41. La prigioniera

36 8 24
                                    



Speravo con tutta me stessa che gli eventi non prendessero questa piega

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.







Speravo con tutta me stessa che gli eventi non prendessero questa piega.

Rientrati nel mio appartamento, abbiamo visto il braccio di Jiwoo che penzolava dal bordo del divano e la pezza bagnata che le avevo lasciato per tenere la febbre bassa era finita a terra.

Un freddo brivido di terrore ha percorso entrambi, soprattutto Rowoon, che si è precipitato dalla sorella per verificarne le condizioni.

Tutto è avvenuto talmente in fretta da non darci neppure il tempo di realizzare; non lo sembra, ma ciò che è accaduto è reale e straziante.

Ho chiamato immediatamente i soccorsi, perché Jiwoo non ci rispondeva più: è stato evidente sin da subito che la sua perdita di coscienza fosse il sintomo di qualcosa di ben più grave rispetto a quello che sosteneva lei stessa. La sua temperatura si era alzata fino a raggiungere 41.5 ºC, la sua pelle bruciava e il respiro era affaticato. Provare a svegliarla era la sola cosa che potevamo fare, oltre ad aspettare impotenti l'arrivo dell'ambulanza.

Ogni fibra del corpo di Rowoon tremava di terrore, in preda al puro panico, era un fascio di nervi. Non faceva altro che chiamare e stimolare la sorella affinché si riprendesse un minimo, ma più passavano i minuti e più cresceva in lui la paura di averla persa. Io stessa ho iniziato a percepire un peso sul petto; ho avvertito angoscia e senso di colpa schiacciarmi fino a farmi pulsare le tempie e togliermi il respiro.

Quando finalmente sono arrivati i soccorsi, Rowoon ha preso in mano la situazione e ha spiegato in un perfetto francese tutto quello che c'era da sapere ai due barellieri. Subito dopo averle preso i parametri vitali, è arrivato il momento di portarla al pronto soccorso più vicino e quindi caricarla sull'ambulanza, ma ovviamente non poteva salire nessun altro con lei, a parte il fratello, quindi io sono rimasta a casa, rassicurando Rowoon fino all'ultimo e dicendogli che tutto sarebbe andato per il meglio.

Lo spero con tutta me stessa, voglio e devo credere in ciò che gli ho detto prima che partisse e mi rivolgesse quello sguardo impanicato: «Vai, amore! Andrà bene! Non ti agitare e chiamami per qualsiasi cosa! Io ti raggiungo in ospedale, appena trovo un mezzo!»

Ma quando rimango sola coi miei pensieri, questi iniziano a tarlarmi la mente assieme ai dubbi e le paure. Ora che conosco la situazione a sufficienza per capire quali possano essere i rischi, non riesco a essere ottimista al cento per cento. E non si tratta di essere pessimisti, ma semplicemente realisti: la condizione di Jiwoo è grave e le probabilità di sopravvivenza non sono a suo favore.

Eppure mi ostino a credere che il tempo, seppur contato, non sia ancora finito per lei. Per Rowoon. Per la loro famiglia. No, non può finire tutto così tra loro! Devono potersi chiarire! Deve tornare un po' di serenità per quei due poveri fratelli! E io non so fare altro che starmene qui ad aspettare un dannato taxi che tarda a causa del maltempo!

Love in Montmartre (Rowoon)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora