XIX

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《Mhh...l'aspetto mi ricorda un marshmallow...è davvero molto, molto buono...》farfugliai confusamente assaporando il ripieno dolcissimo tra i due dischi di biscotto.

Gemetti gustando il simpatico dolcetto con gli occhi chiusi e un'espressione di goduria dipinta sul viso.

Carl mi avvicinò a sé poggiando successivamente il capo sulla mia spalla.

《Se ti comporterai bene vedrò di farteli recapitare ogni mattina a colazione...》sussurrò con tono rauco e tranquillo.

Annuii silenziosamente continuando a rimpinzarmi di alfajiores, finché un improvviso movimento nella pancia mi fece sobbalzare sul posto.
Mi immobilizzai con il respiro che si interruppe lasciandomi in apnea per un pó.

《Cos'hai?》avvertii la crescente preoccupazione di Carl dal suo tono di voce soffocato.

《S-si è m-mossa...》sussurrai lievemente in preda ad un'emozione incontenibile, che mi inumidí gli occhi sbiadendomi la vista.

La mano di Carl si poggiò immediatamente sul mio pancione attendendo di poter percepire un possibile contatto con la bambina.

Ci fu un improvviso silenzio da parte nostra, finché entrambi avvertimmo un piccolo movimento al centro del pancione.

《Ciao bambina mia...》mormorò con dolcezza Carl stringendo maggiormente il mio corpo al suo e al contempo accarezzandomi la morbida pelle del pancione, ora esposto ai suoi occhi lucidi.

Chiusi velocemente gli occhi, troppo agitata per sostenere il suo sguardo emozionato.

Per quanto fossi felice d'aver appena percepito il tocco di mia figlia, condividere quell'esperienza unica con l'uomo che mi aveva così brutalmente strappata dalla mia realtà, finta che fosse, mi provocò un violento moto di rabbia e tristezza, immenso e incontenibile.

Mi contorsi rabbiosamente tra le sue braccia forti come un'indemoniata, intenzionata a scrollarmi di dosso il suo corpo opprimente.

《Enly, sta buona...》sibilò villanamente contro il mio orecchio serrando fortemente la presa su di me.

Chiusi le mani in due pugni stretti pressandoli contro il suo petto marmoreo.

《A-allontanati...》balbettai con voce fioca.

《Sembrava troppo bello per essere vero, vero niña?》domandò amaramente gettandomi sulle sue grosse spalle.

Il movimento brusco mi tolse il respiro.

In quella posizione il pancione era pressato contro il duro osso della scapola di Carl provocandomi un dolore atroce.

《M-mi s-stai fa-facendo m-male...》biascicai debolmente a corto di fiato tentando di sollevare il mio busto cosicché da evitare di gravare il mio intero peso sul pancione.

Quando Carl mi gettò sul sedile inalai un'enorme quantità d'aria.
Le mie mani corsero imperterrite ad accarezzare il pancione come ad infondere una sorta di rassicurazione alla bambina al suo interno.

Quell'effimero attimo di pace cessò di esistere nello stesso momento in cui il grosso corpo di Carl si accomodó sul sedile del guidatore fissando il suo sguardo funesto nel mio terrorizzato.

Un forte manrovescio mi colpì violentemente il viso, il cui secco rumore si ripeté all'incirca quattro volte nella mia testa.

Avvertii il ferroso sapore del sangue inondarmi la bocca e scivolare sul mento imbrattandomi, di un rosso quasi bordeaux, le labbra.

Sollevai gli occhi notando una numerosità elevata di persone che avevano assistito a quella violenza.
Nessuna di esse accorse in mio aiuto, e ciò mi spaventò enormemente.
L'indifferenza di quelle persone mi terrorizzò più della violenza che avevo appena subito.

《Ti avevo avvertito, bambina.》affermò Carl severamente concentrato sulla strada.

《Sei un mostro...》la voce mi uscì gracchiante e debole.

《Lo so, ti conviene accettarlo una volta per tutte e non sfidare la mia ira.》minacciò stringendo saldamente la presa sul volante dell'auto.

Istintivamente strinsi il mio pancione.

Era questo il futuro che mi attendeva? Magari rischiando di morire a causa delle percosse ricevute da Carl?

In breve tempo giungemmo nell'edificio fatiscente in cui Carl mi aveva costretta ad abitare. Quest'ultimo scese velocemente dall'auto dirigendosi verso il mio sportello spalancandolo ferocemente.
Mi afferrò bruscamente il gomito trascinandomi dietro di lui con una velocità insormontabile, quasi facendomi perdere il contatto con il suolo duro e terroso.

Optai per il silenzio onde alimentare ulteriormente la sua collera furiosa.

Raggiunto il nostro appartamento mi spinse letteralmente all'interno di esso rischiando di farmi inciampare e ruzzolare sul duro pavimento.

Ansimai affannosamente a causa dello sforzo immane a cui mi aveva costretto a sopportare pur di non farmi trascinare sulle scale come un vecchio tappeto inutile.

《Sei consapevole di cosa accadrà adesso, Enly?》domandò con volto freddo chinandosi al mio livello.

Strinsi fortemente le labbra ancora macchiate del mio stesso sangue, per impedire alla mia bocca di pronunciare un sonoro:"Vaffanculo!".

《Tuttavia, potrei graziarti con un pó di miserabile pietà...》affermò con tono canzonatorio usando una voce insidiosa alzandosi in piedi e incombendo sul mio corpo con la sua stazza gigantesca.

《Inginocchiati a me. Dimostrami di essere pentita per il comportamento irrispettoso che hai avuto nei miei confronti, bambina mia...》impose fissandomi malignamente dalla sua enorme altezza.

Mi rizzai traendo un profondo respiro.
Serrai i pugni facendo contemporaneamente stridere i denti.

《Mai...》ringhiai rabbiosamente poggiando le mani ai lati delle mie gambe, alzandomi lentamente in piedi.

《Mai mi inginocchierò ai piedi dell'uomo che mi ha rovinato la vita rendendola un doloroso supplizio! Mi hai capito, stronzo? M-a-i!》sostenni fronteggiandolo, ormai allo stremo, per la rabbia e la violenza subita ingiustamente.

《Non credi che sia, ormai, troppo tardi per lottare?》domandò sarcasticamente inarcando un sopracciglio divertito.

Le gambe vennero scosse da un tremore incontrollato, tuttavia, ressero egregiamente il peso del mio corpo.

《In due si può lottare come dei giganti contro ogni dolore...》sostenni fermamente poggiando una mano laddove si era precedentemente mossa la mia bambina.

《È così che la pensi?》domandò con uno scintillio malsano nello sguardo divenuto improvvisamente spiritato, selvaggio.

Rabbrividii colpita da uno strano presagio.

L'aria era intrisa di odio e sangue.

《Allora, provvederò immediatamente ad eliminare la responsabile della tua ribellione...》pronunciò avanzando di un passo verso la mia figura, che, di riflesso ne fece uno indietro.

《C-cosa h-hai intenzione di f-fare?》quasi inciampai all'indietro nell'intento di porre quanta più distanza possibile tra noi.

Un sorriso malato fece capolino sul suo viso arrossato dalla rabbia.

《Se è lei la ragione per cui ti stai ribellando a me, vedrò di farla scomparire dalla nostra vita per sempre.》spiegò con tono serio come se non avesse appena ammesso di voler ammazzare la propria figlia.

《N-no...t-tu n-non p-puoi farlo...》mormorai disperatamente con gli occhi grondanti di lacrime che lasciai scorrere liberamente sul viso, impotente.

Indietreggiai progressivamente con gli occhi spalancati dal terrore finché la mia schiena cozzò violentemente contro il muro freddo del salotto.
Immediatamente Carl mi fu addosso immobilizzandomi alla parete.

《Shh...bambina mia. Non temere. Non ti farò soffrire troppo...》sussurrò con un tono mortalmente freddo al mio orecchio provocandomi un violento sussulto al cuore.

 𝑀𝑦 𝐿𝑖𝑡𝑡𝑙𝑒 𝐹𝑟𝑎𝑔𝑚𝑒𝑛𝑡 𝑂𝑓 𝐻𝑒𝑎𝑣𝑒𝑛  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora