22. La culla

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Il giorno dopo la mia chiacchierata con Chloé, mi sarei aspettata di ricevere una telefonata da Rowoon per farmi sapere il suo orario di arrivo

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Il giorno dopo la mia chiacchierata con Chloé, mi sarei aspettata di ricevere una telefonata da Rowoon per farmi sapere il suo orario di arrivo. Invece così non è. Nel pomeriggio mi chiama per dirmi che si prende un giorno in più per rimanere a Seul con la famiglia. La sua spiegazione è molto vaga ed essenziale: «Ti chiedo scusa, Bambi, ma è da tanto che non ci vediamo. Mi capirai se mi trattengo qui con loro ancora un po'.»

«Non hai nulla di cui scusarti! Resta per tutto il tempo necessario! Non ti devi sentire in colpa solo perché vuoi stare coi tuoi!» Mentre glielo dico, mi accerto che dall'inclinazione della voce si capisca che sto sorridendo e nel modo più sincero e cristallino che esista. «L'importante è che stiate tutti bene e che non sia successo nulla di cui preoccuparsi!» Aggiungo infine.

A quel punto, la voce che suona sospettosa è quella di Rowoon, il suo tono è piatto e freddo: «Ah... ehm, sì. Certo, certo. Tutto... tutto a posto.»

Aggrotto le sopracciglia, per niente convinta: «Amore, sei sicuro che vada tutto bene? Ti sento... strano dalla voce.»

«Oh, sì!» si affretta a dire, con voce forzatamente allegra, «Tutto benone! Sono solo un po' stanco, tutto qui.»

«Capisco... beh, effettivamente da te è già tardi, dovresti riposare» rispondo con un po' di tristezza e non posso fare a meno di preoccuparmi, ma ho timore di sembrare indiscreta se gli chiedo di più.

«Mi manchi, Bambi», quella frase arriva spontanea attraverso il telefono, è come una carezza, un batuffolo di cotone passato sulla guancia, un abbraccio vocale che riscalda il cuore.

«Anche tu mi manchi. Tantissimo», quel "tantissimo" mi costa una certa fatica; confessargli apertamente i miei sentimenti è ancora qualcosa che m'imbarazza. Inoltre non so mai fino a che punto spingermi ad ammettere di avere bisogno di lui, non so mai se alla fine faccio bene a essere onesta o rischio di apparire "appiccicosa".

Lo sento ridacchiare dall'altro capo del telefono e del mondo e sembra tutto così surreale! Mai mi sarei aspettata di trasferirmi in Francia per seguire il mio fidanzato e poi ritrovarmi ad amare un'altra persona che ora si trova a Seul.

«Sai, stavo pensando di fare quel viaggetto insieme quando ritornerò in Francia. Potremmo organizzarci per andare a visitare Venezia. Hai detto di non esserci mai stata, giusto?»

Sorrido talmente tanto che i muscoli del viso cominciano a far male: «Dici sul serio?! Sarebbe favoloso! Anche se... ti ho mentito.»

«In che senso?!»

Prendo un respiro profondo e mi preparo a dire tutta la verità: «In realtà... ci sono già stata a Venezia. Una volta. Quand'ero piccola. Insieme ai miei.»

Lo sento scoppiare a ridere ed è una musica così dolce e contagiosa da provocare lo stesso a me: «Ah, è così dunque?! Questa non me l'aspettavo! Ora come potrò fidarmi di te?!»

Love in Montmartre (Rowoon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora