Tw// attacco di panico
Era steso da talmente tanto che sentiva di star perdendo la sensibilità alle gambe
Quindi, con la consapevolezza che il minore non era a casa e non poteva rimproverarlo, si alzò per sgranchirsi le gambe
Lo sguardo cadde sulla sua roba, in un angolo della stanza
Forse sarebbe stato il caso di metterla a posto
Ma anche solo piegarsi era fuori questione, sentiva come se qualcuno gli trafiggesse la cassa toracica ogni volta
Quindi scacciò il pensiero
Uscì dalla stanza, dirigendosi in cucina per bere un bicchiere d'acqua
L'appartamento era decisamente vuoto senza il minore
Dava quel tocco di gioia in più alla casa
E alla vita di Minho
Nonostante si conoscessero da solo una settimana il maggiore si stava affezionando molto a jisung
E la consapevolezza di ciò lo spaventa
Minho tende spesso a dipendere sulle persone a lui care, e come nel caso dei suoi genitori e delle sue amicizie dell'università - che ha lasciato - non è andata a finire bene
Tutti si allontanano, in un modo o nell'altro
E molto probabilmente anche jisung sparirà dalla vita del maggiore, proprio come tutti
E lui si ritroverebbe per l'ennesima volta da solo
Ma lo avrebbe sopportato questa volta?
No, decisamente no
24 anni di vita e Minho era sempre stato solo, mai davvero in compagnia di qualcuno
Forse era lui quello che non sapeva come fare amicizia, restio al partecipare a qualsiasi evento sociale o pubblico, che non sapeva come mostrare alla persona davanti a lui l'affetto che prova verso di essa, facendo pensare che non ci tenga - quando in realtà è il contrario-.
Forse era davvero lui quello sbagliato
E forse era destinato a restare da solo
Sentì qualcosa di bagnato cadere sulla sua mano, e solo allora si accorse di star piangendo
Sentì la sensazione - molto familiare- della solitudine farsi strada nel suo corpo
Come una nebbia che ricopriva una città, quella sensazione ricoprì la sua mente
Sentì l'aria iniziare a mancargli, e le mura stringersi intorno a lui
Non di nuovo
Aveva attacchi del genere forse fin troppo spesso, e tutti scaturivano nel momento in cui pensava a quanto fosse solo
Era ormai certo di avere la fobia di rimanere da solo a vita
Si chiamava monofobia, aveva cercato la parola tempo fa
La solitudine era la più grande paura di Minho, tanto a portarlo ad avere attacchi di panico appena il pensiero lo sfiorava
Ne parlò con i suoi una volta, ma si rifiutarono di prendergli farmaci contro gli attacchi di panico
Apparentemente non gli importava di lui fin dall'inizio e Minho era troppo cieco per notarlo
Ai suoi genitori non importava di lui, tanto da sbatterlo fuori casa prima che potesse permettersi una casa solo perché gay
Era stato allontanato da tutti i suoi amici
I suoi colleghi a lavoro lo evitavano come la peste
Era destinato ad essere da solo
Si portò una mano alla gola, riuscendo a stento a far passare aria tramite essa
Afferrò il telefono, decidendo di scrivere a jisung, ma la conversazione non durò molto e Minho ringraziò il correttore automatico
Digitava con mani tremanti e aveva sbagliato a scrivere più di una parola
Però il suo attacco non sembrava calmarsi
Anzi, tutt'altro
Respirava a malapena, e le lacrime gli offuscano la vista
Continuava ad avvertire la sensazione calustrofobica delle mura che lo schiacciavano, rompendogli le ossa e mozzandogli il respiro
Il cuore gli palpitava nelle orecchie, impedendogli di sentire qualsiasi altro rumore
Si accasciò a terra, facendo cadere il bicchiere nel processo
Neanche percepì il taglio sul suo palmo e il sangue che iniziò ad uscire da esso
Era in questo stato e non c'era nessuno ad aiutarlo ad uscirne, a sentirsi meglio
Era per l'ennesima volta da solo
Tossì, piangendo a cuore aperto
Le sue corde vocali si sbloccarono, facendogli -quasi- urlare tutto il dolore fuori
Pianse disperatamente, dimenticando che fosse in un condominio e che probabilmente tutto il piano poteva sentirlo
« basta per favore »
Disse tra i singhiozzi, sperando che tutto ciò finissse al più presto
🥀
« no Devi usare le forbici dalla punta arrotondata, le altre sono da grandi e possiamo usarle solo noi »
Spiegò Jisung ad una bambina che faceva i capricci
« ma voglio usarle! »
« non puoi tesoro, se vuoi posso tagliare io ciò che ti serve, ma non posso dartele in mano »
La bambina mise il broncio, camminando verso changbin, poco più lontano
Come se lui te le darà, capricciosa che non sei altro
Sbuffò, tornando a supervisionare il gruppo di bambini intenti a fare dei pesci con bottiglie di plastica, carta velina e una miriade di colori
« Hey ji, ti stanno chiamando »
Si avvicinò Felix, con il suo telefono in mano
« richiamerò dopo»
« è indicata chiamata d'emergenza »
In un millisecondo prese il telefono dal palmo di Felix, vedendo che la sua vicina lo stesse chiamando
« la mia vicina?»
Insospettito, premette l'icona verde e si portò il telefono all'orecchio
« salve signora Park, le serve qualcosa? »
« oh? Stai bene? »
Chiese la donna, e jisung alzò un sopracciglio
« si, sono a lavoro signora, è successo qualcosa? »
« beh ho sentito dei rumori dal tuo appartamento, come se fosse caduto qualcosa, e ora si sente qualcuno piangere, pensavo ti fossi fatto male »
Un campanello d'allarme suonò nella testa di jisung
« grazie signora, non si preoccupi che sto bene, tra poco sarò a casa e controllerò »
Chiuse la chiamata prima che la donna potesse salutarlo, e Felix lo guardò con espressione interrogativa
« Minho si è fatto male, devo correre a casa. Lo spieghi tu al capo? »
Chiese a felix
Il corvino annuì
« corri da lui e fammi sapere come sta!»
Gli urlò mentre il biondo correva via
Changbin e hyunjin guardarono il corvino, che spiegò la situazione, mentre jisung sfrecciava in strada sperando che Minho non stesse per morire

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Alone ◇ Minsung
FanfictionDAL TESTO: « te'ho già detto ieri, non succederà. Sarò al tuo fianco e sarò qualsiasi cosa tu voglia che io sia. Un amico, un fratello, una spalla su cui piangere... Ma ci sarò » Minho si voltò, incontrando le pupille di jisung « promesso? » « pro...