Seventeen

433 20 2
                                    

«Charlie? ». Sento urlare dall'esterno della casa, mi blocco alcuni secondi per poi correre fuori e rimanere ancora una volta bloccata.

«Non ci posso credere..». Sussurro sconvolta. Lui è lì davanti a me che mi sorride a braccia aperte.

«Andrew». Inizio a correre letteralmente verso di lui abbracciandolo di scatto.

«Andrew oddio». Sussurro in lacrime mentre sento di nuovo dopo tanto tempo il suo odore e il calore del suo abbraccio.

«Ciao Charlie. Dio se mi manchi». Scoppio a piangere ancora di più dopo questa frase.

«Mi dispiace Andrew, perdonami». Mi stringo più che posso a lui.

«Basta Charlie, non hai fatto nulla». La sua voce, il suo profumo, è impossibile.

«Aiuto Charlie». Sussurra è lentamente mi stacco per poi alzare la testa e indietreggiare di scatto.

«Andrew!». Urlo in lacrime vedendo di nuovo quella scena. Tutto si trasforma, è notte, ambulanza, macchine, polizia.

«Charlie allontanati». Mia madre mi porta indietro ma mi libero dalla sua presa per poi correre e vedere Andrew a terra.

«Charlie..». Sussurra per poi chiudere gli occhi.

Mi sveglio all'improvviso alzandomi di scatto e mettendomi seduta, accendo la luce e mi guardo intorno scrutando attentamente il posto in cui mi trovo, la mia camera. Tocco il mio viso ed è sommerso dalle lacrime poi ricordo, Andrew, mia madre, me e di nuovo il solito incubo. In preda al panico mi alzo di scatto e vado in bagno per sciacquare subito la faccia con l'acqua ghiacciata mentre il respiro inizia a farsi pesante e veloce. Mi appoggio al lavandino mentre le mie mani e tutto il resto del corpo inizia a tremare, i battiti aumentano e la testa gira e posso giurare che tra poco impazzisco. Mi siedo a terra dentro la doccia e apro l'acqua ghiacciata per poi prendere la lametta e giocarci con le mani mentre l'acqua mi scorre addosso. Senza pensarci mando la testa indietro e passo la lametta sul braccio facendo sporcare la doccia di rosso.

«Mi dispiace Andrew è colpa mia». Sussurro piangendo in silenzio e continuando ad usare la lametta.

Poco dopo mi alzo e lentamente mi reco al comodino per prendere il telefono e rimettermi seduta a terra nella doccia. Senza neanche pensare digito il numero di Billie e aspetto appoggiando la testa al muro.

«Charlie?». Risponde sorpresa visto che qua è piena notte. Non parlo per alcuni secondi e infatti lei parla di nuovo.

«Charlie che succede? Dove sei? Perché c'è acqua che scorre?». Chiede allarmata.

«Mi dispiace». Sussurro.

«Charlie che cazzo succede? Dove sei?». Sento che si muove probabilmente per mettersi più comoda.

«Okay Charlie ascolta, fai un respiro profondo e rispondi calma, okay? Dove sei ora?».

«In doccia». Sussurro apatica dopo aver fatto un respiro profondo.

«Okay brava Charlie, ti sei tagliata?».

«Si».

«Va bene. Chiudi l'acqua e piano piano ti alzi, va bene?».

«Si». Faccio come dice e mi appoggio al lavandino.

«Così..Adesso prendi delle fasce e fascia le braccia». Allungo il braccio aprendo il mobiletto e prendendo le bende. Le metto prima intorno ad un braccio e poi intorno all'altro.

«Okay Charlie, adesso asciugati e cambiati così ti metti a letto».

«Mi dispiace Billie». Sussurro sentendo uscire altre lacrime.

«Charlie no, non chiedermi scusa. Ti prego cambiati e mettiti a letto».

«Mi dispiace». Ripeto senza ascoltarla.

«Amore, ti prego». Mi blocco sentendo questa frase che mi fa battere il cuore davvero forte. Alzo la testa di poco per prendere una tovaglia, spogliarmi e asciugarmi per poi mettere un pigiama asciutto e mettermi a letto.

«Brava Charlie. Adesso parlami, cos'è successo?».

«Ho fatto il solito incubo che mi persegue da anni, la sua conseguenza è sempre un attacco di panico e poi tanti tanti sensi di colpa».

«Non ti sentire in colpa per avermi chiamata, mi raccomando. Vuoi raccontarmi questo incubo?». Faccio un sospiro profondo e le spiego tutto.

«Non sai questa cosa della mia vita. Andrew è-». Sospiro.

«Era..Mio zio, il fratello di mio padre ma non era grande aveva ventitré anni quando è morto mentre io diciassette. Più che zio era un fratello, era il mio esempio, eravamo tutti legati a lui. Una sera ero fuori ad un compleanno e mi sono sentita male, mentre parlavo con lui per messaggi cosa che facevamo sempre, gliel'ho detto e subito si è catapultato per venire a prendermi ma poi c'è stato un boato, ambulanza, polizia e tanta tanta gente». Sento che inizio a piangere di nuovo.

«È morto subito neanche è andato in ospedale. Se solo non gli avessi detto nulla, se gli avessi detto di non venire sarebbe ancora qui». Sussurro in lacrime.

«Nonono Charlie non è colpa tua Dio no. Non hai provocato tu l'incidente, non lo hai voluto tu. Non devi sentirti la causa di tutto quello che è successo».

«Ma Billie non c'è più perché stava venendo a prendere me». Sussurro mentre mi copro il viso con le mani e sento la sua disperazione nel non poter essere qui con me.

«Non posso fare niente da qui e io questo non lo tollero cazzo». Afferma incazzata.

«Tu fai così tanto».

«Ascolta Charlie, asciugati le lacrime e calmati un po' per favore. Che ore sono la?».

«Le tre».

«Charlie devi dormire, domani hai scuola e tra meno di una settimana ti diplomi. Ti prego». Sospiro e annuisco anche se so che non mi può vedere.

«Va bene».

«Chiamami se hai bisogno come hai fatto ora okay?».

«Si».

«C'è qualcosa che posso fare per te amore?». Il mio cuore sussulta ancora.

«Più di quello che fai? Tranquilla».

«Va bene. Buonanotte amore».

«Buonanotte...amore». Sento che sorride e dopo stacco. Mi distendo e mi infilo sotto le coperte sapendo di essere così tanto fortunata ad averla nella mia vita, se se ne andasse io morirei.

-----
Vi piace la nuova copertina?
La storia come vi sembra?

Perdonate se non ho postato per tanto tempo ma ho avuto molti problemi, voglio finire questa storia perchè nonostante tutto la amo con tutto il cuore. :)












You Found MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora