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Kill:<<Voglio conoscerti meglio!>>
Disse tutto d'un tratto alzando la testa dalla mia spalla.
Rimasi stupita da quell'affermazione, tanto che, per qualche secondo, non dissi una parola.
Lo guardai intensamente negli occhi per secondi interminabili per poi, dopo aver capito cosa dire, iniziare a parlare.

A:<<Cosa vuoi sapere?>>
Mi avvicinai a lui.
Kill:<<Tutto.>>
A:<<Tutto cosa?>>
Kill:<<Tu parla, io ascolterò>>

Io, in qualche modo, mi irrigidii.
Ero imbarazzata ma allo stesso tempo felice che lui volesse conoscere più sfaccettature di Aoko Yoshida.

A:<<Uhm.. Vediamo, sono nata da due genitori Hunter professionisti, Hisaki Yoshida, mio padre, e Fumiko Mori, mia madre. Mio padre spesso mi sottoponeva ad allenamenti per convincermi a diventare, in futuro, Hunter, ma questo penso tu già lo sappia>>
Lui annuì.

A:<<È difficile parlare del mio passato, contrariamente alle aspettative non ho mai avuto un bel rapporto con la mia famiglia, te lo avevo accennato nella Trick Tower, ricordi? >>
Kill:<<intendi quando ho ucciso quel prigioniero? Si, però puoi spiegarti meglio?>>
Disse insicuro, quasi come se avesse paura di toccare tasti troppo dolenti.

A:<<Mio padre, era violento. Non con mia madre, bensì con me, dovevo essere il suo orgoglio, colei che avrebbe fatto conoscere maggiormente il suo nome, ma così non fu perché me ne andai.
Vivo con Gon hai presente? Lo conoscevo già, anche perché il padre di Gon è un'Hunter, quindi avevo spesso la possibilità, tramite i miei genitori, di parlare con Gon oppure di giocarci insieme. Comunque dopo anni di allenamento me ne andai, mia madre piangeva, lo ricordo ancora, ma a me non importava. Ero cresciuta e non volevo più vedere quelle facce ordinarmi di sforzarmi sempre di più, avevo 9 anni.
Gon mi ospitò a casa sua. Mito-san divenne, in fretta, come una madre per me, la aiutavo a lavare la casa, a cucinare e tenevo compagnia a Gon. A 12 anni mi resi conto di dover, anzi voler fare l'Hunter, Perché? Perché solo a quell'età mi sono resa conto di non aver mai avuto un dialogo con i miei genitori, o meglio, non abbiamo mai parlato di cose normali, di cui si discute tra familiari, No, l'argomento principale ero solo io, dovevo assolutamente diventare forte, dovevo aumentare il prestigio della casata di cui facevo parte. Non mi hanno mai cercata, tra impegni lavorativi e faccende tra loro immagino si siano completamente dimenticati della loro unica figlia>>
Dissi gesticolando più del solito e guardando dappertutto nella stanza.

Killua mi ascoltava silenzioso.
Era ipnotizzato.

A:<<poi nulla, ho provato a dare l'esame per Hunter e il resto già lo sai>>
Dissi io pensando di aver aggiunto troppo.

Kill si era bloccato, stava cercando di metabolizzare quanto sentito pochi secondi prima.

Kill:<<Non so che dire, non pensavo andassi così a fondo con la spiegazione, tu già mi conosci, quindi non aggiungerò altro, oppure lo farò, ma in futuro>>
Disse cercando il mio sguardo.
A:<<Cosa ti aspettavi? mi hai chiesto di parlarti di me o sbaglio? Io l'ho fatto, comunque in futuro io ti ascolterò, se vorrai>>
Incrociammo gli sguardi, i suoi occhi sembravano calamite, non riuscivo a guardare altrove.
Eravamo incatenati l'uno negli occhi dell'altro.

Si avvicinò, io anche non distogliendo mai gli occhi dai suoi.
K:<<Siamo simili.. >> disse a bassa voce.

Eravamo a due centimetri di distanza, forse anche meno.

Di colpo lui aprí gli occhi azzurri spalancandoli e rendendosi conto della situazione mi abbracciò.

Io, scossa, dopo poco ricambai.
A:<<.. K->> iniziai a dire ma le parole, dopo poco, mi morirono in bocca.
Il suo cuore aveva iniziato a battere con la stessa frequenza del mio.

𝐖𝐞 𝐚𝐫𝐞 𝐬𝐭𝐢𝐥𝐥 𝐤𝐢𝐝𝐬[KilluaZoldyck x Reader] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora