Twelve.

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«È strana».

«In che senso?».

«Non lo so Aby. Oggi ho conosciuto una ragazza e Billie era strana, fredda».

«È successo altre volte?».

«Si».

«Sei stupida? Le piaci».

«Ma che dici? Sii seria Aby».

«Sono più che seria. Ti ha fatta venire la addirittura perché le mancavi. Le piaci, e anche tanto».

«Certamente, io, ovvio».

«Sei una testa di cazzo».

«Anche tu, fammi andare che devo prepararmi».

«Va bene, ma pensaci Charlie. Potrebbe essere la tua occasione, non sprecarla. Pensa a cosa direbbe Andrew». Lei stacca la chiamata ed io faccio un sospiro, non la penso come lei ma che altre spiegazione ci potrebbe essere? Decido di non pensarci troppo e iniziare a prepararmi. Faccio una doccia calda e subito dopo mi vesto, metto dei jeans neri stretti con gli strappi alle ginocchia, una camicia nera e un giubbotto di pelle anch'esso nero. Quando finisco anche di sistemare i capelli decido di prendere la macchina fotografica così da poter fare qualche foto e provare l'obiettivo nuovo sul panorama che avremo davanti.

«Charlie? Sei pronta?». Chiede Billie senza entrare, esco dalla stanza e la guardo.

«Pronta». Lei mi guarda e sorride.

«Stai benissimo».

«Anche tu». Sorridiamo entrambe e poi usciamo di casa. La prima tappa è un locale in centro, andiamo lì per cenare, Billie ha già prenotato. Quando arriviamo il cameriere ci mostra il nostro tavolo e noi ci sediamo per poi ordinare qualcosa.

«Che ansia». Affermo ad un tratto bevendo un po' d'acqua.

«Cosa?». Chiede Billie.

«Quella tipa ci fissa da quando siamo entrate, dovrebbe sapere che non mordi». Ridacchio e lei sbatte una mano in fronte.

«Che ho detto?». Le chiedo non capendo.

«Nulla Charlie, è solo che non sta fissando noi o me, ma te, da troppo in effetti». Risponde prendendo poi il suo telefono, io la guardo e dopo alzo lo sguardo verso la ragazza ma lei si gira.

«Non penso Billie». Le dico e lei scuote la testa rinunciandoci. Dopo un po' lei è ancora al telefono così glielo prendo dalle mani e lei mi guarda.

«Ehilà, sono qui». Le dico e lei ride.

«Scusa». Si scusa sorridendo e il mio cuore perde battiti.

«Cos'hai?». Chiedo ridandole il telefono.

«Nulla, scusami». Annuisco anche se non le credo, ma non continuo.

«Vado un attimo in bagno». La informo alzandomi e quando mi assicuro che lei non guardi verso di me vado a pagare, dopo torno e lei si alza per dirigersi verso la cassa mentre io vado verso la porta.

«Aspetta devo pagare». Mi giro e la guardo.

«Mhmh». Le dico e lei incrocia le braccia capendo che ormai ho pagato io.

«Charlie.». Mi guarda seria ed io rido mentre la prendo da una mano e la trascino fuori.

«Ti ammazzerei». Mi dice mentre guida ed io guardo fuori dal finestrino.

«Non c'è di che». Rispondo ridacchiando, lei sorride anche.

«Grazie».

«È il minimo Billie».

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