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La sua testa stava iniziando a far male

Forse per il pianto, forse per la febbre che si era decisamente preso a stare sotto la pioggia tutto questo tempo

Si sentiva senza forze, infreddolito e distrutto

Sperava solo di addormentarsi e risvegliarsi nella sua camera, con la consapevolezza che questo fosse solo un incubo

Ma purtroppo non era così

Era rimasto completamente da solo

Non è che avesse amici, ne aveva ai tempi dell'università, ma ha perso i contatti con tutti

Succedeva sempre così, forse era davvero lui quello sbagliato che non sapeva mantenere e far crescere i rapporti

Poi i suoi colleghi di lavoro lo guardavano sempre dall'alto verso il basso, tenendosi alla larga da lui per chissà quale motivo

Forse era per via della sua faccia rilassata che sembrava sempre arrabbiata?

Eppure non era colpa sua, trovava alcuni dei suoi colleghi davvero simpatici e voleva farci amicizia, ma questi non si sono mai avvicinati a più di due metri da lui

Gli unici che sembravano volergli davvero bene erano i suoi gatti, che ora ovviamente non avrebbe più visto

Era solo

Ed era terrificante

Che cosa avrebbe fatto adesso?

Si sarebbe dovuto cercare un hotel in cui stare, o magari un affittacamere

Ma poteva presentarsi completamente fradicio con la sua roba in una busta della spazzatura e con la faccia tinta di viola e rosso e decisamente un occhio gonfio?

No, si sarebbe dovuto recare prima in ospedale

Ma come se non riusciva a camminare? Si era letteralmente trascinato fino a qui ed era esausto

Si passò una mano tra i capelli, singhiozzando

Sentì la pioggia smettere di scontrarsi sulla sua figura e una mano poggiarsi sulla sua spalla, sussultò per lo spavento

Si voltò, trovando davanti ai suoi occhi un ragazzo, forse della sua età, con le guance paffute e gli occhi grandi e scuri

« scusa, ti ho spaventato »

Si scusó, rimuovendo la mano dalla sua spalla

« prendi questo »

Disse adagiandogli un cappotto sulle spalle

« riesci ad alzarti? Sembra ti sia fatto molto male »

Dopo qualche secondo Minho scosse la testa, e il ragazzo senza esitare lo aiutò ad alzarsi, poggiandogli una mano sul fianco una volta riuscitoci

Minho emise un lamento

« scusa! »

Il più grande alzò una mano, come per dirgli di stare tranquillo, e indicò la busta con la sua roba

L'altro annuì, prendendo anche quella e caricandosela sulle spalle

Senza dire altro camminarono all'interno del condominio

Alone ◇ MinsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora