Two.

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Puntualmente la sveglia inizia a suonare come ogni mattina di qualsiasi studente o lavoratore, sono le sette e un quarto, uno sbuffo rimbomba nella mia stanza e svogliatamente spengo l'aggeggio che suona senza sosta. La vista scolastica ha ripreso il proprio ritmo già da qualche giorno dopo le vacanze natalizie ma fortunatamente questo è il mio ultimo anno. Cercando le forze necessarie mi alzo e mi reco in bagno per darmi una rinfrescata con l'acqua ghiacciata e ora riesco almeno ad aprire gli occhi come si deve ma il sonno ancora è tanto. Quando esco dal bagno mi reco davanti al mio armadio e ragiono sui vestiti da mettere oggi, guardo un po' tra la mia roba e alla fine decido di mettere un paio di jeans neri stretti, delle nike bianche e un maglioncino bianco aderente a collo alto. C'è da dire che indosso tutto maschile, riesco a sentirmi a mio agio e non mi importa del giudizio degli altri, decidere il mio abbigliamento e il mio taglio di capelli sono le uniche due cose che mi fanno sentire un po' meglio con me stessa anche se tutto il resto fa abbastanza schifo. Odio da sempre il mio corpo, nessuno è mai riuscito a farmi cambiare idea, l'ho migliorato molto negli ultimi anni ma per colpa di bullismo e diversi brutti episodi ho questo pensiero fisso in testa, sono entrata in un brutto giro di anoressia tempo fa e di autolesionismo. Ho cominciato ad andare dallo psicologo dove mi diagnosticò una depressione, l'anoressia con il tempo è passata, adesso ho un fisico normale e palestrato ma ancora mi vedo come prima e mi odio a morte. La mia depressione è aumentata con la morte del fratello di mio padre, mio zio Andrew, non è passato neanche un anno, lui era un fratello maggiore per me, era giovane e avevamo gli stessi interessi, lui mi capiva sempre ed era sempre dalla mia parte oltre che a proteggermi sempre. Dopo la sua morte mi sono chiusa in me stessa e il mio malessere è aumentato, la mia famiglia è molto preoccupata per me ma cerchiamo tutti di non pensarci. Ad ogni modo, una volta dopo essermi vestita corro al piano di sotto e mangio qualcosa al volo, la casa è vuota perché mio padre è a lavoro e mia madre porta le mie sorelle a scuola, io invece aspetto Abigayle, mia cugina, che è come una sorella per me, la mia migliore amica, e poco dopo suona il clacson per far capire che è arrivata. Dopo aver chiuso la casa mi reco nella sua auto e dopo esserci salutate partiamo per andare a scuola.

«Charlie, ci vediamo più tardi?». Mi volto verso mia cugina e insieme ci incamminiamo verso l'uscita della struttura scolastica dopo una lunga giornata.

«Non so, devo andare dal barbiere e poi vado da Madison, ci vediamo sta sera in caso». Rispondo e mia cugina in risposta annuisce, poco dopo arriviamo alla macchina e insieme andiamo via. La bionda mi lascia a casa e appena scendo dal veicolo vado verso la porta di casa ed apro per poi entrare e subito dopo aver posato lo zaino nero mi dirgo in cucina dove trovo la mia famiglia e insieme pranziamo.

«Programmi per oggi?». Chiede a me e alle mie sorelle mia madre.

«Io sto a casa». Risponde Megan.

«Devo studiare quindi anche io». Continua Amber.

«Io devo andare dal barbiere e dopo passo da Madison». Rispondo io finendo di mangiare e prendendo le mis pillole.

«Dio non ce la faccio più a prendere questa roba». Affermo amareggiata.

«Tu come ti senti?». Mi chiede mio padre dolcemente. Per un momento lo guardo e abbasso subito la testa sentendo diventare gli occhi lucidi, mia madre mette una mano in fronte e chiude gli occhi sentendosi malissimo sapendo che sua figlia sta male e non sa cosa fare per farla stare meglio.

«Scusatemi, vado in camera». Affermo velocemente alzandomi e andando verso le scale, finita la rampa vado in camera mia e mi butto sul letto mentre alcune lacrime si versano su di esso, lacrime che escono in silenzio come sempre. I sensi di colpa mi divorano, la mia famiglia è sempre presente, mio padre lavora tanto, mia madre è sempre lì per noi figlie e io come li ripago? Stando male e spendendo soldi inutili in medici e cure, non smetto di pensare a tutto questo. Nel frattempo mi addormento tra le mie lacrime e mi risveglio qualche tempo dopo grazie alla sveglia puntata sul telefono che mi ricorda di andare dal barbiere così, dopo essermi data una rinfrescata esco di casa e con la macchina vado verso il centro per poi andare a tagliarmi i capelli.

Ho passato circa mezz'ora dal barbiere, giusto il tempo di aspettare il mio turno e fare il taglio, sono molto corti quindi per tagliarli non ci metto molto tempo. Adesso ho appena suonato a casa di Madison e ad aprirmi è sempre sua madre, come sempre mi accoglie con un sorriso enorme e subito dopo mi dirigo verso la camera della mia ragazza. Dopo aver bussato lei mi guarda e sorride per poi abbracciarmi, io le bacio la testa e dopo entro per poi metterci sul letto.

«Vado un attimo in bagno». Afferma lei per poi alzarsi e uscire. Io sto un po' al telefono e mentre aspetto vedo che sul telefono di Madison arriva un messaggio e quando lo leggo mi si spezza il cuore.

Da Honey:
«Quindi domani ci vediamo amore?».

Rimango a fissare quel messaggio per tutto il tempo fin quando lei torna in camera e mi guarda mentre torna a sedersi.

«Charlie che hai?». Mi chiede ed io le mostro il messaggio. Lei spalanca gli occhi ed io la guardo.

«Che cazzo è?». Le chiedo cercando di trattenere le lacrime. Lei abbassa la testa e passa una mano tra i capelli.

«Medison». La richiamo e lei si alza.

«Ho avuto una sbandata». Afferma restando di spalle.

«Una sbandata? Qui va avanti da non so quanto». Esclamo scorrendo la chat ad occhi aperti.

«Che cazzo aspettavi a dirmelo? Volevi che lo scoprissi così?!». Le dico alzandomi e mi avvicino a lei.

«Sai cosa ho passato e cosa sto passando, potevi avere almeno la decenza di dirmelo!». Alzo ancora la voce e lei mantiene la sua testa bassa.

«Fa finta che io sia morta». Affermo con voce fredda mentre vado verso la porta.

«No Charlie aspetta ti prego». La sento che implora ma non mi giro anzi aumento il passo per poi andare via il più presto possibile e salire in macchia. Resto un attimo a fissare il vuoto e scoppio a piangere. Do un pugno sul volante e dopo chiamo mia cugina.

«Charlie».

«Aby ti prego dimmi che possiamo vederci».

«Dio certo, che succede, perché piangi?». Chiede lei allarmata.

«Ti spiego appena sono li». Detto questo stacco la chiamata e metto in moto per poi partire e andare verso casa dei miei zii per stare con mia cugina.

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