L'ultima volta che vidi Carl, poco meno di un mese fa, avevo immediatamente incominciato a congetturare un piano strategico volto a liberarmi dalla morsa potente in cui quest'ultimo mi aveva spietatamente intrappolata.

In realtà, non architettai nulla di eccessivamente complicato.

D'altronde, ero una normale sedicenne, certamente, ero priva di assi nella manica e conoscenze favorevoli a fornirmi un qualche ausilio.

Avrei semplicemente iniziato ad azionare il registratore del mio cellulare durante i nostri "appuntamenti", sperando dicesse o facesse qualcosa su cui avrei posto le basi per una salata denuncia contro di lui.
Inoltre, possedevo le foto dei grossi ematomi e lividi che Carl stesso aveva inflitto sul mio povero corpo, ancora stanco e dolorante da quella fatidica serata in cui mi aveva stuprata brutalmente per ben due volte di seguito.

Ma, sfortunatamente o fortunatamente, Carl non si fece più vedere da quella sera d'un mese prima a casa mia.

Era semplicemente scomparso dalla circolazione.

Nonostante ciò, avvertivo continuamente una strana sensazione che mi sopraffaceva, tanto essa era sgradevole e odiosa.

A volte, rimuginavo sull'assenza improvvisa di Carl, perdendomi nei meandri della mia mente estremamente confusa.
Proprio come in quel momento, nel mentre il professore di matematica stava spiegando il Teorema di Pitagora, i miei occhi vagavano persi sul paesaggio che si affacciava sulla finestra posta al secondo piano dell'edificio scolastico.

La mia espressione smarrita fece accigliare quest'ultimo.

《Enly, ci degneresti della tua preziosa attenzione?》mi rimproverò con tono innervosito facendomi sussultare.

Alcuni miei compagni di classe ridacchiarono divertiti facendomi sprofondare nell'imbarazzo più assoluto.

《Mi scusi...》mormorai flebilmente avvampando per la vergogna.

Se ci fosse stata Allison accanto a me, quei citrulli dei miei compagni di classe sarebbero stati zittiti dalla cieca follia espressa dai suoi occhi quando qualcuno provava a prendermi in giro.
Ahimè, proprio quel giorno, era malata.

Era sempre stato così tra noi.
Io venivo presa in giro e lei prendeva coraggiosamente le mie difese.

Io ero quella debole, lei era quella forte.
Io ero quella svogliata, lei era quella studiosa.
E così via.

Da sempre eravamo due mondi totalmente opposti, eppure, non ricordavo un'unica volta in cui Allison mi aveva guardata dall'alto in basso.
Anzi, mi voleva e vuole tutt'ora un gran bene che va al di là dell'amicizia.

Smisi d'un tratto di perdermi nella valanga di pensieri che mi tempestavano la testa riportando l'attenzione sulla lezione di matematica e sulle successive, fino alla fine di esse.

Camminai cautamente per le stradine, accompagnata dalla solita strana sensazione sgradevole che era comparsa dall'improvvisa sparizione di Carl.

Tuttavia, non accadde nulla di strano o di insolito nemmeno quel giorno.

Da quando Carl si era insinuato prepotentemente nella mia vita, ero divenuta ancor più ansiosa e irrequieta di quanto già non fossi e, il mio corpo era in continuazione in stato di allerta, sempre teso e rigido.
Tant'è che cominciai a soffrire anche di nausea e il mio ciclo, a causa dell'enorme quantità di stress da me accumulato, era in ritardo di una settimana.

Scossi il capo tentando di porre nuovamente un paletto alla mia mente costantemente attiva da provocarmi forti emicranie.

Un profondo sospiro di sollievo lasciò le mie labbra quando varcai l'ingresso di casa con un sorriso a trentadue denti.

 𝑀𝑦 𝐿𝑖𝑡𝑡𝑙𝑒 𝐹𝑟𝑎𝑔𝑚𝑒𝑛𝑡 𝑂𝑓 𝐻𝑒𝑎𝑣𝑒𝑛  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora