II

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La mattina successiva mi svegliai a un orario indecente.
Ovviamente, feci le corse per arrivare a scuola in tempo, ma, inutile dire che mi beccai una lunghissima ramanzina dal professore della prima ora, il quale mi minacciò di spedirmi dalla preside nel caso fosse capitato nuovamente.

Con il viso paonazzo dalla vergogna mi diressi a schiena curva verso il mio posto, situato accanto alla mia compagna, Allison, la quale mi accolse con uno sguardo rimproverante.

《Come mai questo ritardo?》domandò parlando sottovoce.

《Mi sono svegliata tardi, Ally...》risposi sussurrando per evitare un ulteriore rimprovero da parte del professore.

Allison ruotò, come suo solito, gli occhi al cielo alla mia risposta lanciandomi, poi, un'occhiataccia ammonitrice che venne subitamente ricambiata da un mio risolino divertito.

A volte assumeva gli stessi atteggiamenti di mia madre.

《Dopo torniamo insieme a casa?》chiese flebilmente.

Ero in procinto di assentire, ma, negai con il capo non appena rammentai quella dannata telefonata e il suo mittente.

Allison mi osservò con circospezione, incuriosita.
Era una ragazza davvero intuitiva, inoltre, per lei ero completamente un libro aperto.

Il mio cervello, totalmente in preda al panico, lavorò duramente cosicché da inventare una valida spiegazione alla mia risposta.

《Lo stesso r-ragazzo contro cui ho sbattuto la scorsa mattina si è o-offerto di darmi ripetizioni di ma-matematica e...》sussurrai, balbettando appena.

La sua reazione non si fece attendere.
Infatti, la sua bocca si spalancò ed i suoi occhi a mandorla diventarono due palline da golf.

Ridacchiai nervosamente, spintonandola.

《Sei sicura che puoi fidarti? Nel senso...l'hai conosciuto soltanto ieri...》affermò improvvisamente preoccupata.

La osservai attentamente per poi sollevare le spalle con noncuranza, evitando di far trasparire la mia ansia incontenibile.

Era palese che di Carl non mi potevo fidare, ma avrei dovuto sottostare alle sue richieste.

Quel vigliacco avrebbe realmente causato del male alle persone a cui volevo bene, ne ero certa.

Non avrei permesso a quel maniaco di torcere un solo capello né ad Allison né a mia madre.

Le lezioni terminarono piuttosto velocemente e, nel mentre salutavo Allison, avvistai colui ch'era diventato il mio incubo in sole 24h, comodamente seduto in sella alla sua moto nera.

Mi diressi a passo cauto verso di lui, il quale mi sorrise porgendomi il suo casco.
Notai che ne possedesse solo uno.

《Il tuo?》domandai corrucciando le sopracciglia, pentendomi subitamente d'aver posto quell'insulsa domanda.

Masticai nervosamente la pelle delle mie guance maledicendomi per la mia indole gentile.
Non si meritava la mia preoccupazione.

Mi guardò intensamente facendomi avvampare il viso dalla vergogna.

《Non ne ho bisogno.》affermò serio in volto.

《D-dove m-mi vuoi portare?》chiesi con voce flebile balbettando con fare impaurito.

Mi lanciò un'ultima fredda occhiata prima di afferrare violentemente i miei fianchi facendomi sedere a cavalcioni sulla sella della sua moto.

Un urletto spaventato mi scappò dalla bocca.

 𝑀𝑦 𝐿𝑖𝑡𝑡𝑙𝑒 𝐹𝑟𝑎𝑔𝑚𝑒𝑛𝑡 𝑂𝑓 𝐻𝑒𝑎𝑣𝑒𝑛  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora