, riesca ad entrare in una macchina di quelle dimensioni. Eppure mi sono dovuta ricredere, perché ancora una volta, è il caso di dirlo, le apparenze ingannano. Rowoon deve certamente indietreggiare (e non di poco) il sedile, ma riesce a starci preciso e quando mi ha dimostrato di avere ragione, ha sfoggiato un sorriso felino fiero ed orgoglioso.

«Visto? Che ti avevo detto?» Mi dice accarezzando il volante.

Ridacchio: «Sì, ammetto di aver parlato troppo presto. Però devi riconoscere che è buffo vedere un gigante buono come te guidare un'auto così minuscola!»

Rowoon si sporge verso di me, ma non ci impiega che una frazione di secondo per arrivare ad un centimetro dal mio viso. Mi guarda sornione e fin troppo lentamente, mi allaccia la cintura.

«Beh, sai, avere una macchina piccola ha i suoi vantaggi nascosti», bisbiglia con voce calda.

Il mio respiro diventa irregolare mentre osservo le sue dita indugiare e passare più volte tra la cintura ed il mio corpo. Ingoio la tensione e provo a replicare con una battuta: «Del tipo che trovi parcheggio dove di solito non starebbe neppure uno spillo?»

Lo vedo sorridere con la coda dell'occhio ed un secondo dopo le sue labbra sfiorano, baciano il mio orecchio: «Oh, questo è solo uno dei numerosissimi motivi per apprezzarla, Bambi.»

Love in Montmartre (Rowoon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora