Arrivò davanti il suo condominio nel giro di cinque minuti e poco più, correndo al meglio delle sue abilità dentro l'edificio e prendendo l'ascensore, che sembrò metterci secoli a salire
Quando finalmente le porte metalliche si aprirono, sgusciò via da esse e corse verso la sua porta, sentendo il pianto disperato del maggiore farsi sempre più forte man mano che si avvicinava
Aprì la porta di scatto, esaminando il salotto per poi correre in cucina, dove trovò il maggiore seduto a terra con una mano sanguinante e il viso fin troppo pallido, bagnato da lacrime che sembravano non voler finire
« Minho! »
Si inginocchiò davanti a lui, afferrandogli il polso della mano ferita ed esaminandolo
« Min »
Lo chiamò di nuovo, afferrandogli il viso e asciugandogli le lacrime
Minho incontrò lo sguardo del minore tra le lacrime, e si sentì lievemente sollevato
« Min respira, guardami ok? Respiriamo insieme »
Jisung inspirò, seguito da Minho, per poi espirare
Inspira, espira
Ripetettero il processo qualche volta, fin quando il respiro del maggiore non raggiunse un ritmo più naturale
La delicatezza con cui i palmi di jisung gli circondavano il viso, e il modo in cui i suoi pollici strofinavano le sue guance, -asciugandogli le lacrime- Giocarono un grande ruolo, facendo calmare il ragazzo dai capelli argento
« aspetta qui, vado a prendere qualcosa per la mano, torno subito ok? »
Annuì debolmente, guardando il minore allontanarsi
Si sentiva come se fosse appena uscito da un grande e buio tunnel, con la luce alla fine di esso ad accecarlo mentre jisung lo aspettava alla fine di esso, porgendogli una mano
Era questo che si provava? Ad avere qualcuno?
Vide jisung avvicinarsi con la familiare valigetta, che aprì una volta seduto davanti a lui
Afferrò la sua mano, iniziando a disinfettarla mentre toglieva i piccoli frammenti di vetro
Il maggiore lo guardò in silenzio, senza emettere neanche un gemito di dolore, tirando occasionalmente su con il naso
Guardò jisung avvolgere con cura la sua mano con un bendaggio, per poi dare due piccole pacche sul suo avambraccio
« ecco fatto »
Gli sorrise, e Minho sentì il cuore scaldarsi
« ce la fai ad alzarti? »
Annuì, e con l'aiuto del minore tornò in piedi, osservando il casino sul pavimento
« scusa per questo »
Disse con sguardo basso
« non devi scusarti. Hai avuto un attacco di panico, non eri in te. »
Si voltò di scatto verso il minore, che lo guardò quasi spaventato
« ho detto qualcosa di sbagliato?»
Il maggiore scosse la testa
« è la prima volta che qualcuno riconosce che ho attacchi di panico senza dirmi che sto cercando di attirare attenzione »
Sussurrò e jisung gli accarezzò la schiena dispiaciuto
Senza dire altro lo accompagnò in camera, facendolo stendere sul letto e rimboccandogli le coperte
Minho lo guardò silenzioso
Era bello avere qualcuno che si prendesse cura di te
Il minore si sedette accanto a lui sul letto, guardando il suo grembo
« ti va di parlarne? »
Chiese esitante
« è che so come ci si sente ad avere attacchi di panico, e avere qualcuno con cui parlarne aiuta a gestirli col tempo. Voglio aiutarti »
Spiegò, senza mai incontrare lo sguardo del maggiore, che lo stava guardando con le sue orbite grandi e scure
A qualcuno importava
A jisung importava
Distolse lo sguardo, cercando di nascondere il lieve sorriso sulle sue labbra
« non saprei neanche da dove iniziare»
Disse poggiando la testa sulla testiera
« da dove vuoi tu, non chiederò dettagli »
Disse jisung, voltandosi verso il maggiore aspettando che prendesse parola
« mi terrorizza l'idea di essere da solo.»
Disse
« non c'è molto da spiegare, da come penso tu abbia capito non ho amici, e i miei genitori mi hanno cacciato di casa. Qualsiasi rapporto di amicizia che io abbia mai avuto svaniva dopo poco tempo, e puntualmente sempre quando mi affezionavo. Ho la certezza di essere io quello che sbaglia e porta le persone ad allontanarsi, e che sono in qualche modo destinato a rimanere da solo »
Jisung ascoltò, annuendo
« però sono stanco. Stanco di sentirmi costantemente vuoto e apatico, stanco di svegliarmi senza avere il telefono riempito di notifiche da una chat di gruppo , stanco di vedere i miei colleghi a lavoro evitarmi come la peste, stanco di avere attacchi di panico appena il pensiero della solitudine mi sfiora la mente »
Un tono arrabbiato rimpiazzò quello triste di prima
« ma allo stesso tempo so di non poter rimediare perché nessuno vorrà mai starmi vicino, molto probabilmente anche tu svanirai nel nulla come tutti gli altri e mi ritroverò di nuovo da solo contro la vita »
Concluse il suo discorso incontrando lo sguardo del minore
Non voleva piangere di nuovo, davvero non voleva, ma era stato più forte di lui
Ma jisung, di nuovo, gli asciugò le lacrime, avvolgendolo in un abbraccio
« non sei solo adesso »
Gli sussurrò, mentre Minho esitante ricambiava la stretta
Lo sentì tremare tra le sue braccia, e davvero si sentiva in colpa per il povero ragazzo
« meriti molto meglio di ciò che stai passando adesso, hyung »
Gli accarezzò la testa, sentendo il maggiore stringere il tessuto della sua maglia
« andrà meglio, fidati di me »
Lo sentì annuire, e fece per sciogliere l'abbraccio, ma Minho lo fermò
« un altro po', per favore »
Senza dire altro continuò ad abbracciare il maggiore, lasciando che riversasse tutta la durezza con cui la vita lo aveva trattato sulle sue spalle
Voleva fargli capire che non sarebbe stato più da solo, non finché han jisung era vivo e vegeto
Non lo avrebbe permesso.

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Alone ◇ Minsung
FanfictionDAL TESTO: « te'ho già detto ieri, non succederà. Sarò al tuo fianco e sarò qualsiasi cosa tu voglia che io sia. Un amico, un fratello, una spalla su cui piangere... Ma ci sarò » Minho si voltò, incontrando le pupille di jisung « promesso? » « pro...