Thirtytwo.

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Questa mattina sono libera così ne ho approfittato per andare in palestra mentre prima di uscire ho sistemato la casa, pomeriggio mi tocca andare all'ufficio per continuare a sistemare le foto di Billie, per ora sono più libera e ho solo gli impegni con Richard e quindi quando non sono la ho del tempo libero.

«Buongiorno Charlie». Alzo la testa e vedo Kate.

«Buongiorno». Sorrido insieme a lei.

«Cavolo sai che hai proprio un bel fisico? Hai messo su molti muscoli». Mi guarda sorridendo ed io sorrido timidamente.

«Ti ringrazio Kate. Ti alleni anche tu oggi?».

«Esatto, questo orario è più tranquillo e ne approfitto». Risponde salendo sul tapis roulant.

«Si è vero non c'è quasi nessuno, preferisco così anche io».

«Io sia per comodità che per tempo libero. Se c'è molta gente devo stare al bancone, altrimenti mi alleno come ora». Sorride.

«Lo capisco». Le sorrido, dopo entrambe continuiamo ad allenarci e dopo le mie solite due ore, sfinita, finisco.

«Ho finito per oggi, ci vediamo domani Kate».

«Ciao Charlie». Sorride.

Dopo essere arrivata a casa e aver fatto una doccia mi reco subito alla casa discografica per poi raggiungere l'ufficio di Richard per avvisarlo che sono arrivata, lui come sempre mi accoglie sorridendo e subito dopo vado a sedermi davanti al pc iniziando a lavorare per un po' e fortunatamente sono sola, devo ammettere che guardo queste foto abbastanza malinconica, è così bella e mi manca molto. Cerco di non pensarci a continuo a lavorare per circa un'ora e mezza, dopo decido di fare una pausa e uscire dall'ufficio per prendere un caffè alla macchinetta.

«Tu devi essere Charlie». Mi giro e vedo una ragazza che mi sorride timidamente, è molto carina con i capelli lunghi e biondi, più bassa di me e gli occhi chiari, sul verde.

«Si, sono io». Le sorrido.

«Sono Sophie, scusami se ti disturbo è che ti ho vista già ieri ma non volevo disturbarti. Volevo dirti che trovo i tuoi disegni e le tue foto davvero molto belle». Sorride timidamente, è davvero carina.

«Ti ringrazio, davvero significa molto per me». Le sorrido.

«Caffè?». Le dico poi indicando la macchinetta.

«Certo, grazie». Sorride e le faccio un caffè per poi darglielo.

«Lavori qua?». Le chiedo mentre bevo.

«Non proprio, sto facendo uno stage. Sto frequentando l'università».

«Sono sicura che il percorso qua dentro ti aiuterà molto». Le sorrido.

«Si devo ammettere che è d'aiuto». Sorridiamo entrambe e poi lei guarda l'ora.

«Perdonami ma devo andare». Butta il bicchierino e mi guarda.

«Va, tranquilla». Le sorrido.

«È stato un piacere Charlie, immagino che ci rivedremo qui». Sorride ancora timida.

«Anche per me Sophie e certo, sicuramente ci rivedremo». Sorrido e lei va via, è stata molto carina e gentile. Quando alzo lo sguardo vedo Billie che squadra Sophie mentre cammina e poi si gira a guardarmi, la guardo bloccata mentre bevo il caffè. Lo finisco velocemente e poi entro nell'ufficio tornando lavorare ma sento la porta aprirsi e vedo Billie entrare e mettersi accanto me.

«Ciao Charlie». Mi guarda ed io la guardo.

«Ciao». Sussurro guardandola per poi tornare allo schermo del pc.

«Chi era quella ragazza? Mai vista qua». Chiede cercando di essere calma ma dovrebbe saperlo che è inutile, la conosco.

«Si chiama Sophie, sta facendo uno stage qui». Rispondo calma e con la coda dell'occhio vedo che annuisce.

«Ti manca ancora molto?». Mi chiede riferendosi al lavoro.

«No ho quasi finito».

«Domani sarai di nuovo qui?». Chiede ancora.

«No, ho finito. Probabilmente ci sentiremo con Richard per organizzare altro».

«Probabilmente ci sarà un'intervista».

«Non sono tenuta a venire, di certo non mancano i fotografi». Rispondo facendo spallucce e poi la guardo.

«Oh...credevo di si». Sussurra con tono sorpreso e triste. Io la guardo senza sapere cosa dire e lei fa lo stesso, distolgo subito lo sguardo per evitare di bloccarmi di nuovo nei suoi occhi, potrei pentirmene delle conseguenze. Mentre continuo a lavorare lei resta qui in silenzio e mi guarda alternando lo sguardo tra pc e me, forse Aby ha ragione? Il suo telefono suona per via di un messaggio e lei dopo averlo detto scatta in piedi e velocemente si reca alla porta per poi uscire, devo dire che è stato un gesto strano, probabilmente la stanno cercando. Lei non rientra più per i prossimi dieci minuti e nel frattempo io finisco il lavoro, dopo aver chiuso tutto prendo le mie cose ed esco dall'ufficio iniziando a camminare e quando alzo la testa mi blocco sentendo il mio cuore che va in frantumi. Billie nelle braccia di una ragazza mentre tenta di baciarla anche se lei oppone con un po' di resistenza, resto immobile davanti a questa visione che fa più male di un coltello nel petto, lei si gira e si blocca. Inizio a camminare a passo molto svelto cercando di non scoppiare a piangere proprio qui davanti a lei mentre sento lei che mi chiama ma inutilmente. Salgo subito in macchina e scoppio a piangere in un pianto disperato quasi, mi ha dimenticata, è andata avanti, non mi ama più. Tutti questi pensieri mi girano per la testa così velocemente che tra poco impazzisco. Quando arrivo a casa Aby corre verso di me vedendomi in queste condizioni, mi abbraccia ed io le racconto tutto.

«Cristo Charlie mi dispiace». Mi stringe a se quasi disperata quanto me.

«È stato orribile Aby, non la supererò mai, la amo troppo». Singhiozzo tra le sue braccia e Dio, fa tutto letteralmente schifo.

«Credevo ti amasse ancora sai?». Sussurra stringendomi, lo so che ci è rimasta malissimo. Mi consola per un po', poi decido di andare in camera e mettermi sul letto scoppiando a piangere, mi manca e non posso riaverla.

«È tutta colpa mia, non dovevo lasciarla andare». Sussurro in lacrime avendo per l'ennesima volta la colpa su tutto. Mi alzo di scatto e vado in bagno per guardarmi allo specchio e vedere letteralmente un mostro, mi odio così tanto.

«Dio Andrew, non hai idea di come io voglia raggiungerti». Sussurro in lacrime e testa bassa, l'unica cosa che faccio e mettermi a terra sentendomi completamente vuota mentre passo la lametta sulla pelle, ma stavolta neanche questo riesce a distrarmi, non ho mai provato tanto dolore, e sono consapevole del fatto che sarò distrutta a vita.

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