Ricatti

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Toby fischiettava contento, nel mentre che asciugava un bicchiere dietro al bancone della caffetteria dove cui era riuscito a trovare un impiego. Era nervoso al pensiero di stare allo scoperto, di dover interagire con le persone. Un'attività a cui non era più abituato da anni, senza contare che non era mai stato molto bravo a rapportarsi col prossimo suo. Le sue paure e insicurezze lo dilaniavano, cosa che facevano tutt'ora, ma Toby aveva stretto i denti e si era dato forza nel provare a ricominciare una vita normale. Niente più famiglia disfunzionale, niente più bullismo a scuola, niente più Operatore. Quando entrava in quel piccolo bar era come se intorno alla sua testa si formasse una bolla capace di ovattare tutto il male che non gli faceva passare le notti serene.
Se lo meritava un nuovo inizio, dopotutto. E ne era felice.
Continuava ad abitare nella struttura dell'hotel abbandonato, ma presto, o almeno così sperava, avrebbe potuto permettersi un appartamento.
<<Noah, il tuo turno è finito. Vai pure a casa>> Disse un vecchietto dalla faccia ridente e i baffi lunghi che ricordavano tanto l'uomo del Monopoli.
Toby, o dovremmo dire per il momento Noah, posò nel vassoio il bicchiere appena asciugato e si slegò il grembiule rosso cremisi, piegandolo e appoggiandolo sul bancone. L'uomo anziano gli sorrise, appoggiandogli una mano sulla spalla.
<<Son proprio contento di averti assunto. Stai lavorando bene e sei sempre educato coi clienti. Una qualità che ormai non esiste più tra i giovani. Ora va' pure a casa a riposarti. Ci vediamo domani>> Il ragazzo annuì, raggiante, ringraziando il  suo capo e uscendo dal bar con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia.

Detestava Ben con tutto sé stesso, ma non potrà mai ringraziarlo abbastanza per l'avergli fornito dei documenti falsi.
Camminava verso "casa", con sguardo soddisfatto e l'aria felice, ma quel momento durò per poco. I rumori assordanti della strada lo stordivano e le distanze si allungavano o si accorciavano. Toby si mise una mano tra i folti capelli castani, chiudendo gli occhi e prendendo dei respiri profondi, con la spalla che si muoveva a scatti.
Riaprì gli occhi e attraversò le strisce, correndo, allontanandosi dal quartiere abitato per addentrarsi in quello disabitato, o per meglio dire quello che si presume lo sia.
Dopo due ore di camminata arrivò finalmente alla struttura. Entrò a grandi passi e salì due rampe di scale prima di fermarsi a quello ch'era il suo piano. L'hotel era provvisto di molti altri piani, ma a Toby non piacevano troppo le altezze, ma non voleva neanche stare al piano terra in caso di irruzione da parte di qualcuno, così aveva trovato perfetta per lui una delle stanze del secondo piano. Si buttò di peso sul materasso che Laughing Jack gli aveva fornito e chiuse gli occhi, con il corpo stanco dopo quella pesante giornata di lavoro.

<<Già dormi? Non sono neanche le dieci di sera>>
Toby sgranò gli occhi e afferrò prontamente da sotto il letto l'ascia dal manico arancione e caricò il colpo, che finì conficcato sulla parete, a qualche centimetro sopra la testa del biondo. Toby lo guardò truce, sbuffando.
<<Che cosa vuoi, demone?>> Gli chiese Toby, in un sospiro carico di stanchezza, staccando con uno strattone la lama dell'accetta dal muro e riponendo l'arma sotto il letto. Ben se la rise, girandosi tra le mani un coltello dalla lama arrugginita. Toby aggrottò le sopracciglia, sorpreso.
<<Perché hai u-un coltello? Volevi uccidermi nel sonno?>>
<<Se avessi voluto farlo di sicuro non ti avrei svegliato, che dici?>> Gli porse la domanda sarcastica, stendendosi sul materasso. Toby si scansò per non stargli troppo vicino, finendo sul ciglio della fine del materasso.
<<Che ci fai qui?>> Domandò Toby, perplesso.
<<Niente. Ho rubato questo coltello ad un mio conoscente e volevo farlo incazzare un bel po' prima di ridarglielo, tutto qui>> Toby sbuffò una risata.
<<Non p-puoi proprio farne a meno di far girare i coglioni a qualcuno. Sembri nato per infastidire il prossimo>> Ben scoppiò a ridere, affondando il lato destro della faccia nel cuscino.
<<Sai, questa mia conoscenza è matta da legare. Va' di notte, in casa per casa, a sfigurare le persone per poi ammazzarle. È un uomo che puzza come una carogna e con la faccia sfigurata. Al nostro primo incontro ha cercato di sfregiarmi>> Gli raccontò Ben, con sguardo distratto.
<<Perché esci con un-uno così? Jack lo sa delle tue s-strambe amicizie?>>
<<Certo che no. Darebbe i numeri. Non so perché esco con lui, ma la sua follia ha qualcosa di davvero divertente. E per la cronaca, lui non è mio amico>> Ben lasciò cadere il coltello a terra e salì a cavalcioni sul castano. Toby era stordito e non sapeva che cosa dire.
<<Farnetica in continuazione di come lui sia il più bello con quella orrenda pelle bruciata e quei disgustosi squarci... ah... Sai, non ero sempre così. Prima ero carino, molto carino>>
<<N-Non vedo perché dovrebbe interessarmi. Scendi>> Ben si portò una mano sul viso
<<Alcune caratteristiche facciali son rimaste, ma ogni volta che mi guardo allo specchio mi domando chi ho di fronte. Svegliarsi al mattino in un corpo che non ti appartiene è un qualcosa di... inspiegabile. Da una parte ne sono felice, dall'altra ne sono disgustato>> Toby ascoltava, in silenzio, paralizzato dell'intensità con cui quegli occhi neri lo stavano fissando.
<<Avrei potuto fare molto nella vita, sai? Dove non c'era niente in cui sperare, niente a cui nessuno ambiva, io avevo con me dei desideri, degli obbiettivi. Desideravo diventare dottore>> Di colpo la gola di Toby venne circondata da una presa ferrea da parte del ragazzo. Toby annaspò aria, tentando di togliersi di dosso Ben.
<<Vedere un patetico coglione come te avere ciò che io ho sempre desiderato mi dà sui nervi>> Le mani presero a bruciare.
<<Non ti meriti niente>> Ringhiò in un sussurro il biondo. Toby si liberò a fatica dalla sua presa caratterizzata da una inspiegabile forza sovrumana. Riuscì con uno strattone a invertire le posizioni. Toby padroneggiava sopra di Ben, tenendo le sue mani bloccate sopra la sua testa, inchiodandolo al letto. Toby respirò con fatica, guardando con orrore il ragazzo.
<<Quindi volevi uccidermi>> Sussurrò Toby. Ben avvicinò il volto al suo per quanto possibile.
<<Non era nei piani. Stavo solo giocando un po'>> Gli soffiò in pieno volto, inorridendo ancora di più il boscaiolo. Ben non accennava ad abbassare lo sguardo.
<<N-Non devi abbatterti. S-sono certo che anche tu potrai rifarti una vita in qualche modo>> Ben si sfilò dalla sua presa e lo spinse giù dal letto, facendo sbattere la parte dietro della testa e della schiena sul duro pavimento. Toby, indolore, si tastò il dietro della testa giusto per controllare che non ci fossero perdite di sangue.

Ben respirava piano, in modo forzato, e lo puntava con uno sguardo freddo, con la retina rossa ridotta ad un piccolo puntino, mentre le vene sotto gli occhi si facevano nere.
<<Non sono così stupido da credere di poter ricominciare, ma tu puoi. Allora perché? Perché continui a visitare Laughing Jack?>>
<<Ah, quindi è di questo che si tratta>> Sbuffò una risata, tirandosi in piedi.
<<Io non s-so davvero che problemi girino nella tua testa bac-bacata, ma s-sappi che non gli farai del bene nel cercare di isolarlo. Ti do fastidio come fa anche Sally, oppure non puoi accettare il fatto che tu non sia
l'unico?>> Ben smise di respirare, rimanendo in un tetro silenzio.
<<Tra non m-molto troverò un appartamento e potrò davvero ricominciare da capo. Non smetterò di andare a trovare Jack perché è un mio amico>>
<<AMICO!? SE NON FOSSE STATO PER ME TU SARESTI RIMASTO A LECCARE LE SCARPE COME LO SCHIAVO CHE SEI>> Gli Strillò contro, con le mani che bruciavano di un fuoco vivo e luminoso.
<<So-Sono certo che non stai mentendo, per una volta nella tua vita>> Gli si avvicinò, fino ad andargli di fronte, sovrastandolo con la sua imponenza.
<<Non so niente di te, ma posso intuire c-che hai avuto una vita molto triste, con una fine al-altre-altrettanto triste, e che quindi è la prima volta che ti stai fidando di qualcuno. Co-Costringere una persona che ami a stare solo con te è la cosa più egoista e triste che tu le possa fare. Che tu gli possa fare. Tu non sai com'è una relazione perché non ne hai mai avuta una. Sei... sei un meschino, freddo calcolatore. Tu usi le persone per i tuoi scopi e poi le butti via. Quando sarai ri-riuscito a isolarlo da tutti e dopo che avrai avuto ciò che volevi, che cosa ne farai di lui?>> Ben non seppe che cosa dire a quel punto. Si sentiva il corpo pesante e le fiamme si erano auto estinte. Toby aspettò una risposta, ma non ricevette nulla perché Ben sparì, in un battito di ciglia.

Jack dormiva pacificamente, ma venne svegliato da una mano che gli smuoveva piano la spalla. Aprì un occhio, con lentezza, e nel buio vide il volto di Ben. Jack sorrise e lo tirò a sé, stringendolo in un abbraccio.
<<Ehilà. È da tutto il giorno che non ti vedo>> Ben non disse niente, si strinse solo di più nel suo abbraccio, strofinando la testa bionda sul suo petto. Jack rimase confuso da questo suo comportamento, ma preferì non chiedere. Sapeva che spingerlo a parlare avrebbe solo creato l'effetto opposto.
<<Volevo ricattarti>> Parlò Ben, con la testa ancora appoggiata al suo petto.
<<Volevo costringerti a non vedere più Toby e Sally, a patto che non frequentassi più quel tipo sfregiato>>
<<Sei stato in compagnia di Jeff??>>
<<Non saprei. Non me lo ricordo manco più il suo nome. Non era importante. È che mi serviva>>
Il volto di Jack venne circondato dalle mani calde del biondo.
<<È così sbagliato voler avere tutto per sé chi si pensa di amare? Non ho mai amato nessuno>>
Jack gli accarezzò la testa, comprensivo.
<<Sì, è normale>>
<<Ma allora perché... perché quel bastardo mi ha accusato di usarti?>> Jack capì, e sospirò di stanchezza.
<<Hai paura che io mi stanchi di te come tu ti stanchi degli altri? È per questo che non vuoi che io abbia altri amici al di fuori di te?>> Ben non rispose, rimanendo stretto all'entità cosmica. I capelli di Jack erano un misto tra ciocche rosse e ciocche nere, sfumate tra di loro.
<<Non lo farei mai, capito?>>
<<E se... niente. Ho sonno>>
Jack gli sistemò bene il cuscino sotto la testa e lo coprì con la coperta del letto.
<<Dormi bene, allora. Buonanotte>>

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