XXXII

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Assistetti con crescente orrore alla scena terrificante che mi si prostrò dinanzi agli occhi.

Il viso, il bellissimo viso di Carl stava velocemente divenendo d'un viola indefinibile.
Stava morendo a corto d'aria ed io restavo ferma, immobile, con le spalle tremanti spiaccicate al muro freddo.

I suoi occhi sbarrati e le mani protese verso la mia figura esprimevano la sua più profonda paura: essere nuovamente abbandonato da me.

Strizzai le palpebre tentando di calmare il mio cuore in tumulto.

Non potevo lasciare che morisse.
Nessuno meritava di morire.

Carl doveva pagare per il dolore gratuito che aveva rovinato la vita di una moltitudine numerosa di persone, non importava che esse fossero innocenti o meno.
Carl era un peccatore, un maniaco succube della sua mente malata assetata di un amore che non era amore, ma, insania, infatuazione, ossessione.

Carl doveva essere salvato, da sé stesso.

《J-jeff...》mormorai debolmente.

Immediatamente il suo sguardo allucinato fu su di me.

Ecco la bestia che tutti conoscevano.
Ma, io sapevo.

Jeff era anche altro.

Mi fissò con le sopracciglia aggrottate e il viso deformato in un'espressione pericolosamente contrariata.

Tesi lentamente le mani verso Carl, il quale cercò di spingere contro la costrizione delle massicce braccia di Jeff per raggiungere le mie mani.

Feci un cenno a quest'ultimo ed egli capì.

《Ora, ti libererò dalla mia stretta e, tu non farai nulla di avventato, oppure, ti ammazzerò. Capito, scarto umano?》ringhiò ferocemente Jeff serrando la presa sul collo di Carl, il quale sollevó il mento annaspando debolmente alla disperata ricerca d'aria.

Annuì velocemente schiaffeggiando convulsamente gli avambracci gonfi di Jeff che si accingevano a stringere il suo collo.

Quando quest'ultimo lo liberò dalla sua potente morsa, Carl crollò rovinosamente in ginocchio sul freddo e duro pavimento cementato, colmo di polvere.

Inspirò ed espirò più volte finché l'aria non ricominciò a circolare regolarmente, poi, sollevó con lentezza il volto, che aveva gradualmente ripreso il proprio colorito sano e naturale.

Mi guardava con gli occhi annebbiati, stanchi, stanchi di tutto.

《Tu non mi ami, vero?》mormorò quella domanda con un tono spento, quasi morente, rassegnato.

Le labbra mi tremolarono, incapaci di proferire una risposta in grado di non attizzare il fuoco della sua pazzia.

Improvvisamente, calò il busto in avanti, chinando la fronte imperlata di sudore contro il suolo impolverato.

《Ti prego...tu mi ami...i-io lo so...》disse sottovoce quasi per autoconvincersi.

Tremai fissando il mio sguardo impaurito in quello di Jeff, che mi guardava con un'espressione neutrale.

Io amavo lui, ne ero ormai certa.

Notai un improvviso movimento di Carl, il quale con uno scatto si appropriò della pistola di Jeff situata all'interno della fondina.
Mirò e sparò velocemente contro quest'ultimo, il quale agilmente si spostò di lato evitando il colpo che gli avrebbe causato una ferita mortale se fosse andato a segno.

Vidi chiaramente il momento in cui il viso di Jeff si trasformò in una smorfia minacciosa, mostrò i denti quasi come se avesse voluto ringhiare, poi, incombé sul corpo di Carl.
Prelevò un coltello e velocemente effettuò un taglio netto sulla gola di Carl, dal quale iniziò a zampillare sangue di un rosso scuro, quasi nero, carminio.
Anche il suo sangue pareva esser stato macchiato dal peccato.

 𝑀𝑦 𝐿𝑖𝑡𝑡𝑙𝑒 𝐹𝑟𝑎𝑔𝑚𝑒𝑛𝑡 𝑂𝑓 𝐻𝑒𝑎𝑣𝑒𝑛  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora