In questo momento mi ritrovo a guardare il soffitto mentre fuori è ancora buio, non riesco a dormire e credo di star piangendo da almeno un'ora, ormai i momenti così sono sempre più frequenti, non riesco più a dormire bene, se dormo per cinque ore è tanto, ma sta notte neanche questo. È orribile soprattutto perché so che è colpa della depressione e se solo ci fosse un un modo per stare meglio lo farei ma non so come. Sono ormai quasi tre anni che faccio sedute dallo psicologo ma io mi sento solo peggio. Passo una mano sul viso per asciugare le lacrime e dopo scendo al piano di sotto, vado in cucina e apro il frigo per prendere dell'acqua e versarne un po' in un bicchiere di vetro, dopo mi siedo al tavolo e inizio a bere a sorsi mentre mi perdo a fissare il vuoto. A distrarmi dai miei pensieri è la luce che si accende, mi giro di scatto e vedo mia sorella Amber entrare e sedersi vicino a me.
«Tutto bene?». Mi chiede dolcemente accarezzandomi la schiena. Io metto la testa fra le mani e faccio un no con essa sospirando.
«Non riesco a smettere di piangere, mi sento una schifezza». Rispondo sfinita.
«Tu che ci fai sveglia?». La guardo.
«Ho sentito rumore e sono scesa». Risponde ed io annuisco.
«Vieni, dormiamo insieme». Mi prende la mano e insieme torniamo in camera mia, ci mettiamo nel letto ed io la abbraccio per poi darle un bacio in testa.
«Grazie vita mia». Le dico stringendo forte, amo il rapporto che ho con le mie sorelle, siamo molto unite.
«Ti voglio bene Charlie».
«Anche io Amber». Dopodiché provo a dormire anche se mi viene difficile addormentarmi.
Il mattino seguente non vado a scuola, mi sento abbastanza giù di morale, ne approfitto per stare con mia madre e andare in giro per Londra a sbrigare delle cose con lei, guardo fuori dal finestrino durante il tragitto in auto e ad un certo punto passiamo davanti ad una prestigiosa accademia d'arte che si trova poco fuori dal centro, entrano poche persone ed è molto difficile ma chi esce da lì ha una carriera assicurata e quest'accademia è il mio sogno più grande.
«Ci riuscirai, ne sono sicura». Afferma mia madre notando cosa sto guardando.
«Non ne sarei così sicura. Non ne sono all'altezza».
«Non voglio che dici questo perché non è vero. Li vedi i tuoi disegni e vedo le tue foto, sei bravissima, avrai il successo che meriti». Afferma ed io le faccio un piccolo sorriso per poi tornare a guardare fuori malinconica.
«Mamma ho l'appuntamento dal dottor Adam».
«Lo hai spostato a sta mattina?». Chiede ed io annuisco così mia madre mi porta allo studio e scendiamo entrambe, quando entro per la visita lei aspetta fuori e io inizio la mia seduta, avrei voluto che le sedute diminuissero ma stanno aumentando e basta.
«Il punto è che continuo a sperare che lui entri in camera mia e mi abbracci ma so che non succederà mai, non tornerà mai». Affermo sospirando.
«Andava male prima della sua morte e dopo tutto è peggiorato, era la mia ancora». Concludo.
«Sei riuscita a dormire sta notte?». Chiede lui.
«Poco come sempre».
«Fammi vedere le braccia». Io lo guardo e dopo alzo le maniche, lui vede nuove bende e mi da una leggera pacca sulla spalla per poi tornare a sederci.
«Charlie ti devo prescrivere un nuovo farmaco, così non va bene». Afferma dispiaciuto ed io lo guardo sentendomi a pezzi.
«No la prego, ne prendo già due, per favore». Lo supplico ma non posso fargli cambiare idea, lo so già.
«Mi dispiace Charlie. Ne devi prendere una al giorno, meglio se prima di dormire». Afferma porgendomi il foglio e dopo mi alzo per poi essere accompagnata alla porta. Quando la apriamo mia madre ci viene in contro e parla con lui, dopo viene verso di me e mi abbraccia.
«Mi dispiace mamma». Scoppio a piangere tra le sue braccia e lei mi stringe forte.
«Non è colpa tua piccola mia. Andiamo a casa su». Afferma prendendomi la mano e insieme andare via. Quando arrivo a casa mia mi butto sul letto e metto le cuffie nelle orecchie per poi far partire la musica e stranamente mi addormento, sono abbastanza stanca. Mi sveglio più tardi giusto in tempo per la cena e stare un po' con la mia famiglia e dopo aver preso le mie pillole torno in camera mia e mi metto un po' alla scrivania per disegnare. Dopo un po' di tempo sento il telefono squillare e vedo che è Billie che richiede una videochiamata, sorrido automaticamente e sistemo il telefono davanti a me per poi rispondere.
«Ehilà». Sorride lei seguita da me.
«Ehi». La saluto anche io.
«Ti disturbo?». Chiede lei.
«Non disturbi mai Billie, te lo dico sempre». Io e Billie è già da qualche giorno che parliamo e facciamo delle videochiamate, grazie a lei in questi momenti mi distraggo molto.
«Che facevi?». Chiede sorridendo.
«Oh nulla di che, e tu?». Rispondo cercando di nascondere dietro il telefono il foglio.
«Sbaglio o erano colori?». Chiede lei e per un momento la guardo, poi sospiro e le faccio vedere il foglio su cui ho disegnato un lupo.
«Oddio ma è bellissimo». Afferma spalancano un po' gli occhi.
«Lo hai fatto tu?». Chiede ed io annuisco.
«Sei bravissima, so che dirai no ma ti prego posso vederne altri?». Chiede supplicandomi.
«Anche no». Affermo posando il foglio.
«Oh dai, ti prego». Continua ed io sospiro per poi prendere una delle mie carpette in cui dentro tengo i disegni e la apro per mostrarle alcuni di essi. Ad un certo punto spalanco gli occhi vedendo un suo ritratto e lo butto subito dentro la carpetta, quando la guardo lei mi guarda perplessa.
«Fammi vedere immediatamente». Afferma seria ed io sbuffo per poi mostrarle il disegno.
«Oddio ma è identico a me!». Esclama e si avvicina alla telecamera, io invece ridacchio per la sua reazione.
«Non è nulla di che Billie». Affermo e lei mi guarda.
«Nulla di che? Stai scherzando? Sembra una foto Charlie». Continua mentre poso la carpetta.
«Tu sai disegnare così bene e non me lo hai mai detto». Mi rimprovera.
«Bhe, non me lo hai mai chiesto». La guardo e lei mi guarda male facendomi ridere.
«Lo voglio sappilo e lo voglio incorniciare e voglio anche la tua firma lì sopra». Mi guarda seria ed io scopro la testa.
«Meglio di no». Mi guarda ancora male e io rido di nuovo.
«Te lo darei volentieri ma non penso succederà». Affermo facendo un sorriso amaro.
«Pensi che non ci vedremo più?». Chiede facendosi seria.
«La vedo una cosa molto difficile». La guardo e lei si sistema meglio mentre mi ascolta.
«Stiamo molto distanti Billie, tu lavori, io studio, è impossibile». Le dico abbassando di poco la testa.
«Smettila di pensare queste cose. Noi ci rivedremo, fidati di me». Afferma e fa un sorriso, io la guardo e faccio anche io un piccolo sorriso.
«Allora, cos'altro mi nascondi?». Chiede sorridendo ed io scuoto la testa.
«Mh, credo tu sappia tutto, non c'è molto da sapere su di me». Affermo e ci penso su.
«Oltre al disegno, amo la fotografia». Le dico e lei sorride.
«Mi farai vedere mai qualche tuo scatto?». Chiede.
«Probabilmente no». Rispondo ridendo e lei sbuffa.
«Magari, solo se potrò farne qualcuno a te». Continuo guardandola e sorridendo, lei sorride e annuisce.
«Ci sto».
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You Found Me
Fanfiction«Non voglio lasciarti». «Se è destino, torneremo insieme». E quella, fu l'ultima volta che i loro sguardi si incrociarono.