40. Il difettoso

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Rientrare nell'appartamento di Rowoon e vedere in che stato versa mi ha colpita molto, inutile negarlo

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Rientrare nell'appartamento di Rowoon e vedere in che stato versa mi ha colpita molto, inutile negarlo.

So che ciò che vedo qui rispecchia ciò che regna nella mente di Rowoon e so altresì che rimettere a posto casa sua purtroppo non lo aiuterà a riportare ordine nella sua testa.

Io però voglio esserci per lui, finché mi vorrà, finché avrà bisogno di me. Lui mi ha protetta e supportata con amore e rispetto finora, perciò mi viene naturale dimostrargli la stessa cosa. Non è un voler dare prova della mia lealtà, ma il manifestare il mio comportamento nei confronti delle persone a cui tengo.

Spero che non si senta in dovere di darmi spiegazioni, se ora non è pronto, perché non è ciò che voglio. Gliel'ho già specificato, ma se lo conosco un po', sono certa che in questo momento ha paura di ciò che penso di lui.

Teme che io adesso lo consideri un violento, un irascibile, uno che ha problemi di gestione della rabbia e che per questo io debba stargli lontano, ma in realtà non è così. O meglio, non è ciò che penso, perché lui non è così nei confronti del prossimo, ma solo verso se stesso. La sua non è una furia cieca, ci vede benissimo e sia la causa che la innesca sia l'obiettivo a cui mira sono ben chiari. I suoi genitori lo hanno fatto sentire come un eterno pezzo di ricambio e se questo pezzo, per qualsiasi ragione, dovesse essere difettoso, allora la colpa sarebbe di Rowoon.

Ecco perché si tortura in questa maniera: ora si sente un inetto, un pezzo difettoso, che non riesce ad aggiustare più niente e nessuno.
Ecco perché distrugge i suoi oggetti e non gli importa se si fa del male: vuole punirsi per non essere perfetto, per non essere come i suoi genitori vorrebbero che fosse.

E nonostante questo, è perfettamente consapevole di non potersi permettere l'autodistruzione, quindi distrugge gli oggetti che gli appartengono.

È cresciuto essendo responsabile per la vita di sua sorella e non è mai stato veramente padrone della propria.

Non ho idea di quanto gli sia servita la psicoterapia, ma come Jiwoo mi ha raccontato, deve averlo aiutato principalmente a trovare un palliativo che facesse diminuire le crisi, ma io ritengo che fuggire da chi gliele ha causate non basti per risolvere il problema, che comunque persiste. Inoltre, non doveva essere Rowoon ad andare in terapia, secondo me; o quantomeno, non avrebbe dovuto essere il solo, perché l'intera famiglia ha questioni e conflitti irrisolti che doveva affrontare insieme.

Sono accovacciata e sto raccogliendo i cocci di un vaso da terra, quando all'improvviso Rowoon rompe il silenzio, che si protrae da quando sono entrata, più di mezz'ora fa: «Non sono mai stato abbastanza forte...» mormora.

Mi volto verso di lui e lo vedo con lo sguardo rivolto a terra, stracolmo di lacrime che aspettano di cadere da un momento all'altro e le braccia abbandonate lungo i fianchi, come se non avesse più energie in corpo.

Love in Montmartre (Rowoon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora