Twentyeight.

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Apro lentamente gli occhi sbattendo le palpebre più volte riuscendo a mettere a fuoco la vista solo dopo qualche abbondante secondo. Mi guardo intorno scrutando ogni angolo della stanza bianca in cui mi trovo per poi bloccarmi vedendo chi ho davanti.

«No, no un altro incubo no». Sussurro cominciando a piangere e dimenarmi. Lei si gira di scatto e si avvicino a me prendendomi il viso tra le mani.

«Charlie calma, calmati non è un incubo sono qui». Sussurra agitata ed io mi blocco guardandola negli occhi.

«Billie». Sussurro in lacrime, è davvero qui? Si alza di scatto ed esce dalla stanza, pochi secondo dopo entrano infermieri e medici iniziando a fare tanti controlli mentre io continuo a fissare la porta bloccata avendo visto Billie dopo quella che sembrava un'eternità.

«Charlie». Dopo un po' i medici vanno via ed entra correndo mia madre che mi abbraccia forte in lacrime.

«Dio sei viva, sei viva amore mio». Mi stringe in un modo mai fatto prima e lo stesso fanno mio padre e le mie sorelle. Dopo entra anche Aby e mi abbraccia anche lei.

«Cristo non farlo mai più». Sussurra piangendo ed io chiudo gli occhi sentendomi in colpa per tutti loro.

«Quanto sono stata in coma?».

«Tre giorni». La guardo non aspettandomi per niente questa risposta.

«Oh». Riesco a dire solo questo.

«Lo hai detto tu a lei?». Le chiedo riferendomi a Billie e lei annuisce.

«Doveva saperlo, perdonami». Mi guarda.

«Tranquilla, lo so, è okay».

«Appena gliel'ho detto è corsa qua subito lasciando il tour». La guardo bloccandomi.

«Dio..». Passo una mano sul viso disperata sentendo le sue parole.

«La faccio entrare». Si alza ed io annuisco, mi sento molto in colpa. Giro poi la testa sentendo rumore e la guardo entrare per poi sedersi accanto a me. Abbasso la testa mentre lei mi guarda.

«Sta arrivando il medico per parlare con te e i tuoi». Mi guarda, io alzo la testa e annuisco. Faccio per parlare ma vengo interrotta dal medico stesso che entra in camera insieme all'infermiera che mi sistema la flebo e i miei genitori.

«Allora Charlie, ti stiamo controllando e sembra essere tutto sotto controllo». Inizia mentre guarda la cartella che posa poco dopo e poi guarda tutti noi.

«Ma credo sia opportuno trasferirti un una clinica». Giro la testa di scatto.

«Non se ne parla io torno a casa adesso». Mi altero.

«Charlie perché non provi a pensarci?». Mi guarda mio padre.

«No, scordatelo cristo io me ne vado a casa adesso cazzo». Inizio ad innervosirmi e mettermi seduta mentre cercano di calmarmi.

«Calma Charlie, lo diciamo per te ti prego». Mi guarda mia madre.

«No cristo se mi mettete la dentro mi uccido chiaro?». Urlo e loro non continuano.

«Va bene Charlie, sta tranquilla non andrai». Mi guarda il medico.

«Voglio andarmene a casa». Affermo guardando fuori.

«Facci fare gli ultimi esami, anche se dovresti passare la notte qui». Risponde il medico.

«Voglio andare a casa». Sussurro senza guardare nessuno, sento che lui sospira.

«Faremo gli ultimi accertamenti e poi la potrete portare a casa, se dovesse succedere qualcosa portatela immediatamente qui». Parla con i miei e dopo va via. L'infermiera fa uscire tutti mentre mi cambia la flebo per fare l'ultima, mi cambia anche le bende sui polsi dopo averli disinfettati e mi fa altri accertamenti. La sera finalmente mi lasciano uscire e con la mia famiglia torno a casa mia, mio padre mi accompagna in camera mia, essendo debole insistono nel controllarmi mentre mi sposto.

«Stai bene?». Mi guarda lui mentre prendo il mio pigiama. Io annuisco e lui sospirando esce. Inizio a cambiarmi con un po' di difficoltà e mi blocco vedendo Billie che viene a darmi una mano per spogliarmi e mettere il pigiama. I medici avrebbero voluto che passassi la notte lì per potermi monitorare ma avendo insistito mi hanno lasciata stare dicendomi che sarei stata molto debole e infatti è così. Dopo aver messo il pigiama lei mi aiuta a mettermi a letto e si mette accanto a me mentre guarda il vuoto, la guardo sentendomi tremendemente in colpa, non merita di stare male.

«Mi dispi-». Inizio ma lei si alza di scatto facendomi bloccare.

«Che cazzo, hai in testa?». Afferma agitata e incazzata mentre mette le mani in testa e inizia a fare avanti e indietro per la stanza, io mi limito a guardarla ed ascoltarla sapendo già che ha ragione qualsiasi cosa dirà.

«Ti rendi conto che eri ad un passo dalla morte!». Alza la voce e mi guarda.

«Ti rendi conto del casino che stavi per fare? Cazzo Charlie dimmi che te ne rendi conto». Mi guarda ed io abbasso la testa.

«Mi dispiace». Sussurro tenendo la testa bassa.

«Morendo tu, morivano tua madre e tuo padre, le tue sorelle, Abigayle». La guardo.

«Morivo io cazzo!». Urla mentre qualche lacrima inizia a rigarle il volto per poi guardarmi.

«Tre giorni fa è arrivata la chiamata che ho sempre temuto».

«Avrei preferito uccidermi che ricevere quella cazzo di chiamata». Mi guarda ed io scoppio a piangere vedendo il dolore che le ho provocato.

«Mi dispiace Billie, mi dispiace». Sussurro coprendomi il viso con le mani, pochi secondi dopo lei si mette accanto a me e mi stringe forte a se mentre il petto mi va in fiamme.

«Come potevo vivere in un mondo senza te Charlie? Come». Sussurra piangendo stringendomi a se. Mi è mancata così tanto.

«Perdonami». Sussurro, e lei mi bacia la testa più volte.

«Non fare mai più una cosa del genere Charlie, per favore». Mi faccio sempre più piccola nelle sue braccia riuscendo a stare bene dopo mesi di dolore e sofferenze assurde dovute alla sua assenza, vorrei che il tempo si fermasse.

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Odio wattpad, non compare una frase nel capitolo ma quando controllo nell'angolo per scrivere c'è, che nervi. È una frase di tre parole fortunatamente ma spero dia comunque solo a me il problema.

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